GESU’
SPOGLIATO DAL POTERE
La riflessione di Pierluigi Di Piazza alla Via Crucis Pordenone – base
Usaf di Aviano
17 marzo 2013
Il potere come concentrato dei poteri intrecciati, si sente
assoluto, padrone della vita e della morte delle persone, non più
persone, ma numeri, strumenti da usare, di cui servirsi, da eliminare...
Il potere religioso spesso ha garantito e garantisce anche gli altri
poteri, perché quando si presume di essere coperti dal nome di Dio pare
non ci sia più freno né inibizione; pare proprio trionfino la violenza
più spietata e l’impunità più garantita. Quanti sono oggi i bambini, i
giovani, le donne, uomini spogliati della loro dignità dal potere
economico, politico, militare; da quello dei mezzi di informazione, da
quello religioso...
La gran parte dell'umanità.
I bambini affamati, morenti, uccisi, uno ogni cinque secondi, sono
spogliati della vita stessa dal potere del capitalismo selvaggio delle
multinazionali senza scrupolo, rivestite dall'eleganza raffinata dei
manager, in azione dopo aver pianificato successi per la finanza e
morte per le persone e distruzione per la Madre Terra con eserciti e
gruppi paramilitari pronti ad intervenire, sgomberare, uccidere...
I bambini spogliati da ogni riferimento affettivo a decine di
milioni sulle strade del mondo, a cominciare dalle megalopoli... I
giovani spogliati della speranza di un futuro umano che pulsa dentro di
loro, che è sensibilità, sogni, disponibilità; spogliati della
possibilità di mettere in atto, in pratica positiva le conoscenze e le
competenze apprese con dedizione e impegno.
Le donne spogliate della loro dignità dentro alle case, quando
subiscono maltrattamenti e violenze, fino alla morte, da parte di un
potere maschilista che si sente padrone dei loro corpi, della loro
vita, della loro morte...; Spogliate della loro dignità a migliaia,
ridotte in schiavitù nella tratta degli esseri umani; tratta cioè
mercato, utilizzo, ricatto, violenza, monetizzazione...
Le donne e gli uomini spogliati, ridotti alla disperazione e anche
al suicidio. Il potere di una finanza speculativa spoglia della
dignità, inquina pericolosamente la speranza. Il potere spoglia gli
operai, donne e uomini della salute e pone un conflitto incredibile fra
diritto al lavoro e diritto alla salute. Il potere non previene come
eticamente dovrebbe, perché non gli importa della vita delle persone..
Ilva di Taranto insegna.
Il potere spoglia della loro umanità ricca di una vita di dedizione
e di lavoro, gli anziani, che diventano una nuova occasione di
guadagno, nell'abbandono.
Il potere spoglia di dignità e diritti gli immigranti richiudendoli
nei CIE, in una condizione peggiore delle carceri, non elaborando e
quindi non attuando una legislazione adeguata, espressione dei diritti
umani e di attuazione degli stessi.
Il potere delle mafie e di tutte le organizzazioni criminali decide,
ricatta, investe, diffonde e pretende una mentalità mafiosa, uccide.
Ieri a Firenze, Libera guidata dall'amico don Luigi Ciotti, ha riunito
150mila persone per ricordare tutte le vittime delle mafie, dicendone
il nome, uno ad uno; rilanciando l’impegno per la giustizia e la
legalità contro la corruzione e l’illegalità; pretendendo leggi che in
modo chiaro favoriscano questa lotta non violenta, perché dove non c'è
giustizia non c'è libertà, democrazia, attenzione alle persone e alle
comunità.
Il potere di leggi disumane, non tendenti alla rieducazione dei
carcerati, li spoglia della loro dignità, dei loro diritti umani, in
carceri sovraffollate, senza prospettive, disumane.
Il potere religioso ha lo specifico terribile di attuare i suoi
propositi in nome di Dio, sentendosi per questo giustificato,
garantito, gratificato.
Visivamente, il potere religioso si riveste dei vestiti del potere e
spoglia le persone delle attese di attenzione, accoglienza, vicinanza,
misericordia; di condivisione autentica delle loro condizioni di vita.
E questo è così vero che appena il vescovo di Roma, e per questo
papa, Francesco si spoglia di qualche segno del potere sacro, separato
dall'umanità, tante persone subito avvertono vicinanza, non più
spoliazione, ma corrispondenza alle loro attese. E quando il Papa
racconta il perché della scelta del nome Francesco: per la sua povertà,
per la nonviolenza e la pace, per la relazione di custodia di tutto il
creato; e quando, per rispetto alla diversità di giornalisti presenti
benedice in silenzio, le persone non si sentono più spogliate delle
loro attese profonde, ma invece rivestite di attenzione e comprensione.
