Comunicato stampa. Nel trentennale della strage di Mostar la prima
edizione del premio rotta balcanica. Tornano le giornate del premio con
approfondimenti, mostre e proiezioni e il conferimento del premio della
Fondazione Luchetta Ota D’angelo Hrovatin al regista Andrea Segre.
Trieste – Sono passati trent’anni dal 28 gennaio 1994, giorno in cui
persero la vita Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo, i
tre giornalisti della sede Rai di Trieste uccisi a Mostar Est da una
granata mentre giravano le riprese per un servizio sui bambini senza
nome. Da allora, la tragedia è diventata il simbolo del giornalismo che
denuncia la rimozione delle verità scomode, come i diritti violati dei
minori, le guerre fratricide dimenticate, le migrazioni di persone che
scappano dai conflitti o dalle zone colpite da calamità e dai
cambiamenti climatici.
Nel trentennale della morte dei tre giornalisti, la Fondazione Luchetta
Ota D’Angelo Hrovatin li ricorda con il conferimento del Premio Rotta
Balcanica. Una prima edizione dedicata a un tema che vede Trieste come
porta di accesso all’Europa per migliaia di persone, la maggior parte
delle quali provenienti da Siria, Afghanistan, Iran, Iraq e Pakistan,
che lungo la Rotta sono spesso vittime di violenze, torture,
respingimenti e restrizioni arbitrarie. Due le giornate dedicate al
nuovo premio e al ricordo della tragedia che colpì non solo i
professionisti, le loro famiglie e i colleghi del servizio pubblico, ma
una città intera, che si strinse loro attorno nei giorni del lutto e
che non ha dimenticato.
I
vincitori del Premio Rotta Balcanica
Per la Sezione Stampa il Premio è stato assegnato a Linda Caglioni,
giornalista freelance che per Altreconomia ha raccolto la testimonianza
di Noureddine, padre marocchino che ha perso il figlio Yasser sulla
Rotta balcanica nel maggio del 2020. La famiglia, tuttavia, ha potuto
celebrare il suo funerale solo nel novembre del 2022, dopo un
complicato e costoso iter burocratico per il rimpatrio della salma
dalla Croazia. Ancora oggi, Noureddine si batte per conoscere le
precise circostanze che hanno portato alla morte di suo figlio.
Per la Sezione Immagini sono state selezionate Giulia Bosetti ed
Eleonora Tundo di Presadiretta, Rai 3, che con il viaggio-inchiesta al
confine tra Bosnia e Croazia hanno documentato come funzionano le
tecnologie per il controllo delle frontiere finanziate dall'Unione
Europea e qual è il loro impatto sulle vite dei migranti in fuga sulla
Rotta balcanica. Elicotteri con termocamere che rintracciano le persone
fino a 10 chilometri di distanza, apparecchiature che individuano
perfino i battiti cardiaci, rilevatori di respirazione: milioni di euro
di investimenti per trasformare l'Europa in una fortezza impenetrabile.
I due servizi vincitori sono stati scelti tra le trenta candidature
pervenute alla giuria presieduta dalla giornalista Maria Concetta
Mattei, direttrice della Scuola di Giornalismo di Perugia, e composta
dalla giornalista Fabiana Martini, Segretaria di Giuria, da Carlo
Bartoli, Presidente nazionale Ordine dei Giornalisti, Matteo Bruni,
Direttore Sala Stampa Santa Sede, Esma Çakir, Presidente Associazione
Stampa Estera in Italia, Francesco De Filippo, Responsabile ANSA FVG,
Cristiano Degano, Presidente Ordine dei Giornalisti FVG, Igor Devetak,
Direttore Primorski Dnevnik, Vittorio Di Trapani, Presidente
Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Fabrizio Ferragni,
Direttore Offerta Estero RAI, Roberta Giani, già Direttrice Il Piccolo,
Beppe Giulietti, Coordinatore nazionale Articolo 21, Paolo Mosanghini,
Direttore Il Messaggero Veneto, Carlo Muscatello, Presidente Assostampa
FVG, Roberto Papetti, Direttore Il Gazzettino, Paolo Roncoletta,
Caporedattore TGR FVG, e Maarten Van Aalderen, corrispondente
dall’Italia per De Telegraaf.
