BOICOTTAGGIO DISINVESTIMENTO E SANZIONI VERSO ISRAELE (BDS)
BOICOTTAGGIO DISINVESTIMENTO E SANZIONI VERSO ISRAELE (BDS)
Campagna Internazionale
Zugliano - Centro Balducci - Sala "Mons. Luigi Petris" - mercoledì 9 giugno 2010 ore 20.30

INCONTRO/DIBATTITO

Il boicottaggio verso Israele: uno strumento nonviolento in difesa della legge internazionale e del diritto umanitario

PROGRAMMA

Introducono

Pierluigi Di Piazza, Centro di Accoglienza “E. Balducci” Zugliano

Mariolina Meiorin, Donne in Nero Udine

Interviene

Diana Carminati, già docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università di Torino, attualmente impegnata in ISM-Italia (International Solidarity Movement-Italia)


Da tanto, troppo tempo, donne e uomini di tutto il mondo (Israele incluso) chiedono una pace giusta tra israeliani e palestinesi, che riconosca al popolo palestinese il diritto all’autodeterminazione.
Ma lo Stato d’Israele continua nel suo percorso di acquisizione di terra negando ai Palestinesi il diritto a vivere, con la costruzione del muro dell’apartheid che ha di fatto spezzettato la continuità territoriale della Cisgiordania e che rende impossibile la vita, lo studio, la cura della salute, le attività economiche, in particolare la coltivazione dei campi.  Così l’economia palestinese è sempre più in agonia.
A Gerusalemme est è prevista la costruzione di 1600 appartamenti per coloni israeliani, mentre continuano le demolizioni e lo sfratto violento di intere famiglie palestinesi dalle loro case.
Vogliamo dirvi di Bil’in, un villaggio palestinese della Cisgiordania, che vuole continuare ad esistere, che lotta per salvaguardare la sua terra, i suoi uliveti, le sue risorse e la sua libertà. Lo Stato di Israele, annettendosi il 60% delle terre di Bil’in per costruirci il muro di separazione, sta distruggendo questo villaggio giorno dopo giorno. Sostenuti da attivisti israeliani e internazionali, gli abitanti di Bil’in manifestano pacificamente tutti i venerdì  davanti al “cantiere della vergogna”. E tutti i venerdì l’esercito israeliano risponde con l’uso della violenza fisica e morale.
Il 15 marzo 2010 le autorità militari israeliane hanno dichiarato “zone militari chiuse”, soggette a coprifuoco, i villaggi di Bil’in e Nil’in, ogni venerdì, dalle 8 del mattino alle 8 di sera per un periodo di sei mesi, con la minaccia di arresto per palestinesi, israeliani e internazionali che lì manifestano pacificamente.
Vogliamo ricordarvi di Gaza. Dopo l’aggressione avvenuta un anno fa, con 1400 morti – in gran parte civili, circa un terzo bambini – e migliaia di feriti, Gaza continua ad essere la prigione a cielo aperto più grande del mondo, con 1.500.000 abitanti a cui viene negato ogni diritto, persino l’arrivo degli aiuti umanitari.
Per questo aderiamo alla campagna internazionale, promossa da associazioni e sindacati palestinesi, e sostenuta anche da donne e uomini  israeliani che rifiutano la politica di guerra del loro governo.

Questa campagna chiede a tutti, con un gesto consapevole, di non aiutare l’economia di guerra israeliana, di non tramutare le merci in sostegno alla guerra.

L'INVITO E' DI NON COMPRARE MERCI ISRAELIANE PRODOTTE NEI TERRITORI OCCUPATI E MERCI DI SOCIETA’ ISRAELIANE O MULTINAZIONALI CHE SOSTENGONO L’APARTHEID E L’OCCUPAZIONE.

La campagna internazionale BDS, promossa da associazioni e sindacati palestinesi, e sostenuta anche da donne e uomini israeliani che rifiutano la politica di guerra del loro governo, chiede a tutti, con un gesto consapevole, di non aiutare l’economia di guerra israeliana, di non comprare merci israeliane prodotte nei Territori occupati e merci di società israeliane o multinazionali che sostengono l’apartheid e l’occupazione.

Sostenere il BDS è un gesto pacifico di donne e uomini che desiderano la pace. E’ un gesto concreto nonviolento che può toccare gli interessi economici di Israele e riportare in agenda la costruzione di una pace giusta per la Palestina.


Ecco alcuni MARCHI da BOICOTTARE, i cui prodotti sono reperibili nei nostri supermercati:

Carmel - Jaffa
Tutta la frutta e verdura prodotta dalle colonie israeliane nei Territori Occupati ha il marchio Carmel o Jaffa. Nella Valle del Giordano la colonizzazione israeliana controlla in modo diretto il 95% della terra palestinese, con basi militari, 30 colonie illegali e immense piantagioni. Ai Palestinesi della Valle non è consentito costruire o ristrutturare le proprie case, scavare pozzi o trasportare liberamente i loro pochi prodotti agricoli ai mercati. Mentre i loro ortaggi marciscono ai posti di blocco, quelli delle colonie vengono speditamente esportati in Europa attraverso la “Carmel-Agrexco”. L’80% dei prodotti della Carmel viene esportato in Europa, attraverso la Francia, la Spagna e dalla scorsa estate anche attraverso l’Italia, al porto di Vado Ligure (Savona). Pompelmi, avocado, melograni, mango, datteri e altri prodotti con il marchio Carmel e Jaffa sono venduti in tutti i principali supermercati italiani.

