L’UNAR invita la Provincia di Pordenone a modificare il Piano territoriale per l’immigrazione in quanto in contrasto con la normativa anti-discriminatoria
L’UNAR invita la Provincia di Pordenone a modificare il Piano territoriale per l’immigrazione in quanto in contrasto con la normativa anti-discriminatoria
Accolti i rilievi mossi dalla segnalazione dell'ASGI nei confronti di un piano gravemente lesivo della dignità degli immigrati.

L'UNAR era stato sollecitato ad esprimere un parere e proprie raccomandazioni sul  piano provinciale immigrazione di Pordenone da una segnalazione inviata dall'ASGI il 30 agosto scorso.

L'ASGI sez. FVG aveva  espresso serie preoccupazione riguardo alle modalità con le quali gli stranieri immigrati  sono stati contattati per essere coinvolti nel progetto. La lettera di convocazione per il primo colloquio con psicologi in qualità di "facilitatori dell'integrazione" e volto a "definire il profilo della persona" , firmata dal Vice Presidente e Assessore competente, sig. Eligio Grizzo (Lega Nord) ed  inviata a tutti gli stranieri residenti nei Comuni coinvolti sulla base dei dati forniti dalle anagrafi, era stata formulata utilizzando un linguaggio intimidatorio ed ostile, facendo intendere allo straniero una supposta obbligatorietà nel  coinvolgimento nel progetto ("deve presentarsi"), specificandosi che in caso di mancata presentazione all'appuntamento, si sarebbe proceduto ad una segnalazione di merito alla Questura di Pordenone ("per ogni mancato appuntamento senza avviso, verrà fatta una segnalazione di merito alla Questura di Pordenone").  

La seconda segnalazione riguardava la parte del piano che prevede che  le persone immigrate in temporanea difficoltà economica conseguente ad uno stato di disoccupazione o cassa integrazione  vengano inserite in apposite liste, dalle quali potranno  essere selezionate a cura di un  apposito servizio gestito dalla Provincia per partecipare  a dei lavori di manutenzione delle strade provinciali o comunali, ricevendo in cambio dei voucher per lavoro occasionale.

L'ASGI aveva contestato il fatto che il progetto preveda  squadre di lavoro "miste" composte da sei lavoratori (un italiano e cinque stranieri), ove però il  caposquadra debba necessariamente essere di nazionalità italiana, mentre i subalterni saranno sempre di nazionalità straniera (vedi schemi a pag. 24  e pag. 29 e relazione di piano a pp. 25, 26 e 30).

L'ASGI ritiene che tale organizzazione del lavoro prefigurata dal progetto della Provincia di Pordenone sia indiscutibilmente illegittima in quanto in contrasto con una pluralità di norme di diritto internazionale, europeo, ed interno, sul divieto di discriminazioni etnico-razziali nell'ambito dei rapporti di impiego.

Nel parere, l'UNAR concorda sostanzialmente con l'analisi dell'ASGI ed  evidenzia che due sono gli aspetti del piano provinciale che non si conformano al diritto anti-discriminatorio di cui alla legislazione italiana e alla direttiva europea n. 2000/43. Innanzitutto  le modalità di coinvolgimento degli immigrati già sperimentate lo scorso anno, mediante l'invio di una lettera di convocazione per l'iniziale colloquio con i "facilitatori dell'integrazione". Secondo l'UNAR, il contenuto di tale lettera di convocazione "appare profilare un comportamento discriminatorio ed in ogni caso non conforme al potere attribuito alla Pubblica Amministrazione" in quanto lascia intendere un obbligo di presentarsi al colloquio e partecipare al progetto, pena la segnalazione presso gli uffici della questura.  Secondo l'UNAR, "non può prospettarsi all'immigrato alcun dovere di partecipazione all'iniziativa", pena la violazione di "diritti fondamentali, attinenti alla dignità della persona e alla libertà di autodeterminazione, diritti assolutamente non pretendibili nel suo esercizio, neppure da un ente pubblico che agisce per finalità sociali", così come la segnalazione alla questura "può ricorrere soltanto in ipotesi di mancata ottemperanza ad un ordine o comando della pubblica autorità/autorità giudiziaria o in ipotesi di reato" e non può essere certo estensibile a situazioni relative alla gestione di progetti aventi finalità sociali.

La seconda questione che era stata sollevata dalla segnalazione dell'ASGI e che viene ripresa dal parere dell'UNAR riguarda la previsione dell'impiego di immigrati in   lavori socialmente utili nel settore della manutenzione delle strade provinciali. Secondo l'UNAR, "la finalità sociale del progetto di facilitazione dell'integrazione degli immigrati attraverso l'inserimento nel mondo del lavoro viene immediatamente contraddetta dalle modalità operative del progetto nella parte in cui si prevede di attribuire soltanto al cittadino italiano le funzioni di caposquadra". Secondo l'UNAR tale previsione di una gerarchia fissa dei ruoli lavorativi secondo la condizione di cittadinanza contrasta con il principio di non discriminazione in materia di lavoro fissato da numerose norme di diritto internazionale, europeo e nazionale (Convenzioni OIL, Convenzioni ONU, Carta europea dei diritti fondamentali, Direttive europee, Statuto dei Lavoratori,  Testo Unico immigrazione) e non risponde ad un criterio di ragionevolezza in quanto  le distinzioni tra caposquadra e manovali devono rispondere unicamente a  requisiti di competenza e capacità lavorativa, a prescindere dalla nazionalità.

L'ASGI esprime soddisfazione per la presa di posizione dell'UNAR che smentisce quanto aveva affermato sul proprio blog  il Presidente della Provincia di Pordenone, il 2 settembre scorso, sottolineando che il piano provinciale immigrazione si baserebbe  "su principi di buon senso e legalità" e non sarebbe  razzista ma  volto "a promuovere un'integrazione fondata sul rispetto delle leggi e delle regole civili", mentre le critiche delle associazioni, tra cui l'ASGI, sarebbero solo "attacchi pretestuosi" motivati politicamente.

Avendo in considerazione che l'UNAR è un ufficio collocato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministero per le pari opportunità, è del tutto evidente che le critiche mosse al piano provinciale immigrazione della Provincia di Pordenone non hanno alcun  fine politico. Tali critiche  rispondono invece all'esigenza di tutelare principi e valori fondamentali di legalità costituzionale messi in discussione da provvedimenti e comportamenti istituzionali come quelli promossi dalla Provincia di Pordenone con il suddetto piano  che  vengono a  ledere regole di civiltà fondamentali quali  il valore dell'uguaglianza e della pari dignità sociale delle persone.

a cura del Servizio di Supporto giuridico contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose, progetto ASGI con il sostegno  della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS.

SCARICA il Parere dell'UNAR sul piano provinciale dell'immigrazione della provincia di Pordenone (186.77 KB)

SCARICA la Lettera di accompagnamento al parere dell'UNAR dd. 21.10.2010 (35.7 KB)

SCARICA la Segnalazione dell'ASGI all'UNAR in merito al Piano territoriale immigrazione della Provincia di Pordenone 2010-2011 (107.05 KB)

SCARICA il Piano territoriale per l'immigrazione 2010-2011 della Provincia di Pordenone  (480.72 KB)

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