Le
giornate del Premio
Non solo il conferimento del Premio Rotta Balcanica, ma anche
l’assegnazione del Premio della Fondazione Luchetta, i panel di
approfondimento, l’inaugurazione di una mostra e la proiezione di due
film per le Giornate del Premio. Il fine settimana tra sabato 27 e
domenica 28 gennaio si annuncia come una preziosa occasione per onorare
la memoria di Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo con
le grandi voci del giornalismo d’inchiesta. L’appuntamento è sabato 27
al Teatro Miela alle 16 per l’apertura ufficiale dei lavori e per
l’inaugurazione della mostra “Vite abbandonate. Immagini dal Silos”,
dedicata ai richiedenti asilo che provengono dalla Rotta Balcanica e
trovano nel vecchio edificio, ormai a rischio crollo, un primo precario
rifugio mentre attendono un posto dignitoso in un centro di
accoglienza. Le difficoltà, la paura e i molteplici risvolti
psicologici sono al centro di “The Mind Game” documentario della
regista olandese Eefje Blankevoort, che racconta l’enorme pressione
mentale provata da giovani rifugiati. Una prima visione, in programma
alle 16.15, che vede la collaborazione dell’Associazione Tutori
Volontari del Friuli Venezia Giulia. “L’infanzia negata lungo la Rotta
Balcanica” è il tema del primo panel, a partire dalle 17.30, con la
presenza di Giuseppe Ciulla (Il Cavallo e la Torre, Rai 3) e Francesca
Ghirardelli (Avvenire), finalisti del Premio Luchetta, di Gianfranco
Schiavone, presidente dell’ICS-Consorzio Italiano di Solidarietà, e di
Tiziana Bongiorno dell’Associazione Tutori Volontari del Friuli Venezia
Giulia, introdotti e moderati dalla giornalista Anna Piuzzi. A seguire,
alle 18.30, la consegna ufficiale dei premi del bando Rotta Balcanica
(Sezione Stampa e Sezione Immagini) e del Premio della Fondazione
Luchetta assegnato al regista Andrea Segre «perché nella sua vasta
produzione filmica e documentaristica ha scelto sempre di guardare con
profondità alla vita reale di persone spesso forzatamente poste ai
margini della vita sociale come i migranti e i rifugiati svelando come
si costruiscano su di essi narrazioni distorte che alimentano paure
tanto irrazionali quanto funzionali a mantenere gli stessi in
condizioni di marginalità sociale non riconoscendo loro l’importante
peso che, da tempo, migranti e rifugiati hanno nella società e
nell’economia italiana». “La Rotta Balcanica, una strada senza diritti”
è il titolo del secondo momento di approfondimento che, a partire dalle
19, vedrà confrontarsi Linda Caglioni (Altreconomia), Giulia Bosetti ed
Eleonora Tundo (Presa Diretta, Rai 3), vincitrici del Premio Luchetta,
Arianna Egle Ventre (Left) e Simone Modugno (Rainews), finalisti del
Premio Luchetta. Introduce e modera il giornalista Marko Marinčic. Alle
20.30, a conclusione della prima delle due Giornate del Premio, la
proiezione del film “Trieste è bella di notte” alla presenza del
regista Andrea Segre che con la sua pellicola ha saputo «magistralmente
dare voce a vittime di prassi violente ed illegali che si consumavano,
con indifferenza, proprio nel territorio triestino e ha così ridato
alla città e alla sua comunità la possibilità di aprire gli occhi su
quanto stava avvenendo».
Domenica 28 alle 16, sempre al Teatro Miela, il momento più toccante
con “Mostar: trent’anni e oltre”, ricordo — a partire dal docufilm
realizzato dalla sede regionale della Rai del Friuli Venezia Giulia,
che sarà trasmesso domenica 28 alle 9.10 — di Marco Luchetta,
Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo, a cura di Cristiano Degano,
presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Il
ricordo sarà aperto da un videomessaggio della presidente della Rai
Marinella Soldi. Traendo spunto dal tragico evento, alle 17 prenderà
avvio “Andare, vedere, raccontare e tornare”, panel dedicato a come è
cambiata la sicurezza degli inviati, alla presenza di Azzurra Meringolo
(Rai), Nello Scavo (Avvenire), Barbara Schiavulli (Radio Bullets),
Lorenzo Tondo (The Guardian), inviati; Massimo Belluzzo, presidente
ANSI-Associazione nazionale service italiani; Federica Genna, Senior
Manager Fondazione Safe, e Michele Bonacina, Psicologo Psicoterapeuta,
responsabile parte psicologica dei corsi HEAT Fondazione Safe.
Introduce e modera Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione
Nazionale della Stampa Italiana. Tutti e tre i panel sono stati
accreditati dall’Ordine dei Giornalisti.
La
commemorazione a Mostar:
Luchetta, Ota e D’Angelo verranno ricordati ufficialmente anche a
Mostar martedì 30 gennaio in un appuntamento promosso dall’Ambasciata
d’Italia in Bosnia Erzegovina alla presenza di una delegazione composta
dai familiari delle vittime e da alcuni giornalisti, che verrà anche
ricevuta dalla municipalità di Mostar.
La
Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin
La Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin nasce in risposta a due
grandi tragedie che hanno colpito il mondo del giornalismo triestino e
non solo: la morte dei giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota
e Dario D’Angelo, troupe TV della sede RAI di Trieste, nel 1994 a
Mostar, e a due mesi di distanza Miran Hrovatin, operatore triestino,
che ha perso la vita assieme a Ilaria Alpi, mentre svolgevano
un’inchiesta di traffici illeciti di armi e rifiuti tra Italia e
Somalia.
Da allora, la Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin opera a
sostegno dei bambini e bambine feriti in guerra o colpiti da malattie
non curabili nei Paesi di origine e dei familiari che li accompagnano.
Le famiglie sono ospitate a Trieste nei centri d’accoglienza della
Fondazione e seguiti da operatori, professionisti e volontari.
Per info e aggiornamenti:
www.premioluchetta.com
–
www.fondazioneluchetta.eu