ASGI sull'accordo Italia-Libia del 3 aprile 2012
ASGI sull'accordo Italia-Libia del 3 aprile 2012
Viola la Costituzione e mette in pericolo i diritti umani fondamentali
20.06.2012 Giornata del rifugiato
L'ASGI ricorda come ogni accordo o intesa, anche di polizia, volta al contrasto della cosiddetta immigrazione irregolare tra l'Italia e la Libia, e conseguentemente ogni operazione comunque finanziata con fondi italiani, debba essere subordinata all'effettivo rispetto da parte della Libia dei diritti fondamentali delle persone straniere intercettate. E’di tutta evidenza che il parametro di tale rispetto non può essere costituito solo dalle eventuali rassicurazioni diplomatiche espresse dal governo libico, bensì dalla messa in atto di un nuovo ed effettivo sistema giuridico conforme agli standard internazionali in materia di protezione internazionale e dei diritti relativi ai lavoratori stranieri e alle loro famiglie.

Appare necessario, in particolare, l’adozione di misure che in modo effettivo impediscano azioni di respingimento alla frontiera sud della Libia al di fuori di imprescindibili condizioni di dignità e sicurezza. L'ASGI ricorda che le violazioni del principio di non refoulement sancito dal diritto internazionale ed applicabile anche ai paesi che, come la Libia, non hanno sottoscritto la Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato, si configurano nel solo nel caso di una condotta - materiale e giuridica – che rischi di rinviare un richiedente asilo verso luoghi non sicuri; ma anche laddove vi sia un rinvio forzato “a catena” verso qualsiasi altro Stato terzo, o di transito, che non fornisca effettiva protezione.

L'ASGI ricorda che la Libia non ha ancora sottoscritto la Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato, e che nel complesso è tuttora un Paese nel quale la tutela dei diritti fondamentali appare ancora assente, come ribadito recentemente da autorevoli rapporti (v. in particolare Amnesty International): non sussistono pertanto le condizioni in base alle quali l'Italia possa sostenere finanziariamente e tecnicamente la Libia nel “controllo dei flussi di immigrazione clandestina”, verso l’Europa e l’Italia, come è stato fatto in passato dal Governo italiano, con danni gravissimi in termini di violenze inflitte a migliaia di esseri umani arrestati e deportati dalla polizia libica.

L' ASGI ricorda che, anche alla luce della recente sentenza emessa dalla Grande Camera della Corte di Strasburgo (Sentenza Hirsi ed altri c. Italia, 23 febbraio 2012) in nessun modo e in alcuna forma il governo italiano può collaborare, direttamente o indirettamente, attraverso la fornitura di mezzi e di finanziamenti, ad operazioni di contrasto dell'immigrazione che si svolgano da parte libica in acque internazionali.

E’ assolutamente necessario che la collaborazione e la cooperazione tra Libia ed Italia e più in generale tra la Libia e l’Unione Europea in materia di immigrazione, operi una svolta profonda rispetto al passato, attestandosi su un piano del tutto diverso, ovvero supportando le nuove autorità libiche affinchè adottino nel paese un ordinamento giuridico conforme agli standard internazionali in materia di diritti fondamentali dell’uomo.
 
In particolare ASGI ritiene necessario che la Libia:
a) assicuri il diritto d’asilo in conformità agli standard internazionali, aderendo alla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e relativi protocolli; ;
b) assicuri disposizioni efficaci per prevenire e reprimere ogni forma di tortura o di trattamento disumano e degradante verso qualunque persona, che si trovi sul territorio della Libia, a prescindere dalla regolarità del suo soggiorno;
c) provveda ad una radicale riforma delle strutture di detenzione per migranti irregolari, che in Libia non sono affatto centri di accoglienza, bensì luoghi di detenzione dove sono state accertate da tutte le agenzie internazionali indipendenti violenze gravissime e sistematiche.
Occorre tenere in considerazione non solamente i gravi episodi avvenuti nel recente passato e la condanna dell'Italia da parte della Corte di Strasburgo per violazione di articoli fondamentali della Convenzione, nonchè per la violazione del protocollo che vieta le espulsioni collettive, ma altresì, in tempi recentissimi, l’arresto e la condanna a pena detentiva dei collaboratori della Corte penale internazionale da parte delle milizie armate libiche: conseguentemente l'ASGI censura con forza e determinazione la circostanza che il citato accordo-processo verbale assunto dal Ministro Cancellieri non sia stato reso pubblico nonostante le ripetute richieste avanzata da diversi enti di tutela, e chiede che ogni proposta di intesa o collaborazione con la Libia in materia di flussi migratori, costituendo un trattato avente natura politica, sia sottoposta a preventiva legge di autorizzazione approvata dal Parlamento ai sensi dell’art.80 della Costituzione.
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