Chi
salva una bambina salva il mondo!
di Alessandro Metz
10 maggio 2019
Chi salva una bambina salva il mondo!
La retorica è sempre dietro all'angolo quando si parla di bambini, però
è proprio contro i bambini e le bambine che oggi si combatte una guerra.
Due immagini di questi giorni.
La prima a Roma, Casal Bruciato. Una bambina in braccio alla madre,
stanno correndo attorniate dalla polizia, tutto intorno persone, in
prevalenza maschi. Fascisti.
Urlano, insultano e minacciano, tentano di colpirle.
La seconda immagine è nel Mar Mediterraneo, sulla Mare Jonio, una
bambina in braccio alla madre, sedute e sorridenti. Intorno persone
emozionate, qualcuno piange, emozioni forti, felicità.
Il contesto è importante e fa la differenza. Quello che colpisce è lo
sguardo delle due bambine, gli occhi. Guardateli quegli occhi. Là
dentro abbiamo il nostro futuro, le nostre paure, la nostra rabbia, la
nostra frustrazione ma anche la nostra gioia, la nostra possibilità di
salvezza.
Noi adulti dobbiamo decidere da che parte stare.
Riguardo gli occhi delle due bambine.
Mi viene da piangere, di rabbia per quella paura che vedo in una
bambina che dovrebbe essere al sicuro, in una città occidentale,
capitale europea e ricca di cultura, Roma.
Di emozione guardando la gioia che esprime una bambina che era in balia
del mare, in fuga da un Paese in guerra, lei è la bellezza della vita.
Non so, forse basta guardare gli occhi per capire, quello che stiamo
facendo. Rischio di essere banale e semplicistico, però d'ora in poi,
per tutte le volte che non sono stato capace di farlo, guarderò gli
occhi dei bambini, per capire e per vedere dove stiamo andando.
In questi attimi le persone a bordo della Mare Jonio verranno sbarcate,
a noi rimane l'emozione e la gioia di quello che abbiamo vissuto, ma ci
consegna anche una responsabilità enorme, quello di tentare di
preservare quello sguardo e quella gioia.
Non so se ce la faremo, ma sarebbe criminale non provarci.
Alessandro Metz
(rappresentante del Fvg nella Direzione Nazionale di Legacoopsociali ed
"armatore sociale" della nave Mare Ionio)