NO ALLA GUERRA, NO AI CIE
NO ALLA GUERRA, NO AI CIE
Gradisca d'Isonzo e Pordenone per il 2 aprile
Aviano e Gradisca - Sabato 2 aprile 2011 ore 16.00

L'APPELLO DI PORDENONE
No al tiranno Gheddafi e Si all'autodeterminazione del popolo libico, Si ad un programma di aiuti e/o di accoglienza per chi scappa da guerre, persecuzioni, fame, povertà.
Base militare Usaf di Aviano alle ore 16.00

Accogliamo e facciamo nostri appelli, le semplici e condivise parole dell'appello nazionale per fare del 2 aprile una giornata nazionale contro guerra/e, a sostegno della libertà e autodeterminazione dei popoli:
Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Gheddafi ha scelto la guerra contro i propri cittadini e i migranti che attraversano la Libia. E il nostro Paese ha scelto la guerra "contro Gheddafi": ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria.
Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. Ogni "guerra umanitaria" è in realtà un crimine contro l'umanità.
Se si vuole difendere i diritti umani, l'unica strada per farlo è che tutte le parti si impegnino a cessare il fuoco, a fermare la guerra, la violenza, la repressione.
Per questi motivi proponiamo di trovarci (ognuna/o con i suoi simboli o posizioni)
sabato 2 aprile (nella stessa ora della manifestazione nazionale) alle 16.00
davanti alla base militare Usaf di Aviano (pn) con depositi nucleari, base dalla quale partono gli arei  delle missioni militari, dei bombardamenti.
Ai rombi dei motori della morte facciamo sentire parole e musica di pace,  solidarietà con i popoli del nordafrica, della convivenza e dell’accoglienza, contro ogni razzismo e discriminazione.
Porta la bandiera della pace o un cartello/striscione contro la guerra!!!!!
Appello promosso da: Valentino De Piante - Aviano e Michele Negro – Pordenone

Prime adesioni: Circolo ARCI di Montereale Valcellina, Circolo Legambiente Prealpi Carniche, Rifondazione Comunista - Federazione della Sinistra
Manda la tua adesione all’appello a michele-negro@libero.it  o tel. a 3384475550


L'APPELLO DI GRADISCA D'ISONZO
Chiudere subito i Cie vergogna d'Europa
Presidio davanti al lager di Gradisca d'Isonzo, in Via Udine dalle ore 16.00

Cinque anni di vite spezzate.

Scioperi della fame, rivolte, tentativi di fuga, per fortuna spesso andati a buon fine, ma anche atti di autolesionismo, pestaggi, tentati suicidi.
A quasi cinque anni dall'apertura (la prima reclusione nella caserma Polonio risale al 7 marzo 2006), il CIE di via Udine a Gradisca d'Isonzo è quasi interamente distrutto dai suoi stessi reclusi: cento persone che dormono a terra in sala mensa senza letti né coperte.
Molti di questi provengono dalle rivolte nordafricane, esattamente come chi oggi si trova "recluso" a Lampedusa.
I C.I.E., che il Governo vorrebbe di fatto raddoppiare in tutta Italia, si confermano per quello che sono:una terribile idiozia.
Di fronte alle rivolte in Nord Africa e alla caduta dei regimi autoritari, i meccanismi di controllo e feroce repressione adottata dagli accordi di rimpatrio e respingimento dei migranti hanno dimostrato l'incapacità di controllare o "gestire" l'intensità dei flussi migratori.
Unicamente motivazioni ideologiche e un'assurda volontà persecutoria nei confronti dei migranti possono oggi giustificare la presenza nel nostro Paese di strutture simili. Oppure, una seconda ipotesi, molto più materiale: il fatto che finora i C.I.E.sono stati un business molto allettante per costruttori e “enti gestori”, anche di cooperative come la “nostra” Minerva di Gorizia o come l'attuale gestore della struttura di Gradisca d'Isonzo, il Consorzio di Cooperative e Associazioni di Volontariato Connecting People; di fatto la gestione del C.I.E di Gradisca costa oggi più di 5 milioni di euro all’anno.
Il 2 aprile 2011 in tutta Italia si manifesterà contro i bombardamenti in Libia e contro la guerra ai migranti.

Facciamo nostro l'appello alla mobilitazione contro i bombardamenti e aderiamo a quella giornata proponendo un presidio davanti al C.I.E. Di Gradisca portando la nostra rabbia e indignazione rispetto a quanto in questi giorni vediamo succedere nel nostro Paese.

Invitiamo tutte le realtà organizzate e singoli cittadini, che in tutti questi anni hanno mantenuta alta l'attenzione su quanto accadeva all'interno di presidiare nuovamente quel dispositivo di guerra e repressione, non solo per la chiusura di Gradisca, ma anche contro i bombardamenti e contro l'ipotesi di apertura di altre strutture detentive per i migranti e profughi provenienti dal nord Africa.

A fianco di chi ha lasciato il proprio Paese nella speranza di un futuro migliore o di poter semplicemente sopravvivere ed è stato intercettato dalla polizia di frontiera, come anche di chi vive in Italia da anni e ha perso il lavoro e non si è visto rinnovare il permesso di soggiorno, o ancora di chi, vittima di tratta, da una strada è finito dietro le sbarre.

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