Modena, 22 marzo 2012 - Andrea e
Senad, i due fratelli di origine bosniaca trattenuti al Cie e finiti al
centro di una lunga polemica, sono stati rilasciati (
guarda il video). Il giudice di pace ha infatti
accolto il ricorso dei due fratelli ed ha annullato il decreto di
espulsione emesso dal questore di Modena. L'avvocato Luca Lugari ha
dichiarato che si tratta di una sentenza storica, perchè sancisce
l'impossibilità di espellere chi è nato in Italia da genitori
stranieri. E’ la prima volta in Italia che questo principio viene
affermato da un magistrato.
’Ringraziamo la Giustizia italiana, il giudice, il nostro avvocato e i
cittadini che hanno seguito la nostra vicenda’’. Sono le prime parole
dei due fratelli. ‘’Io ho due figli, uno di 4 mesi e uno di due anni -
ha detto Senad, 24 anni - ed era un mese e undici giorni che non li
vedevo. Ora noi vorremmo vivere una vita normale, trovare un lavoro
rimanendo in provincia di Modena dove abbiamo sempre vissuto’’. ‘’Pur
uscendo dal Cie - ha aggiunto Senad Seferovic - abbiamo un po’ di
paura, qualcuno dice che la polizia potrebbe prenderci e riportarci
dentro. Sono state settimane difficili per noi, in brutte condizioni
chiusi al Cie’’.
LA STORIA. I due fratelli erano al Cie da un mese, cioè da quando i
loro genitori avevano perso lavoro e permesso di soggiorno. Nota è
stata la loro richiesta di essere liberati, con una lettera inviata
alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e al presidente Napolitano.
Sulla vicenda, nei giorni scorsi, aveva preso posizione anche il
senatore modenese, ed ex ministro, Carlo Giovanardi, secondo cui a
carico dei due fratelli ci sarebbero diversi precedenti penali.
LE REAZIONI
La responsabile nazionale della rete Primo marzo: "Passo in avanti per
una proposta di legge per cambiare i requisiti necessari a diventare
cittadini italiani”
‘’Bisogna chiarire quale sia la funzione dei Cie - commenta la
consigliera provinciale del Pd, e responsabile nazionale della rete
Primo marzo, Kyenge Kashetu - perche’ il rischio reale e’ che possano
diventare luoghi di discriminazione. Occorre cambiare, e in maniera
celere, la Bossi-Fini’’. “Una sentenza in cui ha vinto il senso di
responsabilita’”, continua la Kashetu - La decisione e’ stata basata
sulla nascita dei ragazzi in Italia, quindi sullo ius soli - spiega
Kyenge Kashetu- e’ un passo avanti nella direzione di una proposta di
legge per cambiare i requisiti necessari a diventare cittadini
italiani”. Attualmente, l’ottenimento della cittadinanza da parte dei
minori figli di stranieri e’ basato sullo ius sanguinis, cioe’ scatta
nel momento in cui a diventare cittadino italiano e’ il padre o la
madre. “Ma chi nasce in Italia non e’ un migrante - prosegue la
consigliera del Pd modenese - non si puo’ lavorare per l’integrazione
finche’ ci sono leggi come questa, che classificano i figli in base
all’appartenenza etnica dei genitori. E’ una forma di persecuzione”.
La sentenza storica di Modena denuncia le contraddizioni tra uno stato
di fatto, l’essere nati e rimasti in Italia per tutta la vita, e quello
che l’avvocato dei due ragazzi, Luca Lugari, definisce un “vuoto
legislativo”. “Procederemo alla loro regolarizzazione per quanto ci
consente la legge italiana- prosegue il legale- ma senza lo ius soli
possiamo solo chiedere lo status di apolidi”. Il problema della
detenzione nei Cie riguarda da vicino quello sulle leggi della
cittadinanza, come fa notare Kashetu: “Dovrebbero essere centri di
identificazione, ma ragazzi come Andrea e Senad, nati in Italia, sono
gia’ stati identificati dall’anagrafe, nel momento in cui sono venuti
al mondo. Bisogna iniziare a fare chiarezza a livello nazionale su
quali categorie di persone vengano rinchiuse dentro i Cie, che all’oggi
sono vere carceri etniche”. La consigliera vede la sentenza come un
punto di avvio per un vero cambiamento. “Riconosce la nascita come
quello che dovrebbe essere, l’inizio di un percorso di integrazione e
di inclusione. Speriamo che da oggi sara’ piu’ facile promuovere
pratiche di accoglienza e apertura, invece che di repressione e
reclusione”.
Kyenge Kashetu e’ molto critica verso le dichiarazioni di altri
personaggi politici, come Carlo Giovanardi, che si sono espressi contro
alla sentenza citando i precedenti penali di Andrea e Senad come
motivazione per farli restare nel Cie. “Sono commenti populisti, che
alimentano la confusione per fare propaganda - afferma- e oltretutto si
contraddicono da soli, ammettendo che queste istituzioni sono strutture
punitive. Se i ragazzi erano criminali, perche’ non sono stati messi in
carcere invece che nel centro?”. E’ la stessa domanda che si pone uno
dei diretti interessati, in un modo che fa capire quanto vada ripensato
il ruolo dei Cie: “Dicono che ho commesso reati, ma per quei reati ho
gia’ pagato. Allora se e’ cosi’ anche gli italiani che hanno dei
precedenti devono stare qui?”.
