Faber... i temi, i
personaggi, la novità di quei versi messi in musica, capaci di
smascherare irridere o partecipare agli smarrimenti, svelare
contraddizioni intime dell’essere umano.
Cerchiamo di avvicinarci, cerchiamo un’intimità... corale. Ed ecco che
nasce il pensiero di tradurre, portare a noi per portar fuori da
noi, permettendo
che avvenga una trasformazione e alimentare un confronto. Una lingua
incontra un’altra lingua, come già
accaduto per quel genovese che risuona d’arabo, per il sardo o per il
Rom...
Brani in Friulano: desiderio di approfondire un rispecchiamento
collettivo, di osservare come e da che cosa possano riaffiorare
attraverso forme diverse e sonorità
altre quelle suggestioni potenti e uniche che ci sono state
lasciate...La pratica di
universalità richiede a volte il coraggioso sguardo locale e un
metabolismo in grado di generare nuovi rimandi.
Legarsi alla terra ma salpare con l’anima come una delle tante navi che
solcano il mediterraneo e che
tu Faber, tante, volte da Genova hai visto partire, hai visto arrivare.