Dalle informazioni riportate sulla
stampa emerge che la cittadina straniera sia stata condotta al
commissariato di Opicina per essere portata al Centro di
Identificazione ed Espulsione di Bologna, in attesa di essere
rimpatriata in Ucraina, nonostante i suoi cari vivessero da tempo in
Italia, a Milano .
Alla luce dello stato di grave depressione psichica che aveva già
spinto la donna ad precedente tentativo di suicidio in carcere, ci si
chiede se , durante il trattenimento, essa abbia mai potuto godere di
un servizio di ascolto e se era stato chiesto un intervento dei servizi
di salute mentale
Di non minore rilievo è l’interrogativo se, con il rimpatrio forzato la
giovane donna ucraina temesse di subire gravi pericoli una volta
rientrata in patria e se, anche nella sede del commissariato in cui è
avvenuto il drammatico fatto, fossero presenti le condizioni
indispensabili affinché l’interessata potesse manifestare una eventuale
volontà di chiedere asilo, garantendo una informazione adeguata, una
mediazione linguistica e la possibilità effettiva di contattare enti di
tutela.
La vicenda pone, ancora una volta, sotto i riflettori i fatti di
autolesionismo che spesso portano a troppo numerosi decessi, non solo
di cittadini stranieri, nel carcere, nei CIE e negli altri luoghi di
trattenimento di fatto, quali caserme e strutture di polizia.
Numerosi rapporti indipendenti e la stessa commissione del Ministero
dell'Interno “De Mistura” nel 2007-2008 hanno messo chiaramente in luce
carenze gravissime sul piano della tutela dei diritti delle persone
trattenute nella cosiddetta “detenzione amministrativa” dei cittadini
stranieri.
La morte della giovane donna pone, ad avviso dell’ASGI, interrogativi
ai quali è necessario dare una risposta, chiarendo quali siano le
condizioni nelle quali viene effettuato il rimpatrio forzato dei
cittadini stranieri, su quale sia la natura e il funzionamento dei
diversi luoghi ad esso deputati, e di quali siano in concreto i diritti
garantiti agli stranieri trattenuti.
Per contatti – Ufficio stampa 3470091756
Udine, 18 aprile 2012
Leggi anche
A TRIESTE DONNA
UCRAINA SUICIDA NEL COMMISSARIATO DI POLIZIA