La pace va percorsa
5° marcia della pace del lodigiano
Lodi-Crema-Codogno, domenica 13 ottobre ore 9:30
Troppi venti di guerra spirano ancora nel mondo: in Medio Oriente, con
la minaccia rappresentata dal tentativo dell'Iran di dotarsi di testate
nucleari e la minaccia israeliana di intervenire con la forza area per
distruggere i siti dove si sta arricchendo l'uranio; in Siria, ove è in
atto una sanguinosa guerra civile, dopo quelle che si sono sviluppate
lo scorso anno in Libia ed in Egitto, per responsabilità di regimi
dittatoriali che cercano di soffocare con la forza le istanze di
libertà delle proprie popolazioni; in quasi 60 Paesi, la maggior parte
dei quali in Africa, in cui ci si uccide quotidianamente senza che il
nostro ricco mondo ne sappia nulla.
In questo contesto, la pace sembra ancora un sogno lontano. A ciò
aggiungiamo una crisi economica mondiale che sta mettendo in crisi il
modello di sviluppo al quale finora ci siamo sempre affidati.
L'impressione che noi comuni cittadini rischiamo di avere è quella di
essere davvero impotenti davanti a questo scenario.
Eppure... "La Pace inizia dalle nostre città": questo vogliamo gridare
a gran voce in occasione della 4° Marcia Lodigiana e della 1° Marcia
Cremasca per la Pace.
Non è vero che la rassegnazione è l'unica soluzione!
Vogliamo riprendere l'obiettivo che il Coordinamento Nazionale Enti
Locali per la Pace si è dato dopo l'ultima Marcia Perugia-Assisi, per
sviluppare e diffondere nei vari ambiti locali le energie, le voci, la
voglia di impegnarsi per un mondo più giusto che si sono visti in quei
25km fino alla rocca di Assisi.
Ripartire dalle nostre comunità per costruire la cultura dei diritti è
anche l'idea fondamentale che ha dato vita alle scorse edizioni della
Marcia Lodigiana, in un cammino che, negli anni, vorrebbe idealmente
percorrere tutte le vie, tutti i Comuni del nostro territorio: siamo
convinti che il veder sfilare sotto la propria finestra un arcobaleno
di migliaia di persone in cammino per chiedere la Pace, sia un segnale
ed uno stimolo importante anche per chi, forse, ad impegnarsi non aveva
proprio mai pensato.
Ma che cosa vuol dire ripartire dalle nostre città per costruire la
Pace?
Vuol dire ripartire dalle persone, dai loro problemi e dalle loro
speranze, vuol dire rimettere le persone al centro delle attenzioni
della politica e delle istituzioni, vuol dire operare in modo che
nessuno si senta solo davanti alla crisi epocale che stiamo vivendo.
Vuol dire rendere le nostre città sempre più belle e accoglienti,
inclusive, solidali, ospitali, aperte all'incontro e al dialogo e per
questo sicure.
Vuol dire ripensare le relazioni nelle nostre città, riscoprire la
dimensione comunitaria della vita, far sì che nessuno resti chiuso in
casa perché anziano e solo o perché bloccato su una sedia a rotelle.
Vuol dire difendere i beni comuni, la salute, l'ambiente, il consumo
del suolo, la cultura, la qualità della vita.
Vuol dire garantire i diritti di tutti, di chi ha bisogno di essere
curato nei nostri ospedali anche se non ha il permesso di soggiorno, di
chi è nato in Italia e si sente italiano anche se i suoi genitori
vengono da lontano, di chi vuole studiare anche se non ne ha i mezzi.
Vuol dire anche ripensare la città come una comunità educativa
riconoscendo il ruolo formativo della scuola e dell'associazionismo.
Vuol dire riscoprire un'informazione che sia davvero al servizio dei
cittadini, che sappia aprirsi ai problemi veri, anche di quei Paesi
lontani delle cui guerre e della cui povertà non parla nessuno.
Vuol dire difendere il lavoro come dimensione essenziale dell'identità,
della felicità e del bisogno di realizzazione di ogni cittadino in
quanto partecipe della vita collettiva.
Lavoro, dunque, non bombe: ripartire dalle città vuol dire anche
mobilitarsi dal basso per chiedere alla politica nazionale di
abbandonare costose e inutili spese militari così come l'esportazione
di armi, applicando pienamente il principio della nostra Costituzione
che afferma che «l'Italia ripudia la guerra». Si tratta di un principio
frutto della straordinaria esperienza della Resistenza, nella quale
tante persone sono cadute imbracciando le armi, sperando che fosse
davvero l'ultima volta, per garantire a tutti un futuro di pace e
libertà.
Si investa piuttosto sulla cooperazione internazionale e sulle
istituzioni più vicine ai cittadini, sulla loro capacità di dare
risposte concrete ai bisogni delle persone e delle famiglie, a partire
da quelle che sono più colpite dalla crisi economica.
Il mondo sta cambiando profondamente.
Non si tratta solo di sfuggire alla morsa della crisi: dobbiamo
cogliere il cambiamento in atto per costruire intorno a noi una nuova
società dei diritti.
Ripartire dalle nostre città vuol dire proprio questo.
Programma della Giornata - 6 Ottobre
2013
Ore 8,00: Messa Scout, presso la Chiesa Santa Maria delle Grazie,
Piazza Zaninelli - Lodi
Ore 9,30: Partenza 5 Marcia della Pace, ritrovo in Via Dante a Lodi
Al termine dell'iniziativa interveranno:
Flavio Lotti, coordinatore
nazionale della Tavola della Pace e organizzatore della Perugia-Assisi;
Luciano Scalettari, giornalista
di Famiglia Cristiana;
Emanuele Giordana, giornalista
e scrittore.
Concerto di chiusura con la
Piccola
Banda Rebelde
Per info:
www.lodisolidale.org