Ancora
morti nel Mediterraneo
Le omissioni diventano una gravissima
responsabilità morale
Il richiamo di Pierluigi Di Piazza
Zugliano, 21 aprile 2015
Sgomento, dolore, sdegno etico e senso di impotenza e insieme
rinnovato impegno; ma soprattutto dolore fin nel profondo dell’anima
per ciascuna delle 900 persone inghiottite dall’acqua del mar
Mediterraneo, sempre più immenso e tragico cimitero; e dolore per i
familiari da cui si sono separati per intraprendere il viaggio della
disperata speranza.
Rileggo una riflessione per questo stesso giornale dei primi di
ottobre del 2013 dopo quell’altra strage, purtroppo una delle tante.
Variano i numeri, ma la costante continua nella sua spaventosa
drammaticità. Si potrebbe ripresentare la fotocopia di quella
riflessione, purtroppo, ma è così: nulla è cambiato. Gli uomini e le
donne impegnate in politica in Italia e in Europa dovrebbero
presentarsi con lo sguardo abbassato e con la voce sommessa e triste
che prima di tutto chiede perdono per le omissioni colpevoli, la
latitanza, i rinvii.
Chiedere perdono alle vittime e ai loro familiari e poi ammettere la
scarsa o nessuna attenzione alla questione più grande che ci interpella.
Le omissioni diventano una gravissima responsabilità morale; i
politici italiani ora sollecitano l’Europa ma quando l’Italia ha
guidato il semestre europeo nulla, proprio nulla hanno proposto,
esigito e stabilito. Sconcertante.
In Italia la questione non è stata mai assunta con serietà e in modo
progettuale; ci si chiede quale sia stata la considerazione, quale il
dibattito, quali le decisioni. L’unica la variazione della modalità
della presenza in mare, aumentando di fatto le vittime. Un’altra parte
politica dimostra un cinismo speculativo spaventoso per l’azzeramento
della dimensione etica e umanitaria. Nella nostra Regione da poco e con
grave ritardo si è iniziato a preoccuparsi, dato l’aumento degli
arrivi, peraltro enfatizzati a creare così un allarmismo
sproporzionato. Fra l’altro si continua ad accostare in modo del tutto
improprio la nostra situazione a quella di Lampedusa.
E poi c’è il sentire della popolazione, ci sono i commenti sui
social networks: che muoiano pure in mare, va bene, è meglio così. La
compassione azzerata, la lontananza e l’indifferenza totali, come se le
ingiustizie, le guerre e le violenze da cui quelle persone fuggono non
riguardassero anche noi, le nostre complicità e responsabilità, ad
esempio riguardo alle armi che in Italia si fabbricano e poi forniscono
le guerre.
La questione riguarda il Mondo intero, l’Europa, l’Italia, le
Regioni, i Comuni, tutti noi; non è facile da affrontare riguardo alle
cause, alla costrizione a partire, al percorso, terribile perché
gestito dai trafficanti di esseri umani, alla traversata del mare che
così spesso si conclude drammaticamente.
E’ urgente e doveroso un progetto di cooperazione con i Paesi di
provenienza, di prevenzione e di interposizione nei conflitti di una
ONU rinnovata; una presa in carico di queste persone bambini, donne e
uomini aprendo canali umanitari, sottraendole alle mani dei
trafficanti, alle loro violenze e speculazioni; progettare per queste
persone richiedenti di asilo un percorso di vita in tutti i Paesi
d’Europa, non sottraendoci alle nostre responsabilità etiche e umane.
Un compito immenso, arduo, da assumere ma possibile se restiamo o
ridiventiamo esseri umani degni di questo nome valorizzando tutte le
esperienza positive di disponibilità e di accoglienza in atto.
Certo i problemi sono tanti in questa nostra società e sul Pianeta,
nei Paesi con i quali in questi decenni il nostro mondo è stato
presente con la presunzione di portare pace e democrazia e per
constatare poi il il peggioramento delle situazioni.
Sono urgenti gli incontri: in Europa, in Italia, in Regione a
condizione siano progettuali e operativi, si decida e si operi con il
coinvolgimento dei diversi soggetti: istituzioni e politica,
volontariato, fedi religiose tutte, Chiesa.
La questione riguarda il grado di umanità che esprimiamo o non
esprimiamo. Restiamo umani, diventiamo umani! L’indifferenza e il
cinismo sono un veleno mortale per tutti. Per chi poi in questo nostro
mondo si ritiene cristiano la scelta è inequivocabile, ma lo è per ogni
donna e uomo di buona volontà.
Pierluigi Di Piazza
Mercoledì sera, 22 aprile 2015, alle
ore 20.00 ci incontriamo nella Sala Petris del Centro Balducci
per un momento di riflessione e preghiera aperto a tutte le persone che
desiderano partecipare, delle diverse ispirazioni, posizioni, culture e
fedi religiose.
Con l’adesione di:
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale “E.
Balducci” ONLUS
Associazione Nuovi Cittadini ONLUS
Caritas Diocesana di Udine
Centro Solidarietà Giovani Giovanni Micesio ONLUS
Fondazione “Casa dell’Immacolata di don Emilio de Roja”
Giunta Comunale e di Maggioranza del Comune di Udine
GrIS FVG Gruppo immigrazione e salute
MoVI - Movimento di Volontariato Italiano