Riflessioni
al Vangelo del 5 aprile
di Pierluigi e dei giovani e
catechisti della comunità
5 aprile 2020
Domenica delle Palme
Per la quarta Domenica consecutiva ci ritroviamo insieme a condividere
letture, pensieri, che ci possano aiutare a superare questa crisi.
5 aprile 2020 – Domenica delle Palme
Vangelo di Matteo 21,1-11, 27,45-54
Quando furono vicini a Gerusalemme e
giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due
discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito
troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e
conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: «Il
Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito»». Ora questo
avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del
profeta: Dite alla figlia di Sion:Ecco, a te viene il tuo re, mite,
seduto su un'asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma. I
discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù:
condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli
vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli
sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano
sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva,
gridava: «Osannaal figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome
del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in
Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è
costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret
di Galilea».
Quando fu mezzogiorno, si fece buio
su tutta la regione, fino alle tre del pomeriggio.
Verso le tre Gesù gridò molto forte:
'Elì, Elì, lemà sabactàni', che significa 'Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato?'. Alcuni presenti udirono e dissero: 'Chiama Elia, il
profeta!'. Subito, uno di loro corse a prendere una spugna, la bagnò
nell'aceto, la fissò in cima a una canna e la diede a Gesù per farlo
bere. Ma gli altri dissero: 'Aspetta! Vediamo se viene Elia a
salvarlo!'. Ma Gesù di nuovo gridò forte, e poi morì. Allora il grande
velo appeso nel Tempio si squarciò in due, da cima a fondo. La terra
tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono e molti credenti
tornarono in vita. Usciti dalle tombe dopo la risurrezione di Gesù,
entrarono a Gerusalemme e apparirono a molti. L'ufficiale romano e gli
altri soldati che con lui facevano la guardia a Gesù si accorsero del
terremoto e di tutto quel che accadeva. Pieni di spavento, essi
dissero: 'Quest'uomo era davvero Figlio di Dio!'.
PIERLUIGI:
Una domenica degli ulivi del tutto inedita, con il tempo sospeso che
chiede significati. Il ramoscello di ulivo in mano da parte di tante
persone in una comunità festosa che canta non è possibile, ma diventare
ed essere bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani, donne e uomini
di pace è possibile ugualmente.
Il dramma che stiamo vivendo ci ricorda ogni giorno che siamo fragili,
vulnerabili, interdipendenti. Ci insegna che abbiamo bisogno di
responsabilità condivise, di cooperazione e solidarietà a tutti i
livelli.
Tante volte ci siamo ricordati che la pace non è solo il contrario,
l’assenza di guerra, ma che è molto di più: è un progetto di equilibrio
di se stessi con se stessi, dei rapporti con gli altri: persone,
comunità e popoli; con la madre terra e tutte le espressioni della
vita; è concretezza di giustizia, del rispetto concreto dei diritti
umani uguali per tutti o non più tali.
E’ rifiuto della violenza nei pensieri, nelle parole, nelle azioni. La
pace è lavoro, cibo, acqua, salute, istruzione, dignità, uguaglianza,
rispetto, fraternità, libertà, dialogo, democrazia, accoglienza,
memoria, futuro.
Sgomenti e insieme pensierosi e istruiti da quanto sta avvenendo ci
chiediamo a che cosa servano la fabbricazione e il commercio e l’uso
delle armi, le guerre spaventose con milioni di morti, che di fatto non
servono a nulla nei confronti di un nemico invisibile e terribile come
il coronavirus. Ci chiediamo se queste vertiginose spese non dovrebbero
invece essere finalizzate alla ricerca medica, alla costruzione di un
sistema sanitario diffuso e rispondente nei territori e nelle diverse
strutture ospedaliere.
Ci chiediamo cosa significhi la sicurezza e constatiamo
l’insignificanza dei decreti sicurezza, come la disumanità
dell’avversione e dell’inimicizia verso l’altro diverso, in particolare
l’immigrato.
Nella domenica degli ulivi si legge anche la Passione del Signore. La
mancanza delle celebrazioni nelle chiese oggi come anche in tutta la
prossima settimana può favorire la percezione della solitudine di Gesù
di Nazaret: nell’arresto, nel processo, nella tortura della
flagellazione, nel tragitto verso il Calvario, luogo dell’esecuzione,
nella morte sulla croce.
Ha vissuto fino in fondo la solitudine perché possiamo sentirlo accanto
nella nostra solitudine.
