E'
la prima volta che un giovane straniero agisce non tanto per
rivendicare una prestazione o un servizio, ma per poter adempiere un
diritto/dovere, quello di "difendere la patria" intesa come
collettività di persone che vivono stabilmente su un territorio e che
sono legate tutte, senza distinzioni di cittadinanza formale, da un
unico vincolo di solidarietà.
Attualmente
l'art. 3 d.lgs. n. 77/02 prevede che ai bandi per essere ammessi al
servizio civile (cui accederanno quest'anno 10.000 giovani, ma
il mondo del volontariato richiede da tempo un ampliamento del numero
di ammessi) possano partecipare i "cittadini italiani", ma le
organizzazioni ricorrenti ritengono che detta previsione debba essere
interpretata alla luce del generale principio di parità fissato
dall'art. 2 del T.U. immigrazione e dei principi costituzionali di
uguaglianza e ragionevolezza ribaditi con forza da
recenti sentenze della Corte Costituzionale; ritengono pertanto che già
allo stato degli atti il Giudice possa sancire l'obbligo per il
Dipartimento del servizio civile di riaprire il bando (che si è chiuso
venerdì scorso) agli stranieri, o quantomeno ai cittadini membri
dell’Unione europea. In subordine chiedono che il Giudice rimetta la
questione alla Corte Costituzionale affinché venga valutato in quella
sede il contrasto tra detta esclusione e gli artt. 2 e 3 della
Costituzione.
Certo
è che, attualmente, il servizio civile rappresenta per molti giovani
una occasione importantissima di crescita umana e professionale e di
partecipazione alla vita collettiva, sicché l'esclusione da esso di
giovani che sono nati sul nostro territorio o che vi vivono da molti
anni rappresenta una evidente irragionevolezza e un ulteriore inutile
ostacolo alla loro integrazione.
L'azione
legale intende anche richiamare l'attenzione sul fatto che molti dei
giovani interessati a questa rivendicazione sono "stranieri" solo a
causa di una legge sulla cittadinanza ingiusta e antiquata e si collega
quindi alla campagna "L’Italia sono anch'io" (alla quale le due
associazioni aderiscono, www.litaliasonoanchio.it
) per una proposta di legge di iniziativa popolare in tema di
cittadinanza che estenda, tra l’altro, le possibilità di
acquisto della cittadinanza italiana per nascita sul territorio
italiano e per chi vi è giunto durante la minore età.
Nel
ricorso - ove lo studente e le due associazioni sono rappresentate
dagli avvocati Alberto Guariso, Livio Neri, del Foro di Milano e
Daniela Consoli, del Foro di Firenze - sono intervenute a sostegno
delle ragioni dei ricorrenti anche la CGIL e la CISL di Milano.
Analogo
ricorso è stato presentato da una giovane albanese avanti il Tribunale
di Brescia con il sostegno della fondazione Guido Piccini per i diritti
dell'uomo ONLUS e della CGIL di Brescia.
L’intervento
dell’ASGI si svolge anche nell’ambito del progetto di monitoraggio e
contrasto alle discriminazioni svolto dalle antenne territoriali
anti-discriminazioni di Firenze e Roma con il supporto finanziario
dell’Open Society Foundation- Justice Iniziative.
Il
testo dell'azione giudiziaria anti-discriminazione avviata da ASGI e
Avvocati Per Niente dinanzi al Tribunale di Milano (192.08 KB)