Democrazia è partecipazione. E forse questo ce lo stiamo dimenticando…
è sufficiente vedere il numero di coloro che si recano alle urne alle
tornate elettorali. Invece – ce lo ricorda anche la tematica scelta per
la 50a Settimana sociale dei cattolici in Italia, che si terrà a
Trieste dal 3 al 7 luglio e avrà come tema “Al cuore della democrazia: partecipare tra
storia e futuro” –, invece, dicevo, partecipare è prendersi le
responsabilità di uno sguardo che vada oltre i propri interessi
personali o di gruppo, è avere a cuore la cosa pubblica, è prendersi
cura dei diritti di tutti, perché – come affermava Gino Strada - “I diritti degli uomini devono essere di
tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”.
Con questa profonda convinzione molte realtà del Terzo Settore operano
anche nel Friuli non per contrapposizione sistematica a un sistema, ma
per dare il proprio contributo e collaborare, facendo la propria parte,
affinché chi è in dovere di prendere le decisioni a livello politico
possa avere un quadro completo e con uno sguardo dal basso, di chi
opera sulla strada, tra la gente.
Franco Basaglia per altri versi chiamava questo “Welfare di comunità”: un modello
partecipato e creativo di sviluppo locale sostenibile, dove le persone
condividono le proprie idee, implementando politiche sociali innovative
all’interno della comunità di riferimento.
Riteniamo che il faticoso lavoro che è stato presentato oggi 26 aprile
2024 alla stampa vada in questa direzione.
La Rete DASI - Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale del
Friuli Venezia Giulia, nata a fine 2008 come rete di cittadine/i e
organizzazioni della società civile impegnate nella tutela dei diritti
delle persone migranti presenti sul territorio regionale, ha promosso
il Report sulle persone fuori accoglienza a Udine, firmato da una
dozzina di realtà: Rete DASI Fvg, in
particolare Associazione ARUM, Associazione La Tela, Associazione
Strada Facendo di Manzano, CeVI - Centro di Volontariato
Internazionale, Centro di Accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano,
Comitato No Autonomia Differenziata Fvg, Comitato StopTTIP, Donne in
Nero, CGIL, Ospiti in Arrivo, Rete Radié Resch e Time for Africa.
Il Report è frutto di una lunga indagine condotta a partire dalla fine
della scorsa estate da attiviste e attivisti appartenenti a diverse
Associazioni e descrive lo stato del sistema di accoglienza a Udine e
in particolare la grave condizione in cui si trovano molti richiedenti
asilo da tempo presenti in alcuni spazi dell’ex caserma “Cavarzerani”,
ma non registrati tra le persone accolte in quel CAS.
L’intento è pertanto quello di offrire un contributo al miglioramento
delle condizioni di vita di tutte le persone senza accoglienza e a
quella dei richiedenti asilo presenti sul territorio comunale. Per
questo motivo il Report si conclude con alcune richieste rivolte alla
Prefettura e al Comune di Udine, istituzioni a diverso titolo coinvolte
nella gestione dei fenomeni che il Report descrive.
Alla conferenza stampa sono intervenuti:
- Paolo Iannaccone, presidente del Centro Balducci, che
ha fatto gli onori di casa e ha introdotto il Report;
- Rossella Marvulli, attivista indipendente, che ha
parlato del metodo di lavoro utilizzato per il Report;
- Davide Castelnovo, volontario di Ospiti in Arrivo, che
ha fornito brevemente dati generali sui CAS/SAI;
- Laura Pagliari, volontaria di Ospiti in Arrivo, che
ha specificato la situazione delle persone fuori accoglienza alla
Cavarzerani;
- Annalisa Comuzzi, volontaria della Rete Dasi e di Donne in
Nero, che ha presentato le richieste alla Prefettura e al Comune
di Udine;
- Gianfranco Schiavone, presidente ICS - Consorzio Italiano di
Solidarietà e parte del direttivo del Centro Balducci, che ha
tirato le conclusioni e aperto al dibattito.
Ora questo lavoro viene offerto agli organi competenti e all’intera
cittadinanza perché contribuisca a portare scelte di umanità foriere di
un futuro più dignitoso per tutte e per tutti. Riteniamo, infatti, - si
conclude così il documento - "che la politica debba esprimere
coraggio, lungimiranza e capacità di progetto traducendo sul piano
pratico i valori di solidarietà e giustizia sociale, dando sostegno
alle persone più fragili e svantaggiate, troppo spesso condannate
all'invisibilità e alla marginalità".
In allegato il Report sulle persone fuori accoglienza a Udine in pdf