Il potere ha ormai aperto da tempo il contrasto con Gesù di Nazaret:
soprattutto il potere religioso, i sacerdoti del tempio, gli scribi, i
maestri della legge garanti dell'ortodossia; intrecciato c'è il potere
politico dei notabili del popolo e quello dell'impero di Roma che
occupa la Palestina. Gesù di Nazaret non riveste nessun potere di ruolo
riconosciuto: lui esprime un’autorevolezza straordinaria con la sua
persona, le sue parole, i suoi gesti. Esprime un potere che è
anti-potere, perché servizio; è il potere dell'amore, quello di vivere
totalmente per gli altri. Questo suo potere-non potere ridona
continuamente dignità ad ogni persona: ai bambini trascurati, alle
donne sottomesse, ai malati emarginati, ai peccatori scomunicati, alla
gente comune del popolo considerata inferiore, disprezzata dalle classi
dirigenti.
Gesù nella sua persona rivela il Dio umanissimo che sta in mezzo
alla gente, al popolo; il Dio che entra in conflitto con il Dio del
tempio che garantisce e legittima la situazione esistente con le sue
discriminazioni, disuguaglianze, emarginazioni, scomuniche. Il potere
concentrato negli intrecci dei diversi poteri, con la determinazione di
quello religioso, decide di eliminare Gesù di Nazaret; il progetto è di
spogliarlo della sua dignità, della sua possibilità di continuare ad
insegnare e praticare l'amore incondizionato.
È una proposta rivoluzionaria quella di Gesù, allora come oggi,
perché rimette in discussione noi stessi di fronte a noi stessi, i
nostri rapporti umani, il rapporto con Dio, con il potere, il denaro,
la legge, le istituzioni, la politica, la religione. Rimette in
discussione, come conseguenza, gli assetti sociali, economici,
istituzionali, politici. Il potere pretende di spogliare Gesù quando lo
arresta nel Getsemani, quando lo interroga e lo accusa nel processo
farsa; quando lo presenta a Erode e poi a Pilato; quando il potere lo
fa flagellare e lo denuda per infliggergli questa terribile tortura.
Quante donne e quanti uomini, sotto tutti i cieli sono stati spogliati
dei vestiti, per spogliarli della loro dignità; quante le torture e le
umiliazioni subite...
Il potere denuda e riveste Gesù con la tragica ironia del mantello
di porpora, dello scettro di una canna di bambù in mano, con una corona
di spine conficcata in testa. Nei campi di sterminio le persone
venivano denudate e poi rivestite con la casacca di prigionieri con il
numero su quel vestito e sull'avambraccio. Il proposito determinato è
di spogliare della dignità, spogliando dei vestiti e rimettendo i
vestiti dell'umiliazione, per raggiungere in modo perverso lo
scopo dell'annientamento. Gesù è spogliato quando è crocifisso,
spogliato come un verme, non più uomo, oggetto di violenza, di scherno,
di provocazione: "se sei il figlio di Dio, scendi dalla croce... hai
salvato gli altri, salva te stesso e così crederemo...".
Quando Gesù è spogliato dal potere di questo mondo rivela il potere
dell'amore incondizionato, "l'onnipotenza" di Dio, che appunto non è la
somma dei poteri, ma è l'amore di farsi uomo, vittima fra le vittime,
crocifisso fra i crocifissi della storia.
Il Crocifisso spogliato è il segno massimo dell'amore. Il potere può
spogliare dei vestiti, può colpire la dignità, può togliere la vita, ma
non spogliare dell'amore che nasce e rinasce, si propone e si ripropone
nelle persone, nelle comunità e nei popoli; che si fa passione per la
verità e la giustizia, condivisione della vita delle persone
impoverite, colpite, crocifisse, fragili, deboli; che diventa forza ed
energia per il cammino della liberazione e della vita.
Gesù ci insegna con la sua vita che nessun potere può colpire ed
eliminare il potere dell'amore; e al suo seguito un popolo immenso che
nessuno può contare, di ogni popolo, cultura, fede religiosa e di altre
condizioni ha costruito con la forza dell'amore il senso della vita e
la dedizione a contribuire ad un mondo di giustizia, di pace, di
salvaguardia dell'ambiente.
Pierluigi Di
Piazza
Foto di Vincenzo Cesarano
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In allegato la riflessione in pdf