La regione FVG cambi la legge sul welfare
La regione FVG cambi la legge sul welfare
La conferenza stampa della Rete per i Diritti di cittadinanza
Comune di Udine - 11 febbraio 2012
È stata Irma Guzmán a introdurre la conferenza stampa e presentare le associazioni e gli enti locali (tra cui i Comuni di Udine, Trieste, Pordenone, Tavagnacco,  Monfalcone ed Aviano) che hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Rete dei diritti di cittadinanza e dall’ASGI per ribadire l’anticostituzionalità della legge regionale n.16 del 30.11.2011 pubblicata sul B.U.R. il 7 dicembre 2011 e chiedere alla Regione FVG una nuova legge che sia in linea con le norme nazionali e comunitarie.

È stato poi il turno di Michele Negro,  che in rappresentanza della Rete per i Diritti di cittadinanza FVG, h ripercorso la storia del welfare dopo il 31 luglio  2008, quando il Consiglio regionale, eletto in aprile, aveva abrogato la legge regionale 5 del 2005 “Norme per l’accoglienza e l’integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati” (dopo quella dell’Emilia Romagna, era la seconda legge regionale in materia in Italia ed era considerata un modello perché nata da un percorso partecipato, dal basso, con il coinvolgimento di enti pubblici, associazioni, singoli operatori, italiani e immigrati, ndr).
Da quella volta l’amministrazione regionale ha prodotto un insieme di norme e di regolamenti che costantemente si sono dimostrati inadeguati, in contrasto con la normativa vigente in Italia e con i princìpi affermati dalle direttive europee (vedasi la lettera inviata il 7 aprile 2011, con la quale la Commissione europea ha messo in mora l'Italia ex art. 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea), introducendo nelle varie norme il vincolo di residenza, un tempo minimo di permanenza nella regione per avere diritto al welfare.
Ci sono state numerose sentenze di cittadini e cittadine che hanno dovuto proporre ricorsi giudiziari, che hanno visto i vari Comuni soccombere e dover far fronte a migliaia di euro di spese legali (come l’ordinanza n. 615/2010 del Tribunale di Udine, l'ordinanza del Tribuale di Udine del 15.11.2010, l’ordinanza n. 479/2011 del Tribunale di Trieste, l’ordinanza n. 212/2011 e 271/2011 del Tribunale di Gorizia, nonché la Sentenza della Corte costituzionale 26-28 maggio 2010, n. 187). In questi anni un ruolo fondamentale l’ha avuto l’ASGI, che con professionalità e passione ha garantito supporto sociale e sostegno legale.
Nonostante i rilievi rappresentati dalla Commissione europea e le tante sentenze (vedi sopra), oltre che pareri-richiami dell’UNAR, la Regione FVG ha proposto la L.R. n. 16 del 30.11.2011, che mantiene i vincoli della residenza, seppur con qualche modifica, norma che è stata impugnata dal Governo Monti, in quanto presenta profili d'illegittimità costituzionale con riferimento all'art. 2, all'art. 3, all'art. 5, all'art. 6, comma 1, all'art. 7, all'art. 8, comma 2, e all'art. 9.
La Rete per i Diritti di cittadinanza propone quindi di ripartire dalle vigenti norme nazionali e dalle direttive  europee in materia di cittadinanza, nonché dalla proposta portata in Giunta regionale il 29 aprile 2011 proprio dall’Assessore Molinaro, che da una prima lettura sembrerebbe superare le problematiche evidenziate dalla Commissione europea (la proposta era stata ritirata perché non vi era condivisione da parte dei gruppi politici di maggioranza ed era stata ritirata), mettendo da parte le questioni ideologiche di qualche gruppo politico regionale, in modo da garantire i diritti di cittadinanza e dare risposte concrete alle cittadine e ai cittadini della regione.

Secondo il sindaco di Udine Furio Honsell è necessario affermare il principio dell’uguaglianza dei cittadini e delle cittadine, facendo tesoro delle tragedie del secolo scorso e non tollerando derive razziste.
L’amministrazione comunale ha sempre sostenuto la Rete per i diritti di cittadinanza e ha sempre proposto ricorso per denunciare le varie norme regionali e i regolamenti attuativi, che hanno messo in difficoltà i Comuni. Occorre invece riaffermare i diritti di cittadinanza e quei principi che permettono la costruzione di una società più equa, perché diversi studi affermano che una società dove ci sono meno sperequazioni, è una società dove si vive meglio, mentre in una società dove ci sono maggiori sperequazioni, anche i privilegiati vivono peggio.

Silvia Altran, sindaco di Monfalcone, ha evidenziato i problemi concreti che determinano le norme regionali sul welfare, che di fatto paralizzano l’accesso al welfare, come l’impossibilità di definire le graduatorie dell’ATER, con la conseguenza di non poter assegnare alloggi di edilizia pubblica a cittadini che aspettano da diverso tempo.
Secondo Altran “si sta giocando con la miseria delle persone, cosa non è accettabile”; c’è la necessità, l’obbligo morale, di chiedere alla Regione di fare quello che è tenuta a fare, quindi l’applicazione di un ordinamento italiano ed europeo che non discrimini.