Bertolini (Pdl): "Il Parlamento non conta più nulla"
Polemica dellla vicepresidente dei Deputati del Pdl, l'onorevole
Isabella Bertolini. “Ormai ognuno si inventa le sue leggi - dice la
Bertolini -. Evidentemente in questo Paese il Parlamento conta poco o
nulla. Il caso del giudice di pace di Modena che ha stabilito che una
persona con cittadinanza straniera extra UE ma nato in Italia non possa
essere trattenuto in un CIE per essere espulso è un cosa non prevista
dalla legge italiana. Presenterò un’interrogazione urgente al Ministro
della Giustizia Severino per sapere se in questo Paese coloro che
amministrano la legge devono esclusivamente applicarla o decidere come
meglio credono".
Il senatore Giovanardi: "L'ennesima invasione di campo di un magistrato"
“La sentenza d’appello creativa del giudice di pace di Modena, secondo
la quale due fratelli bosniaci nati in Italia ma privi della
cittadinanza italiana, non possono essere trattenuti nel locale Cie per
la loro espulsione in Bosnia, e’ l’ennesima invasione di campo di un
magistrato che invece di applicare la legge, se la inventa secondo le
sue personali convinzioni”. Lo sottolinea, in una nota, il senatore del
Pdl Carlo Giovanardi.
“Ricordo -scrive Giovanardi- che si tratta di due nomadi senza fissa
dimora e privi di attivita’ lavorativa, che hanno sempre dichiarato di
essere bosniaci quando sono stati fermati dalle Forze dell’ordine,
pregiudicati per furto, furto aggravato, resistenza a pubblico
ufficiale, lesioni personali, danneggiamento aggravato, guida di
veicoli senza patente, minaccia, definiti pericolosi per l’ordine
pubblico dal primo giudice che aveva convalidato il trattenimento”.
“Chiedo con forza al Pd ed ai comitati che si sono attivati per la
liberazione immediata -conclude- e’ chi adesso se ne fara’ carico
fornendogli casa e lavoro e garantendo la collettivita’ che nessun
cittadino sara’ piu’ vittima di reati predatori come quelli
ripetutamente commessi dai due giovani in passato”.
Sel esulta: "Sentenza fondamentale"
“L’Italia sono anche Andrea e Senad”. Lo scrive il Gruppo consiliare
con Amelia per Bologna con Vendola che in una nota parla di “sentenza
importantissima”. I consiglieri comunali bolognesi Torre, Mirco
Pieralisi, Lorenzo Cipriani e Lorenzo Sazzini scrivono: “Speriamo che
il principio stabilito nella sentenza di Modena venga recepito in
Parlamento e messo nero su bianco con una legge nuova e coraggiosa
sull’acquisizione della cittadinanza italiana per tutti i discendenti
di migranti, nati nel nostro Paese”. I consiglieri hanno parole anche
per Carlo Giovanardi, che ha subito commentato la liberazione dei due
ragazzi. “Vorremmo ricordare all’onorevole Giovanardi che la
Confraternita della Misericordia del fratello Daniele non gestisce un
carcere e che per giudicare i reati e comminare le pene in Italia
esistono i tribunali”.
Soddisfazione per la sentenza del giudice di pace di Modena che ha
decretato che chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri, non
puo’ essere trattenuto nei Centri di identificazione ed espulsione,
cosi’ come chi e’ senza patria, anche dalla Federazione modenese di
Sel. “È importante che un segnale del genere, che ha una valenza
nazionale, venga dalla nostra citta’, specie dopo che nei giorni scorsi
era stato giudicato illegittimo il provvedimento di espulsione
comminato a Frank Agyei, la cui vicenda e’ stata da Sel, a suo tempo,
denunciata- scrivono in una nota- La sentenza odierna, oltre a fare
giustizia e giurisprudenza e a dimostrare, ancora una volta,
l’inefficacia e le distorsioni provocate da una legge retrograda e
incivile sull’immigrazione quale la Bossi-Fini, che sarebbe il caso di
abrogare, spiana la strada per una riforma del diritto di cittadinanza
fondata sui cardini delle due proposte di legge popolare oggetto della
campagna L’Italia sono anch’io”. (
Lo sconcerto della Lega: "Si premiano gli stranieri a danno dei
cittadini onesti"
Sconcerto invece e’ espresso da Mauro Manfredini, capogruppo in Regione
della Lega Nord, che annuncia un’interrogazione parlamentare sulla
vicenda. “Rimango sconcertato di come una politica faziosa e una certa
giustizia lavorino a senso unico, premiando gli stranieri a danno di
cittadini onesti- scrive Manfredini- I due fratelli bosniaci che
vengono ora rimessi in liberta’ sono pluripregiudicati e vengono
premiati, mentre tanti italiani onesti rimangono in balia di una
microcriminalita’ che ha chiare radici nell’immigrazione clandestina”.
Manfredini annuncia anche che il segretario nazionale della Lega Nord
Emilia, Angelo Alessandri, presentera’ a breve un’interrogazione per
chiarire le motivazioni della sentenza che costituisce un pericoloso
precedente per la giustizia italiana. “Il governo deve chiarire
immediatamente se e’ cambiata la legge, perche’ chi nasce in Italia non
acquisisce la cittadinanza italiana e percio’ rimane cittadino
straniero, con tutto quello che ne consegue in termini di diritti e
doveri- scrive Manfredini-. Allo stesso tempo mentre il Governo Monti,
sorretto dal centrosinistra continua ad affliggere gli italiani con
tasse esorbitanti e provvedimenti sociali che andranno a ledere i
diritti dei lavoratori, il Comune di Nonantola pensa bene di premiare
con la cittadinanza onoraria 300 bambini stranieri nati in Italia, in
attesa che il Pd riesca a modificare la legge sullo ius sanguinis”.
Manfredini precisa infine che anche su questo aspetto “la Lega Nord e’
pronta a mobilitarsi perche’ la legge non cambi”.
FONTE:
il RESTO del CARLINO