La
lettera era stata spedita a seguito della
pubblicazione della legge regionale n.16/2011, la quale, sostituendo la
precedente normativa regionale in materia di sostegno alla famiglia, di
edilizia residenziale pubblica, di diritto allo studio e di sostegno al
reddito, già oggetto di rilievi di infrazione dalla Commissione
Europea (lettera 7 aprile 2011) e oggetto altresì di
pronunciamenti contrari dell’autorità giudiziaria, su ricorso di
cittadini, dei Tribunali di Udine (ordinanza n. 615/2011), Trieste
(ordinanza n. 479/2011), Gorizia (ordinanze n. 212/2011 e
271/2011), esclude anche cittadini italiani, provenienti da altre
Regioni e senza il requisito di almeno 24 mesi di residenza in
Friuli-Venezia Giulia, mettendosi quindi in palese contrasto con gli
articoli 2 e 3 della Carta Costituzionale (diritti inviolabili e
principio di uguaglianza).
La
missiva quindi chiedeva alle istituzioni in
indirizzo di valutare le considerazioni in essa riportate e promuovere
presso il Governo un giudizio di legittimità costituzionale verso la
normativa della Regione FVG, ai sensi dell’art. 127 della carta
Costituzionale per violazione degli articoli 2, 3, 117 della stessa
Carta, nonché delle norme comunitarie.
L’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) con la
nota del 26 gennaio,
indirizzata all’ASGI, al Centro Balducci e all’Ufficio Legale del
Comune di Monfalcone, in virtù dei compiti attribuiti dall’art. 7
D.Lgs. 215/2003 e nel rispetto delle competenze e prerogative degli
organi di governo, s’impegna a verificare il corso della procedura al
fine di assicurare anche per la Regione Friuli Venezia Giulia,
l’effettività del principio di parità di trattamento per i non
autoctoni che abbiano diritto per legge ad accedere alle prestazioni
sociali di natura assistenziale, dandone all’esito informazione alle
parti interessate.