CHOCO’ COLOMBIA
CHOCO’ COLOMBIA
Progetto di tutela e rafforzamento della Comunità Embera
NOME PROGETTO: 
CHOCO’ COLOMBIA - tutela e rafforzamento della Comunità Embera

PARTNER DI PROGETTO:
  • Centro di Accoglienza e Promozione Culturale "Ernesto Balducci" - Zugliano
  • Commissione Interecclesiale Giustizia e Pace - Comision Intereclesial de Justicia y Paz (Bogotà, Colombia)
  • Ce.V.I. - Centro di Volontariato Internazionale - Udine

FINANZIAMENTO:
Progetto co-finanziato con i fondi della Legge Regionale n. 19 del 30 ottobre 2000 della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

DESCRIZIONE:
Da gennaio 2011 l’Associazione Centro di Accoglienza Ernesto Balducci, la Commissione Interecclesiale Giustizia e Pace di Bogotà ed il CEVI collaborano alla realizzazione del Progetto “CHOCO’ COLOMBIA - tutela e rafforzamento della Comunità Embera”, co-finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con i fondi della Legge Regionale n. 19 del 30 ottobre 2000.
La Comunità indigena Embera - Resguardos Urada Jiguamiando è insediata nella regione del Chocò, a nord-ovest della Colombia in un’area immersa in una delle ultime foreste pluviali del pianeta e caratterizzata da peculiari valori antropologico-culturali e da una elevata biodiversità. Le ingenti risorse minerarie presenti nel sottosuolo attraggono nell’area operatori economici internazionali che esercitano, direttamente ed indirettamente, una costante pressione all’abbandono dei territori da parte delle popolazioni locali, con un concreto rischio di disgregazione del tessuto sociale e culturale delle comunità, nonché di distruzione dell’ecosistema nel suo complesso. Il Progetto CHOCO’ COLOMBIA si pone l’obiettivo di accompagnare la Comunità, con il supporto di operatori internazionali, nel rafforzamento dei propri valori identitari e di radicamento al territorio, migliorandone la capacità di comunicazione e negoziazione con l’esterno e avviando una razionalizzazione della produzione agricola.
Il Progetto è previsto che debba concludersi nel mese di giugno 2012.

APPROFONDIMENTO:
Il Progetto CHOCO’ COLOMBIA nasce da una lunga collaborazione e condivisione di valori fra il Centro Balducci, il CEVI e la  Commissione interecclesiale Giustizia e Pace, che offre un accompagnamento integrale alle comunità colombiane impegnate nella affermazione non violenta dei propri diritti nell’ambito di aree interessate da conflitti armati.
Occasione concreta per avviare l’iniziativa congiunta è stata la scelta di Elisa Norio, già volontaria e poi addetta alla segreteria del Centro Balducci, di trasferirsi a Bogotà nel maggio del 2010 e di lavorare con la Commissione Giustizia e Pace, raccordandosi con i partner regionali per la presentazione e, successivamente, il coordinamento del progetto.

Le attività previste
Il progetto comprende quattro linee di intervento:
  • la delimitazione di una “zona umanitaria protetta”, nell’ambito della quale non sono ammesse  presenze armate, ad affermare la scelta della Comunità di affrontare in modo non violento le minacce esterne. Tale azione si basa su principi di tutela delle popolazioni indigene ed afro-discendenti sanciti dalla Legge Colombiana n. 70 del 1993 ed su una risoluzione dalla Corte interamericana dei diritti umani (6 marzo 2003);
  • il miglioramento delle capacità linguistiche e di comunicazione della Comunità, con particolare attenzione al coinvolgimento delle donne e dei bambini, soggetti che maggiormente rischiano di rimanere esclusi dalle relazioni con il mondo esterno;
  • il riconoscimento e rafforzamento, attraverso momenti di condivisione che coinvolgono tutti i  membri della Comunità, dei valori identitari e culturali degli Embera, riferimenti fondaentali per affrontare in modo coeso le minacce esterne ed affermare in modo pacifico i propri diritti;
  • attività di formazione orientate alla razionalizzazione dei processi di produzione agricola ed alla acquisizione delle conoscenze teoriche ed operative necessarie al passaggio da una economia di sussistenza ad una economia di scambio, inclusa la realizzazione di manufatti di supporto alla raccolta e custodia dei materiali e delle attrezzature agricole.
Alle attività in loco si aggiungono attività di divulgazione dei contenuti, obiettivi e risultati del progetto in ambito regionale ed attraverso la rete di relazioni e collaborazioni dei partner a livello nazionale ed internazionale.

Le cose fatte ed i prossimi passi
Il progetto ha preso avvio a gennaio 2011. Da allora i collaboratori della Commissione Giustizia e Pace hanno effettuato regolari missioni presso la Comunità per svolgere le attività programmate e due rappresentanti del Centro Balducci si sono recati in Colombia per verificare le condizioni operative e pianificare i primi interventi assieme al partner locale. Nel mese di luglio 2011 eventi climatici avversi e l’inasprirsi della situazione socio-politica hanno costretto a rallentare la frequenza delle missioni presso la comunità e ad adattare il programma alle nuove esigenze emerse. Sino ad ora sono state realizzate le seguenti attività:
  • realizzazione e installazione dei cartelli per la perimetrazione della zona umanitaria protetta, con la partecipazione diretta dei membri della Comunità;
  • censimento delle esigenze di educazione linguistica e programmazione degli interventi;
  • incontri e lavori di gruppo presso la Comunità tesi alla identificazione e rafforzamento dei valori identitari, con il supporto di esperti, coinvolgendo tutti i membri;
  • viaggi di approfondimento ed incontro con le autorità pubbliche e presso altre comunità indigene da parte di alcuni membri della Comunità Embera, che hanno portato testimonianza diretta della situazione attuale e delle iniziative intraprese a difesa del territorio e dei suoi abitanti;
  • valutazione delle esigenze di formazione teorica e pratica connesse alla razionalizzazione dei processi agricoli, tenendo conto delle nuove condizioni e priorità determinatesi a seguito del tifone verificatosi nello scorso mese di luglio.
Nei prossimi mesi la Commissione Giustizia e Pace proseguirà con le missioni presso la Comunità ed aggiornerà la programmazione delle azioni in base all’attuale contesto. Fra le ipotesi attualmente in discussione c’è quella di realizzare un manufatto che, oltre che struttura di servizio alla produzione e deposito di sementi autoctone, diventi una “Casa dell’identità e della memoria”, luogo simbolico ed assieme concreto di testimonianza dei valori profondi nei quali la Comunità si riconosce ed affermando i quali si rapporta con la realtà esterna. 

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