Chiediamo
che l’esito del voto sul I quesito referendario (l’abolizione del
Decreto Ronchi) determini anche nella nostra Regione, che sarà comunque
costretta a mettere mano alla legge regionale sull’acqua (L.R. 13/2005)
entro quest’anno, una svolta verso:
-
una gestione completamente pubblica dell’acqua, che faccia
uscire i privati dal servizio idrico integrato;
-
una maggiore autonomia dei comuni, soprattutto per le zone
montane, nella gestione dei servizi;
-
un coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte sul tema
acqua, attraverso le modalità della democrazia partecipativa;
-
l’avvio di politiche concrete di riduzione degli sprechi e del
consumo di acqua minerale in bottiglia, a tutela dell’acqua di
rubinetto, più economica e sostenibile dal punto di vista ambientale
Allo
stesso modo chiediamo che l’applicazione di quanto previsto dal II
quesito referendario (l’abolizione della remunerazione del capitale
investito attraverso la tariffa), determini da parte delle AATO una immediata
rivisitazione del calcolo delle tariffe, che non devono più
contenere quel 7% di remunerazione del capitale investito che è stata
dichiarata illegittima dal voto popolare.
Alle
richieste formulate alla Regione FVG e alle AATO, si aggiunge la
richiesta ai Comuni, in particolare di Udine e Trieste, di avviare
immediatamente dei percorsi istituzionali che riportino la gestione
dell’acqua di queste città in mano completamente pubblica.
Le
nostre proposte dettagliate e le tappe per raggiungere questi obiettivi
saranno presentati sabato 17 settembre a Pesariis (Ud), a
conclusione della Scuola estiva della Decrescita, in una giornata
dedicata interamente ai beni comuni e all’acqua. Interverrà Alberto
Lucarelli, il neo assessore ai beni comuni del Comune di Napoli,
che è stato anche uno dei giuristi che ha redatto i quesiti referendari
sull’acqua.
Napoli
è un Comune “apripista” nel contesto italiano: nella prima seduta della
nuova giunta del Sindaco De Magistris è stata assunta la delibera che
prevede la ripublicizzazione della società di gestione del Servizio
Idrico Integrato; insieme a Lucarelli intendiamo dunque individuare un
percorso fattibile di ripublicizzazione anche per la nostra Regione.
Il protagonismo dei
Comuni nella prosecuzione della campagna regionale per l’acqua bene
comune avrà una nuova occasione di manifestarsi l’8 agosto p.v. a Cercivento,
in occasione della consegna al Comune di Cercivento della Bandiera
Verde di Legambiente; tale premio, che sarà consegnato dal
Presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, – spiegano
Elia Mioni di Legambiente e i rappresentanti del Comitato Aghe di Mont
– è motivato dal fatto che Cercivento è il Comune italiano che ha visto
la percentuale di votanti al referendum più alta di tutta l’Italia
(76,32% con il 98,5% di Sì).
La mobilitazione di
migliaia di cittadini e centinaia di associazioni e movimenti sociali
che si è verificata nella campagna referendaria – aggiunge Don
Pierluigi Di Piazza, del Centro di Accoglienza Balducci – dimostra una nuova
sensibilità attorno al tema dei beni comuni e dei diritti
inalienabili delle persone e delle comunità. A partire dall’acqua oggi
è pertanto possibile e doveroso pensare a modalità di gestione delle
risorse e dei territori che mettono al centro la sostenibilità, la
democrazia, la partecipazione e i diritti di tutti, non i privilegi di
pochi. Il Centro Balducci ha chiamato il Comitato referendario –
continua Don Di Piazza – a collaborare nella realizzazione dei lavori
del convegno annuale del Centro, in particolare
nell’organizzazione della giornata del 2 ottobre quando le acque
provenienti da diversi Paesi del mondo e dai diversi fiumi della nostra
regione si uniranno insieme nel Lago di Cavazzo a simboleggiare
l’universalità del bene comune acqua e dei movimenti che lo difendono.