La Cina diventerà il principale polo
di attrazione dei flussi migratori e l'Italia ha già cambiato volto. Il
Belpaese del prossimo futuro è già visibile nelle regioni dove
l'incidenza degli immigrati ha raggiunto il 10% (Emilia Romagna,
Umbria, Lombardia e Veneto). Attualmente però gli immigrati stanno
pagando duramente gli effetti della crisi e sono arrivati a incidere
per un quinto sui disoccupati. Però se loro non ci fossero i problemi
per uno stanco e vecchio Paese come il nostro non sarebbero minori. Il
Dossier Statistico Immigrazione 2011 Caritas/Migrantes, giunto alla XXI
edizione, ha scelto lo slogan: “Oltre la crisi, insieme”.
Non è facile buonismo o retorica, ma senso pratico. I lavoratori
immigrati in Italia costituiscono un decimo della forza lavoro – si
legge nel rapporto - sono determinanti in diversi comparti produttivi e
rinforzano il mercato occupazionale per via di un tasso di attività più
elevato, della disponibilità a ricoprire anche mansioni meno
qualificate e a bassa competizione con gli italiani, se non nel
sommerso. Insomma, ci sarà una ragione se gli arrivi sono più numerosi
al Nord nonostante un razzismo più diffuso. Sono le aziende che hanno
determinato questo ciclo.
Scenari che cambiano
Secondo l'Organizzazione Internazionale per le migrazioni i migranti a
livello mondiale sono 214 milioni, 4,2 milioni dei quali sono italiani.
I flussi di migranti hanno sfiorato i 6 milioni di unità l'anno e,
seppure rallentati nell'attuale fase di recessione, secondo le
previsioni dell'Ocse, acquisteranno nuovo dinamismo con la ripresa
economica. Nei paesi in via di sviluppo la forte crescita economica
dell'ultimo decennio ha sottratto mezzo miliardo di persone alla
povertà estrema, che tuttora ne coinvolge un altro miliardo e mezzo.
Permane l'enorme sproporzione del reddito pro capite: 33.400 dollari
nel Nord del mondo e 6.200 nel Sud. Nel futuro, sempre secondo i
rapporto Caritas, la diminuzione in età lavorativa continuerà in europa
e si farà sentire anche in Asia.
Futuro cinese
La Cina diventerà il principale polo di attrazione dei flussi,
seguita da Giappone e Corea del Sud. L'Ue si conferma come una forte
area di immigrazione, con il coinvolgimento anche di nuovi Paesi: ad
esempio in Polonia, nel 2001, è stata decisa la regolarizzazione di
circa 300mila non comunitari. In Europa quasi un decimo della
popolazione non ha un'origine autoctona.
Italia, vincono le donne
Al 31 dicembre 2010 gli stranieri sono il 7,5% della popolazione, siamo
a quota 4.570.317 dei quali il 51,8% donne. Ai residenti, secondo
la stima del Dossier, va aggiunto quasi mezzo milione di persone
regolarmente presenti ma non registrate in anagrafe. Nel 2010 sono
state respinte 4.201 persone e si sono effettuati 16.086 rimpatri
forzati. Nell'insieme in Italia ci sarebbero circa mezzo milione di
irregolari, in pratica uno ogni dieci in posizione regolare.
Il flop della “tolleranza zero”
Anche il Dossier Caritas denuncia il fallimento delle politiche
governative italiane in materia di immigrazione. La “tolleranza zero”
non porta da nessuna parte. Nei costosi Cie (Centri di identificazione
ed espulsione) sono sempre più frequenti le proteste. Nel 2010 vi sono
transitati più di 7mila immigrati, con una permanenza di 51 giorni, ma
la possibilità di trattenimento è stata portata a 18 mesi, la stessa
durata della custodia cautelare in carcere prevista per gli indagati pr
associazione mafiosa, sequestro di persona, pornografia e violenza
sessuale. La retta giornaliera di un Cie costa 45 euro, mentre
l'espulsione effettiva di un immigrato è valutabile attorno ai 10mila
euro si legge nel rapporto. Inoltre, anche le affollate carceri
italiane sono sempre più multiculturali. E' molto più facile per uno
straniero finire dietro le sbarre, dato l'inasprimento delle norme.
Italia, domani.
I minori figli di stranieri sono quasi un milione. Le seconde
generazioni hanno superato le 600mila unità. Purtroppo questi ragazzi
nati sul suolo italiano non hanno ancora diritto di voto. Si ricorda a
questo proposito la campagna “L'Italia sono anch'io” sul diritto di
cittadinanza. Nel 150° dell'Unità d'Italia sono giunte all'Unar
(Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) 766 segnalazioni,
delle quali 540 ritenute pertinenti. Il principale ambito di
discriminazione è stato quello dei mass media dove la rete internet
spesso ha favorito la diffusione del razzismo. Alla presentazione del
rapporto lo scrittore Amara Lakhous, parlando dal punto di vista di un
immigrato, ha ricordato un proverbio arabo: “Oggi è a tuo favore,
domani è a tuo sfavore”. Nessuno decide di lasciare il proprio Paese
per caso.
Antonella De Biasi
dal sito www.dirittidistorti.it
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