Sul
fascismo
Presentazione del libro di Ivo Andrić
Centro E. Balducci, Sala Mons. Petris
Lunedì 28 novembre 2011, ore 18.00
Ivo Andrić per circa due anni (1920-1921) assunse l’incarico di
diplomatico presso l’ambasciata del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni
in Vaticano. Durante il suo periodo romano un fenomeno politico e
sociale non sfugge alla penna dello
scrittore: la nascita e lo sviluppo del fascismo. Tutti i suoi scritti
su questo tema sono stati elaborati dopo la sua permanenza a Roma e
quella, brevissima, a Trieste (fine 1922 - inizio 1923) e pubblicati
sulle riviste letterarie croate e serbe nel periodo 1923-1926. Questi
saggi trasmettono intatta l’originalità dello sguardo di Andrić sul
fascismo e le sue conseguenze, un fenomeno che al tempo suscitò molte
perplessità nelle cancellerie e nei parlamenti delle cosiddette vecchie
democrazie e che oggi, travestito a volte da varie forme di
populismo, conferma la sua preoccupante vitalità
ideologica.
«Il fascismo incrementa il numero dei propri avversari e non smette di
attirare l’attenzione sulle proprie azioni sconsiderate. Mostra sempre
di più la propria incapacità di dominarsi o governare.
Resta una sola domanda: come e quando il fascismo cadrà dal governo:
dopo il sangue e le catastrofi, o dopo una più o meno burrascosa crisi
politica e parlamentare? In altre parole, il
signor Mussolini userà la forza della quale dispone o lascerà Palazzo
Chigi con signorilità e rassegnazione, “senza sbattere la porta dietro
di sé”?».
Zagabria, 1925
L'articolo di AVVENIRE del 23 novembre 2011
Partecipano:
Boris Pahor
scrittore
Božidar Stanišić
curatore del volume
don Pierluigi
Di Piazza
responsabile del Centro E. Balducci
Letture di
Graziella
Castellani
Ivo
Andrić nasce a Dolac (Travnik, oggi in Bosnia-Erzegovina) nel 1892.
Croato di nascita, patriota bosniaco, scrittore in
lingua serba che scelse Belgrado come propria dimora, diplomatico e
uomo politico al servizio del Regno della Jugoslavia (fu a Roma,
Trieste, Bucarest, Madrid, Ginevra, Berlino) fino allo scoppio della
Seconda guerra mondiale; parallelamente alle sue attività di uomo di
stato, Andrić ha prodotto un’immensa opera letteraria.
In essa, si esprime, amplificata e approfondita, la sua accanita
volontà di impedire alle barriere nazionali, ideologiche o di qualsiasi
altro genere, di confondergli la vista.
Il premio Nobel corona questo percorso nel 1961.
Tra le sue opere più famose, ormai considerate dei classici della
letteratura europea, La cronaca di Travnik e Il ponte sulla Drina.
Andrić muore a Belgrado nel 1975.