Madi Ventura
E’ un'altra azienda italiana che importa prodotti israeliani, specializzata nel trattamento e nell'importazione di frutta. La Madi Ventura importa e commercializza arachidi da Israele e le confezioni recano soltanto la scritta "Made in Israel", senza indicare il luogo esatto di provenienza, che potrebbe quindi essere in realtà territorio palestinese occupato.  

Lavazza
La Lavazza da oltre due decenni è leader nel mercato israeliano del caffé, delle macchine per bar e uffici, dell’architettura e dell’arredamento dei locali, attraverso la ditta israeliana Gils Coffee Ltd. Il boicottaggio della Lavazza è raccomandato dalla Coalizione israeliana delle Donne per la Pace, anche per il legame  diretto fra la Lavazza stessa e la Eden Springs Ltd., azienda israeliana che dal 2002 detiene i diritti per  la distribuzione delle macchine per il caffé e delle capsule di caffè “Lavazza – Espresso Point”. La Eden  Springs imbottiglia e  distribuisce l’acqua delle Alture del Golan, territorio siriano occupato e colonizzato  illegalmente da Israele dal 1967.


Ahava
Cosmetici: questo marchio usa il sale, i minerali e il fango del Mar Morto, risorse naturali estratte nei territori occupati della Cisgiordania. I prodotti sono fabbricati nell’insediamento israeliano illegale di Mitzpe Shalem.

L'Oreal / The Body Shop
Quest’azienda di cosmetici e profumi è conosciuta per i suoi investimenti e le attività di produzione in Israele, compresa la produzione in Migdal Haemek, la "Silicon Valley" di Israele, costruita sul terreno di un villaggio palestinese, Al-Mujaydil, vittima di pulizia etnica nel 1948. Nel 1998, un rappresentante dell'Oreal è stato premiato dal Primo Ministro israeliano Netanyahu per aver rafforzato l'economia israeliana.

Estée Lauder
Cosmetici. Il presidente di Estée Lauder, Ronald Lauder, è anche presidente del JNF (Jewish National Fundo – Fondo Ebraico Nazionale), un’agenzia paragovernativa sionista, la cui funzione principale è quella di legittimare l’occupazione israeliana della terra palestinese ed é collegata quindi alla costruzione di insediamenti illegali. Marchi del gruppo: Clinique, MAC, Origins, Bumble & Bumble, Aveda.

Intel
Società che produce processori per computer e altri componenti hardware; impiega migliaia di israeliani, e le sue esportazioni da Israele ammontano ad oltre un miliardo di dollari l’anno. Sostenitore da lungo tempo di Israele, ha costruito un impianto sul territorio dell’ex villaggio Al Manshiya, oggetto di pulizia etnica nel 1949.


Caterpillar
Fornisce alle forze armate israeliane bulldozer, blindati ed equipaggiamenti per demolire le case palestinesi e sradicare gli alberi. Alcune associazioni israeliane come il Comitato Israeliano contro la distruzione delle abitazioni palestinesi e associazioni internazionali di sostegno al popolo palestinese invitano a denunciare Caterpillar. E’ possibile esercitare il boicottaggio di questa azienda rifiutando di acquistare i prodotti delle sue linee di abbigliamento (scarpe, maglioni, berretti, T-shirt, ecc.) e dei giocattoli (riproduzione in scala dei suoi bulldozer).

Motorola
Questo marchio, noto per i cellulari, produce anche fusibili per bombe e sistemi di guida dei missili. Componenti Motorola sono utilizzati anche in veicoli aerei senza equipaggio (“droni”) e nel settore delle telecomunicazioni e dei sistemi di sorveglianza utilizzati negli insediamenti, check-point e lungo il muro dell’apartheid.

TEVA (con la consociata DOROM)
E’ una casa farmaceutica israeliana che appoggia il governo e ne sostiene la politica degli insediamenti. La TEVA e la DOROM producono generici e quindi le medicine  portano il nome della sostanza che contengono (per la pressione, per il cuore, per le vie urinarie,ecc.). ma sulla scatola il marchio TEVA o DOROM compare sempre grande e leggibile.


I PRODOTTI DELLE COLONIE EBRAICHE NELLA PALESTINA OCCUPATA NON POTRANNO ESSERE ETICHETTATI COME  “ISRAELIANI”

Anche l’Europa, attraverso una decisione della Corte europea di giustizia, afferma che i beni provenienti dai 120 insediamenti - illegali , secondo il diritto internazionale -, non potranno godere dell’accesso privilegiato al mercato dell’Unione Europea garantito alle merci israeliane e d’ora in avanti dovranno essere tassati all’ingresso nella UE. La Corte ha aggiunto:” Le autorità israeliane sono obbligate a fornire informazioni sufficienti a indicare la vera origine dei prodotti”.


PER SAPERNE DI PIU’

www.whoprofits.org

www.coalitioncontreagrexco.com

www.boicottaisraele.it

www.inventati.org/bds-pisa

Promuovono la campagna di boicottaggio: Donne in Nero – Udine; Rete Radié Resch.

Aderiscono:  ARCI–Udine;  Arca della Pace; Centro Sociale Autogestito–Udine;  Ass.” Strada facendo”- Manzano;  Salaam Ragazzi dell’Olivo-Trieste;  CeVI;  Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra;  FIOM-CGIL Udinese Bassa Friulana; Unione Sindacale Italiana (a.i.t.);  Sinistra Ecologia Libertà; Unione Sindacale di Base (USB); Un Ponte Per- sez. Udine;  Centro E. Balducci Zugliano.


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