Il Ministro della Salute, prof.
Renato Balduzzi, sottolinea – dopo il messaggio di fine anno del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel quale il Capo dello
Stato ha ricordato come un Paese solidale deve avere cura “dei soggetti
più deboli, garantendoli dal timore della malattia e dell’isolamento” –
l’importanza dell’Accordo sancito nei giorni scorsi dalla Conferenza
Stato-Regioni per l’applicazione delle norme in materia di assistenza
sanitaria a cittadini stranieri e comunitari.
L’Accordo reca il titolo “Indicazioni per la corretta applicazione
della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera
da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”.
Il Ministro Balduzzi spiega che esso va nella direzione
dell’accoglienza di “chi arriva in Italia per cercare protezione da
profugo o lavoro da immigrato e offrendo l’apporto di nuove risorse
umane per il nostro sviluppo”, così come affermato dal Presidente
Napolitano.
Si è reso necessario realizzare iniziative più efficaci per garantire
una maggiore uniformità, nelle Regioni e nelle Province autonome, dei
percorsi di accesso e di erogazione delle prestazioni sanitarie, di cui
al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui Livelli
essenziali di assistenza (LEA).
Il Ministro Balduzzi spiega che si è dovuto “raccogliere in un unico
strumento operativo le disposizioni normative nazionali e regionali
relative all’assistenza sanitaria agli immigrati, anche al fine di
semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli
operatori sanitari, poiché sul territorio nazionale è stata riscontrata
una difformità di risposta in tema di accesso alle cure da parte della
popolazione immigrata, che può essere in contrasto con l’art. 32 della
Costituzione”.
Tale accordo è la conclusione di un percorso avviato da oltre 4 anni
sia con ricerche specifiche, come quella coordinata dalla Regione
Marche e quella dell’Area sanitaria della Caritas di Roma, sia
all’interno del Tavolo interregionale “Immigrati e servizi sanitari”
presso la Commissione salute della Conferenza delle Regioni e P.A.
(documento approvato nel settembre 2011). Non si tratta di una nuova
legge ma del livello interpretativo delle norme esistenti. Infatti
taluni ambiti sono già applicati da alcune Regioni e nella Pubblica
Amministrazione.
Va ricordato che a seguito della Legge costituzionale n. 3, 18 ottobre
2001, “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”,
le Regioni sono gli enti di programmazione cui spetta la competenza
legislativa in termini di tutela della salute, ma, compito dello Stato
è quello di garantire l’equità nell’attuazione di questo diritto
sancito dalla Costituzione, svolgendo un ruolo di garante della
realizzazione di risposte efficaci ai bisogni di salute di tutti i
gruppi di popolazione, particolarmente di quelli vulnerabili,
attraverso un costante confronto con le Regioni.
L’accordo prevede tra l’altro l’iscrizione obbligatoria al SSN dei
minori stranieri anche in assenza del permesso di soggiorno. Il
Ministero della Salute nel recente riparto dei fondi destinati ai
cosiddetti obiettivi di piano ha previsto una cifra vincolata di 30
milioni di euro per la tutela della salute degli stranieri
extracomunitari privi di permesso di soggiorno.
Il Ministro Balduzzi a questo proposito dichiara: “Si tratta di
iniziative che concretizzano l’art. 32 della Costituzione, perché
nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un’ottica di equità e
di giustizia”.
Ma
Augusta De Piero, amica del Centro Balducci, ci ha trasmesso
questo
messaggio:
Avete pubblicato il comunicato del
Ministro Balduzzi, un testo certamente significativo che però non
corrisponde a quel ‘nessuno’ che sembra proporre un’indicazione
assoluta.
I bambini che saranno curati
dispongono di un papà – o comunque di un genitore che ne ha tutela e
che ne ha registrato la nascita assicurando loro il relativo
certificato. Ma ci sono bambini cui la legge nega tale documento e che
quindi si vogliono inesistenti a tutti gli effetti e cui non è concesso
avere un papà anche se c’è un uomo che lo desidera e ne ha diritto.
Chi volesse capire il meccanismo
perverso creato dalla norma voluta dall’allora ministro Maroni potrà
farlo da qui. http://diariealtro.it/?p=673
Io però continuo a domandarmi quale
perversione mentale, quale vuoto etico, quale sostanziale incompetenza
impedisca ai parlamentari italiani (anzi abbia impedito visto che ora
sono in scadenza) di affrontare il problema della registrazione
anagrafica dei figli di un papà senza permesso di soggiorno..
Sono convinta che anche nella
prossima legislatura nessuna associazione si farà carico di stimolarli
ad affrontare il problema.
Augusta De Piero
Augusta De Piero (per contatti:
augusta.depiero@tin.it) è
pensionata e abita a Udine. E' stata insegnante di storia e filosofia
nei licei scientifici di Udine, e successivamente consigliera regionale
(1988-1993). In questa veste ha costruito il testo e promosso
l'approvazione della legge regionale del Friuli Venezia Giulia n.
15/1987 sulla cultura della pace. Ora segue il suo blog
diari e altro.