Come si intrecciano guerra e finanza?
E che influenza hanno sul nostro quotidiano? Come utilizziamo le
nuove tecnologie per comunicare e essere informati? Come costruiamo
un'economia a misura d'uomo in tempo di crisi?
Sono solo alcune delle domande a cui cercheremo di rispondere insieme,
con l'aiuto di:
- Andrea Baranes,
presidente di Fondazione Culturale Responsabilità Etica
- Chiara Belingardi,
ricercatrice di Progettazione della Città, Territorio, Paesaggio
- Lisa Clark, fondatrice di
Beati i Costruttori di Pace e della Campagna per il Disarmo Nucleare
- Achille Lodovisi, storico
e geografo, esperto di commercio di armamenti
- Tiziana Melloni,
giornalista freelance di media online, fa parte del "Nocciolo Duro" di
Wikicrazia
- Melita Richter,
sociologa, esperta di storia e società dei Balcani
- Raffaele Salinari, medico
chirurgo, scrittore, presidente di Terres Des Hommes
Per partecipare contattate l'indirizzo
tendapace@gmail.com
L'iscrizione e` libera (max 40 persone). Offriremo ospitalita` ai
partecipanti.
Con il contributo della Regione FVG e il patrocinio del Comune di
Staranzano e della Provincia di Gorizia
Nel settembre 2007 ci eravamo incontrati per riflettere sulle nostre
esperienze di re-esistenza. Ci eravamo lasciati con l'idea di
"ricongiungere, costruire, affermare, curare, fare rete". Nel
2012 ci ritroviamo in un contesto radicalmente diverso. Il nostro mondo
e` al tramonto, immerso in una crisi finanziaria, economica, ecologica,
energetica, democratica, demografica. La ristrutturazione del
capitalismo globale porta nel cuore dell'Europa le devastazioni che
eravamo abituati a vedere nei paesi "in via di sviluppo". Abbiamo
alle spalle un successo enorme, i referendum di giugno che hanno
rilanciato l'idea di bene comune, ma ci troviamo in un contesto
politico di sempre più veloce erosione dei diritti e imbrigliamento del
pensiero critico.
Dovremmo essere noi piccoli liberi pensatori a trovare una via d'uscita
da questo pasticcio?
Intendiamoci, sui principi abbiamo idee chiare, sappiamo da che parte
stare. Sappiamo che la finanza non deve dominare sull'economia, che la
rendita non deve dominare sul lavoro, che libertà e democrazia
sono incompatibili con le strategie capillari di controllo, che non si
può ragionevolmente pensare ad una crescita infinita dei profitti e dei
consumi, che la cura dei beni comuni devono prevalere sulla difesa
della proprietà privata.
Quello che non sappiamo ancora fare, se e` vero che siamo il 99% (voi
G8, noi sei miliardi...), e` concepire una visione del mondo che
permetta di trovare un terreno di azione comune.
Eppure in questa crisi potrebbero nascondersi grandi opportunità.
Come coglierle?
Come interpretare la nostra indignazione?
Come evitare di pattinare sul ghiaccio senza mai incidere?
Come evitare di trasformare i nostri strumenti di lotta in riti
consolatori?
E come ci comportiamo di fronte alle ribellioni nelle quali la dignità
diventa violenta di fronte ad un'aggressione? Facciamo tesoro del
principio del "so-stare nel conflitto" o ci ritiriamo scandalizzati,
secondo i canoni del pacifismo di maniera?
Discutiamone insieme, alla ricerca delle chiavi di lettura, per capire:
Come si intrecciano guerra e finanza? E che influenza hanno sul
nostro quotidiano?
Cosa sta succedendo in Nord Africa, in USA, in Grecia, in Spagna,
in Italia?
Come utilizziamo le nuove tecnologie per comunicare e essere informati?
Cosa faremo quando Israele attaccherà le centrali nucleari iraniane?
Come costruiamo un'economia a misura d'uomo in tempo di crisi?
Che influenza può avere il nostro quotidiano sulle grandi dinamiche
globali?