Ascolta il commento
di Pierluigi
Nicoletta:
E’ trascorso un mese da quando gli incontri del catechismo si sono
interrotti, ma io e Paola, abbiamo trovato il modo di fare catechismo
in un modo speciale: invitare i bimbi a rispondere ai vari appelli del
Papa, di unirsi in un momento di preghiera; una sera li abbiamo
invitati ad accendere una candela ponendola sul balcone recitando una
preghiera; la domenica dove veniva letto il vangelo della guarigione
del cieco, li abbiamo invitati a costruire un paio di occhiali
spiegando che, anche per noi è facile essere ciechi, quando ci
comportiamo male con gli altri, quando non ci accorgiamo delle
difficoltà degli amici…; per la domenica delle Palme, oltre al momento
della preghiera, diamo loro il materiale per la composizione della loro
croce unendo la colomba, simbolo di pace e le mani che simboleggiano il
desiderio di accompagnare, aiutare e sorreggere Gesù. Con immenso
orgoglio e soddisfazione, annunciamo che i nostri inviti sono stati
accolti dalla gran parte di loro.
Ci rivolgiamo al Signore chiedendo che ci aiuti a vivere questa
speciale Settimana Santa, con la consapevolezza che Tu ci sei e ci
starai sempre vicino e aiuterai tutti noi a superare questo particolare
momento e ringraziamo il Signore perché siamo riuscite a parlare di Te
stando a casa.
Buona festa delle Palme a tutti.
Giulia:
Invincibile estate di Albert Camus
Mia cara,
nel bel mezzo dell’odio
ho scoperto che vi era in me
un invincibile amore.
Nel bel mezzo delle lacrime
ho scoperto che vi era in me
un invincibile sorriso.
Nel bel mezzo del caos
ho scoperto che vi era in me
un’ invincibile tranquillità.
Ho compreso, infine,
che nel bel mezzo dell’inverno,
ho scoperto che vi era in me
un’invincibile estate.
E che ciò mi rende felice.
Perché afferma che non importa
quanto duramente il mondo
vada contro di me,
in me c’è qualcosa di più forte,
qualcosa di migliore
che mi spinge subito indietro.
Frida
Anche questa domenica ci ritroviamo rinchiusi nelle nostre case a
leggere le pagine riguardanti i pensieri relativi all’ultima domenica
prima di Pasqua.
Penso che la maggior parte di noi sia stanca e provata da questa
terribile situazione.
Le norme, i dispositivi di protezione e la mancanza di interazione
sociale stanno diventando sempre più difficili da sopportare.
È proprio in questi momenti che le persone possono sia perdere, che
acquisire la fede verso il Signore.
Molti di noi si chiederanno il motivo per cui tutto questo è successo e
come siamo riusciti ad arrivare a questa situazione tanto inaspettata
quanto drammatica. Ritengo che molti di noi attendano risposte,
certezze o le più semplici rassicurazioni.
La verità è che non possiamo sapere cosa succederà, come, quando e se
finirà questa pandemia.
La mia visione non vuole essere pessimistica e nemmeno accusatoria,
vorrei soltanto condividere con voi i miei pensieri. Credo ora più che
mai dobbiamo avere fiducia, fiducia nel prossimo, nelle autorità, nei
medici e in Dio.
Quest’epidemia non deve portare con se odio e dolore ma un nuovo modo
di vedere la vita.
Questa esperienza ci può insegnare ad apprezzare i piccoli gesti, le
persone che ci circondano o semplicemente il calore del sole sulla
pelle.
Io stessa sono consapevole che trascuravo questi aspetti, gli ambienti
o le persone, ma la quarantena mi sta insegnando il valore di ogni
piccola cosa, di un messaggio o di un sorriso.
Infine voglio ricordare che, nonostante in questo momento ci sentiamo
isolati, abbandonati e tristi, questo periodo finirà e la vita tornerà
ad essere quella di prima, con tutti i suoi aspetti positivi e negativi.
Noi però, saremo diversi, cambiati nel profondo, saremo cresciuti con
la consapevolezza dell’importanza di ogni singolo individuo e della
bellezza della vita.
Vi ringrazio per il vostro tempo e auguro una buona domenica a tutti
voi e alle vostre famiglie.
Infine desidero ringraziare anche Pierluigi e Giuseppe per la loro
disponibilità.
Mattia
Condivido la riflessione sullo scenario futuro dello scrittore
israeliano David Grossman:
“Quando l'epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà
tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di
lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso.
Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al
partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volere figli. Di fare
coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di
credere in lui.”
Giuseppe
meditando sulla solitudine vissuta da Gesù di Nazareth nelle ultime ore
della sua esistenza, il mio pensiero va alla solitudine vissuta dalle
vittime del corona virus, a coloro che soli in un letto di ospedale non
hanno potuto sentire la vicinanza dei propri cari prima di morire.
Ai parenti stessi che non hanno potuto abbracciarli, salutarli e non
fare altro che piangerli da lontano.
Buona domenica.