Hanno presentato più di duemila firme
per dire no alla legge Narduzzi. Una trentina i presenti mercoledì a
Trieste fuori dalla sede del Consiglio regionale, mentre in aula si
dibatteva il disegno di legge presentato dalla Lega Nord che prevede
modifiche dei parametri per l'accesso ai benefici in tema di welfare.
Potranno godere dei bonus solo le persone che da almeno otto anni
risiedono o lavorano in Italia e da almeno dodici mesi vivono in
regione. Limiti ancora più restrittivi (dieci anni di permanenza in
Italia e cinque in regione) per poter accedere agli alloggi Ater.
La Rete dei diritti del Friuli Venezia
Giulia si è mobilitata. Portavoce della protesta, don Pierluigi Di
Piazza. “Come ribadito anche l’anno scorso – ha detto – in occasione
dell’abolizione della legge sul reddito di cittadinanza, siamo di
fronte a un disprezzo della democrazia. Ci può anche essere una
democrazia formale, ma non quella reale.
E’ scandaloso che la terza Commissione non abbia ascoltato le voci e le
testimonianze di chi ogni giorno lavora con chi fa più fatica a vivere.
Il rifiuto dell’audizione, in sede di commissione, è un’offesa alla
democrazia”.
Don Pieluigi Di Piazza ha poi commentato i contenuti del disegno di
legge. “E’ una normativa che nasce con uno spirito negativo – ha
affermato – non si può decidere che un diritto sia legato agli anni di
permanenza in un Paese o in una regione”.