RICORDO DI GIOVANNI FRANZONI
RICORDO DI GIOVANNI FRANZONI
a cura di Pierluigi Di Piazza
dom Franzoni è deceduto giovedì 12 luglio 2017
RICORDO DI GIOVANNI FRANZONI
a cura di Pierluigi Di Piazza
dom Franzoni è deceduto giovedì 12 luglio 2017

Il video della serata al Centro Balducci

Giovanni Franzoni è stato fra noi alla fine del novembre 2014, nel Centro Balducci, per la presentazione del suo libro “Autobiografia di un cattolico marginale” e nella chiesa parrocchiale per la celebrazione dell'Eucarestia.

Il titolo del libro è molto significativo e attuale anche oggi venerdì 14 luglio dopo la sua morte avvenuta ieri, all’età di 89 anni, quando sui mezzi di comunicazione considerati più importanti quasi non si ricorda, perché coinvolti nei giri di personaggi e parole contingenti, variabili mentre le grandi questione dell'umanità, migrazione in primis, permangono senza avvio di soluzioni, fra una battuta e le battute di risposta.

Eppure Giovanni Franzoni ha vissuto in modo intenso, intelligente, da precursore gli ultimi decenni cruciali nella storia del nostro paese e della Chiesa cattolica.

Un uomo che ha assunto diversi compiti e importanti responsabilità come Abate nella comunità monastica benedettina di San Paolo fuori le mura a Roma. Come tale è stato presente alle ultime due sessioni del Concilio Vaticano II. Centinaia di persone ascoltavano le sue omelie di profondità e attualità sorprendenti, anche perché preparate con la comunità nella serata precedente.

Una comunità con una crescente partecipazione dei laici, donne e uomini, con l'attenzione ai poveri con la ricerca di una più autentica testimonianza evangelica.

Nel 1967 dopo l'enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI Giovanni Franzoni si avvicina in un clima di partecipazione e di scoperta alle lotte non violente; incontra le diverse comunità di base;  prende posizione per il disarmo, scrive una lettera al Presidente della Repubblica per esprimere contrarietà alla parata militare del 2 giugno, sceglie di digiunare per sostenere le lotte di resistenze di liberazione del popolo vietnamita; e successivamente contro la guerra Pakistan-India, esprime contrarietà all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole e alla presenza dei cappellani militari e ad altri aspetti del concordato.

È presente nelle fabbriche e riceve l'accusa di aver sporcato l'abito talare.

Crescono posizioni e reazioni anche violente nei suoi confronti da parte di gruppi intransigenti e reazionari.

Iniziano le visite inquisitorie, lui accetta le condizioni che gli chiedono dall'alto e il 2 luglio 1973 dà le dimissioni da Abate.

Per il referendum sul divorzio del 1974 partecipa a incontri e dibattiti pubblici sostenendo l'importanza di uno Stato laico e in esso della libertà di scelta.

Su un altro piano si pone la scelta del matrimonio con il coinvolgimento della fede.

Gli viene ingiunto di non partecipare a dibattiti pubblici e poi viene sospeso “a divinis” per 2 anni. Nel giugno del 1976 dichiara pubblicamente di votare PCI e il 31 luglio è ridotto allo stato laicale. La comunità di San Paolo diventa comunità di base, la cui sede per gli incontri e le celebrazioni è in uno stanzone di via Ostiense: qui si riflette, si elabora, si prendono posizioni, si celebra la fede. Lui è presente come riferimento e animatore, anche della rivista “Com - Nuovi tempi”.

Nel 1991 si sposa con rito civile presso l'ambasciata italiana a Tokyo con Yukiko Ueno una giornalista giapponese atea., conosciuta in Nicaragua.

A Giovanni Franzoni sempre, fino a questo ultimo periodo in cui è stato segnato da una progressiva cecità, tante persone si sono rivolte. Perché? Per la sua fede profonda, la sua intelligenza acuta, la sua umanità partecipe e questo a prescindere dalle sanzioni canoniche ricevute. Così lui stesso racconta: “Quando fui privato dell'esercizio del magistero presbiteriale mi sono trovato come prete “sui generis”, davanti a penitenti “sui generis”. Mi veniva chiesto di esercitare una sorta di ministero penitenziale sotterraneo. Prima arrivarono compagne di noti attori che avevano vissuto “more uxorio”, pure giornalisti, generali dell'esercito in punto di morte che confessavano di essere stati nascostamente comunisti, vescovi che confidavano il pentimento per qualche atto di esercizio della loro autorità che qualsiasi altro prete avrebbe considerato lodevole, abati in procinto di concludere la loro vita e altre persone. Questo esercizio sotto traccia ha costituito per me un ministero particolare di marginalità”.

Anche Gesù di Nazareth è stato marginale e lo è anche nel mondo che a parole si dice cristiano. ed è ancora marginale. Ma non è forse una costante che dalla marginalità profonda e ricca di significati e di senso emerge il futuro più umano? Ha scritto testi di profondità e illuminazione. Uno per tutti per la sua qualità profetica è “la terra è di Dio” del 1973 anticipando le grandi e attuali questioni connesse.

Quando è stato fra noi a Zugliano ho colto in quell'uomo ormai non vedente, accompagnato da amici della Comunità di base di San Paolo una fede profonda, una intelligenza viva e acuta, una sapienza del cuore che, tra l'altro, lo aveva portato a vivere momenti di intensa reciprocità con i bambini presenti.

Grazie caro Giovanni Franzoni per la tua intensa e speciale testimonianza.

Pierluigi Di Piazza


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