Colpita a 22 anni quella mattina del 6
agosto 1945, le è stata amputata una gamba; poco a poco, in qualche
anno ha trasformato il suo vissuto di sgomento e di odio, in amore e
dedizione alla causa della pace, percorrendo il Pianeta, prima
appoggiandosi alle stampelle e poi sulla sedia a rotelle.
“Per chi l’ha incontrata e conosciuta -
dice don Pierluigi Di Piazza con commozione – è stata e resta un segno,
un esempio luminoso. Posso condividere fra gli altri momenti questi:
quando nel 2003 abbiamo inaugurato l’edificio più ricettivo
dell’accoglienza con lei abbiamo piantato l’albero della pace
“Aoghiri”, cresciuto poi nel giardino del Centro.
Quando ci siamo recati davanti alla
Base Usaf di Aviano e lei con la dolcezza che la caratterizzava,
insieme alla fermezza ha affermato la sua desolazione perché l’umanità
non capisce ancora che la sua salvezza non potrà mai venire dalle basi
militari, dai cacciabombardieri, dalle bombe atomiche, richiamando
tutti ad un maggior impegno.
E ancora un incontro con gli studenti
dell’Istituto Statale d’Arte: dopo averla ascoltata con una attenzione
e un silenzio davvero speciali i giovani l’hanno attorniata quasi
increduli di fronte ad una sapienza del cuore così profonda.
Quando una piccola delegazione del
Centro Balducci si è recata a Hiroshima e Nagasaki per il 60°
anniversario, incontrarla nei luoghi della tragedia ha assunto una
pregnanza ed un significato del tutto particolari.
“Mai più Hiroshima , mai più Nagasaki,
mai più atomiche; ed ampliando mai più armi e guerre”.
Questo è il messaggio che ripropongono
gli “hibakusha”, che ci ha comunicato l’amica Suzuko.
La ricordiamo con commozione e
gratitudine. Sentiamo che continua a camminare con noi.”
A nome del Centro Balducci
Pierluigi Di Piazza