L’Assessore alle Politiche Sociali di Trieste Laura Famulari ha riferito che la prima delibera del proprio assessorato, iniziato nel mese di giugno 2011, è stata quella di disapplicazione delle norme regionali, norme, ha ricordato, già impugnate dal Governo Berlusconi, e che sono conseguenze dell’ostaggio di derive ideologiche.
Anche l’Assessore Famulari ha tenuto a mettere in luce l’emergenza abitativa che sta vivendo la nostra regione, con mille persone che sono in attesa di bando ATER, persone che o ricorrono ai Comuni per chiedere un supporto economico sull’affitto privato o vivono in situazioni di grave disagio.
Nel ricordare ai tanti intervenuti alla conferenza stampa che le stesse difficoltà di dare risposte ai cittadini le vivono anche i sindaci della Lega Nord, Famulari ha ribadito la necessità di superare la situazione che si è creata con la Lega che tiene in ostaggio la Giunta regionale e ha invitato la Regione ad assumere con urgenza delle normative corrette.

Gianluca Maiarelli, vice-sindaco del Comune di Tavagnacco, ha invece segnalato il rischio che si corre quando in questioni così delicate, come quello dei servizi ai cittadini, scende in campo l’ideologia, che paga nel breve periodo, ma che nel tempo genera sul territorio e nelle comunità una devastazione sociale. Quello che emerge, secondo Maiarelli, è che chi ha legiferato in questi temi sia molto distante dalla percezione di quello che accade sui territori.

Abdou Faye, in rappresentanza della CGIL, condividendo tutti gli interventi che lo hanno preceduto, non ha esitato a far presente che le norme regionali sono una strategia perfettamente in linea con il pensiero del Ministro degli Interni, che due anni fa aveva detto che “bisogna essere cattivi con gli immigrati”. E questa “cattiveria” la si ritrova anche nella nuova tassa sul permesso di soggiorno: “non hai lavoro, non hai reddito, non puoi accedere al welfare e paghi di più la tassa di soggiorno da 80,00 a 200,00 euro. Tutto questo contribuisce a vessare e umiliare i cittadini immigrati”.

A concludere la conferenza stampa è stato don Pierluigi Di Piazza, che ha sottolineato l’impegno della Rete per i diritti, dell’ASGI, delle diverse associazioni, delle amministrazioni comunali, impegno e intreccio di relazioni che nasce subito dopo il 31 luglio del 2008, quando la nuova maggioranza regionale con un colpo di spugna cancellò la legge regionale n. 5/2005 sull’immigrazione.
Da quella volta ci sono stati parecchi tentativi di intervenire presso la regione, con denunce, manifestazioni e proposte. Oggi ci troviamo di fronte alle scelte regionali che non hanno offerto alternative, né pare ci sia l’intenzione di avanzare alternative.
E questo perché in questi anni nella nostra regione c’è stata da parte della Lega Nord, ma anche da parte di partiti che l’hanno sostenuta, una diffusione di una mentalità fatta di parole, di grossolanità, di falsità, nei confronti degli immigrati, che ha generato una diffidenza da parte di tante persone, ma anche di ostilità e razzismo istituzionale, che è diventato anche modalità legislativa, di cui il welfare è l’espressione.
Questo aspetto “culturale” che porta a dire “prima i nostri e poi gli altri”, secondo Di Piazza, è populismo, demagogia, perché chi si trova ad amministrare, deve far fronte a situazioni di fragilità, di debolezza, di marginalità. E la questione “prima i nostri e poi gli altri” stride fortemente con la realtà di un mondo sempre più interdipendente, con situazioni di popoli del mondo che hanno subito o che continuano a subire lo sfruttamento da parte del mondo occidentale.
Secondo Don Pierluigi, che ha sottolineato l’aspetto umano della sofferenza, del disagio, gli amministratori regionali e i segretari di partito che favoriscono queste forme di razzismo non tengono mai conto di quanto gli immigrati portano nelle casse regionali con il loro lavoro, numeri che farebbero percepire alle persone l’importanza dell’impegno degli immigrati.
La sfida del futuro è l’intreccio di spiritualità, culture, in un mondo sempre più multietnico, multirazziale, plurireligioso. In questo contesto collegare i diritti umani alla permanenza su un territorio, significa sfigurare i diritti umani stessi, perché i diritti umani sono sempre tali, per chiunque e in qualunque posto del mondo.
Di Piazza quindi, ricordando l’impugnativa della Legge regionale da parte del Governo Monti, nonché la violazione delle direttive europee, ha rilanciato alla Regione e all’Assessore Molinaro l’ipotesi di un incontro con i soggetti interessati (associazioni, enti locali, sindacati) per un dialogo operativo e serio, libero da pregiudizi, per uscire dalla situazione di paralisi generale che si è venuta a creare.

ERANO PRESENTI ALLA CONFERENZA STAMPA
Mass media;
Pubblico composto da italiani e italiane, immigrati e immigrate, nonché rappresentanti di diverse associazioni/organizzazioni locali e regionali;
Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Ordine delle Assistenti Sociali
Associazione immigrati di Pordenone
Associazione Ivoriana di Pordenone
Associazione Nigeriana di Pordenone
Ghana National Association di Pordenone
Associazione Burkinarbè del FVG
Mondo Tuareg di Pordenone
Associazione femminile “La Tela” di Udine
UCAI . Unione delle Comunità e Associazioni di Immigrati di Udine
Associazione Vicini di Casa di Udine
Donne in nero di Udine
CGIL - FVG
USB – FVG


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