Dal sito dell'
UNHCR
16 agosto 2013
Un improvviso e imponente esodo è quello che ha portato nella giornata
di ieri 15 agosto migliaia di cittadini siriani ad attraversare il
confine ed entrare nel nord dell'Iraq. Un esodo che i funzionari
dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
presenti sul terreno hanno descritto come un flusso di ondate di
persone lungo il nuovo ponte di Peshkhabour sul fiume Tigri.
Le ragioni all'origine di questo massiccio spostamento di popolazione
non sono ancora del tutto chiare e dalla notte appena trascorsa
l'Agenzia non ha registrato altri imponenti attraversamenti della
frontiera. Alcuni dei siriani avrebbero atteso dai due ai tre giorni
nei pressi del fiume Tigri, sistemandosi in un accampamento di fortuna.
Gli osservatori dell'UNHCR al confine hanno inoltre visto arrivare dal
lato siriano decine di autobus, dai quali sono scese altre persone che
intendevano varcare la frontiera. Generalmente a Peshkhabour sia il
lato siriano che quello iracheno del confine sono rigorosamente
controllati.
Il primo gruppo di siriani – circa 750 persone – ha attraversato il
ponte di Peshkhabour prima di mezzogiorno, seguito nel pomeriggio da un
gruppo molto più numeroso, composto da 5mila a 7mila persone.
Si tratta, per la maggior parte, di famiglie (donne, bambini e anziani)
provenienti principalmente da Aleppo, Efrin, Hassake e Qamishly. Alcune
famiglie hanno riferito agli operatori dell'Agenzia di avere parenti
che risiedono nel nord dell'Iraq, mentre alcuni studenti in viaggio da
soli hanno detto di studiare in questa regione e di essere tornati in
Siria solo per le recenti festività dell'Eid.
Nelle prime ore del mattino i team di operatori UNHCR e delle agenzie
partner hanno lavorato a stretto contatto con le autorità locali per
prestare assistenza ai nuovi arrivati, ai quali hanno fornito acqua e
cibo. L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM/IOM) e il
Governo Regionale del Kurdistan hanno messo a disposizione centinaia di
autobus per trasferire i rifugiati verso i governatorati di Dohuk ed
Erbil.
In quest'ultima unità amministrativa circa 2mila dei nuovi arrivati
sono attualmente accampati in un sito nella città di Kawergost, dove
l'UNHCR ha allestito un'area di transito/accoglienza d'emergenza.
Alcuni dei nuovi arrivati hanno potuto sistemarsi in tende già erette
dall'Agenzia, mentre altri starebbero alloggiando all'interno di
moschee o presso parenti o amici che risiedono nell'area.
L'UNHCR è impegnato con le autorità del Governo Regionale del
Kurdistan, con altre agenzie delle Nazioni Unite e con le
organizzazioni non governative partner ad allestire un nuovo campo a
Darashakran, a breve distanza dall’aerea di transito. La struttura
dovrebbe aprire tra due settimane e l’UNHCR auspica che riesca ad
alleggerire la pressione nell'affollato campo di Domiz oltre che
a consentire ai rifugiati che attualmente vivono in costose
sistemazioni prese in affitto di trasferirsi nel campo, dove
riceverebbero anche l'assistenza da parte dell'Agenzia.
L'UNHCR esprime gratitudine nei confronti delle autorità irachene, e in
particolare verso il Governo Regionale del Kurdistan, per il loro
impegno nei negoziati che hanno consentito ai nuovi arrivati di varcare
il confine, oltre che per aver garantito il trasporto e l’assistenza
alla frontiera.
Al momento sono 1.916.387 i cittadini siriani fuggiti dalla guerra e
registrati come rifugiati o in attesa di registrazione. Due terzi di
loro sono fuggiti quest'anno. Attualmente 684mila rifugiati siriani si
trovano in Libano, 516mila in Giordania, 434mila in Turchia, 154mila in
Iraq (esclusi gli arrivi di ieri) e 107mila in Egitto.
I Governi della regione stanno gestendo con estrema attenzione le loro
frontiere con la Siria, soprattutto per motivi legati alla sicurezza
nazionale, ma i rifugiati continuano ad affluire negli stati confinanti
in maniera graduale. L'UNHCR continua ad esortare i paesi della
regione, e fuori della regione, affinchè tengano aperte le proprie
frontiere e ricevano tutti i cittadini siriani in cerca di protezione.