New York, carte d’identità ai clandestini, lo schiaffo
di de Blasio ai repubblicani di Federico Rampini
«A tutti i miei concittadini che sono degli immigrati senza documenti:
questa città è casa vostra». Bill de Blasio non delude, nel suo primo
discorso programmatico il neosindaco annuncia un’innovazione radicale.
La città di New York rilascerà carte d’identità anche agli immigrati
clandestini.
Undocumented, senza documenti, è l’espressione che il sindaco
preferisce perché non implica una criminalizzazione. Insieme con
l’altra proposta sul salario minimo vitale, l’offerta agli stranieri
conferma che de Blasio non ha paura di suscitare controversie. L’idea
dei documenti per i clandestini è uno schiaffo alla destra
repubblicana, che in questo momento al Congresso sta bloccando una
riforma proposta da Barack Obama. Anche il presidente vuole creare
corsie più veloci verso il permesso di soggiorno e poi la cittadinanza,
ma finché la destra è maggioritaria alla Camera queste proposte hanno
un percorso tutto in salita. De Blasio lo sa e commenta: «Noi non
possiamo aspettare i tempi lunghi di Washington. Se c’è uno stallo
politico a livello federale, non è una scusa perché New York abdichi
alle proprie responsabilità».
Le carte d’identità municipali sono state sperimentate finora a San
Francisco, sull'altra costa. Offrono dei vantaggi molto concreti: con
quei documenti lo straniero può finalmente aprire un conto in banca e
incassare un assegno, farsi visitare all'ospedale, firmare un contratto
di affitto. Più in generale è un modo per sentirsi meno a rischio, meno
“invisibili” nella metropoli. E visto che a New York ci sono state
polemiche sui controlli etnicamente discriminati della polizia, queste
carte d’identità sono un piccolo passo perché gli stranieri non si
sentano cittadini di serie B. «Nessun residente di New York — dice de
Blasio — deve essere costretto a vivere nell'ombra ». Anche se il
sindaco non ha poteri sullo status d’immigrazione, non può concedere la
Green Card (permesso di residenza permanente) né la cittadinanza, de
Blasio vuole fare quel che può per favorire «una partecipazione di
tutti gli
stranieri alla vita civica».
Il rilascio di queste carte d’identità potrebbe essere la prima delle
riforme di de Blasio a diventare realtà. Su altri temi, infatti, il
sindaco deve mediare e manovrare.
Il
salario minimo vitale, che
lui conferma di voler alzare, va approvato in un consiglio municipale
dove si fanno sentire le lobby più contrarie: anzitutto i padroncini
della ristorazione, degli alberghi, del commercio.
Nei ristoranti gran parte dei camerieri vengono pagati addirittura
sotto il minimo federale di 7,25 dollari l’ora, per via di una speciale
deroga: è previsto che i camerieri ricevano la mancia, quindi
arrotondano con quelle. Ma anche i giganti dei fast-food come
McDonald’s, dove le mance sono pressoché inesistenti, fanno una dura
opposizione all'aumento dei minimi.
Un’altra promessa elettorale di de Blasio è l’aumento delle tasse sui
ricchi per finanziare la costruzione di nuovi alloggi popolari, e
soprattutto l’estensione degli asili nido pubblici. Qui l’iter è ancora
più difficile.
Per aumentare le tasse cittadine il sindaco deve ottenere un via libera
anche dallo Stato di New York, dove il governatore Andrew Cuomo è un
suo compagno di partito (democratico) ma su posizioni molto più
moderate. Già s’intravedono tutte le condizioni per un rapporto teso e
conflittuale tra de Blasio e Cuomo. Inoltre all'assemblea legislativa
dello Stato di New York i repubblicani daranno guerra a oltranza contro
ogni aumento delle tasse.
De Blasio dovrà indicare rapidamente con quali strategie intende
aggirare questi ostacoli politici. Il suo messaggio resta chiaro: One
New York, è lo slogan stampato sullo striscione che il sindaco ha
voluto nel college pubblico di Queens dove ha tenuto il discorso. Una
sola New York, quindi, invece delle “due città” sempre più distanti e
diseguali tra loro, che de Blasio ha denunciato in campagna elettorale.