Per la prima volta dal 1994 il
fatturato delle aziende che producono armi è in calo. Lo rivela il
rapporto annuale dell’Istituto internazionale per la ricerca della pace
di Stoccolma (Sipri), nel 2011 il volume d’affari dei 100 più grandi
produttori di armi nel mondo è diminuito.
Tenendo conto dell’inflazione, il calo delle vendite globale è stato
del 5 per cento, secondo quanto riporta al Jazeera, per un totale di
410 milardi di dollari di armi vendute nel 2011 contro i 412 miliardi
nel 2010. Nella lista del Sipri, che esclude le imprese cinesi per
mancanza di dati, è presente anche Finmeccanica, all’ottavo posto come
nell’anno precedente.
“Politiche di austerità e tagli alle spese militari hanno fatto
diminuire la vendita di armi in Nordamerica ed Europa”, ha spiegato il
Sipri in un comunicato stampa. “Ma oltre alla crisi economica, tra le
ragioni di questa contrazione sono da tenere in considerazione la fine
della guerra in Iraq, il progressivo ritiro dell’esercito statunitense
dall’Afghanistan e l’embargo sulle armi alla Libia di Gheddafi”.
Ma la spesa militare dei singoli governi, oltre a essersi ridotta, sta
percorrendo nuove strade. “La protezione contro gli attacchi
informatici è diventata una delle priorità per la sicurezza nazionale,
per questo anche l’industria delle armi sta investendo per ampliare i
servizi in questo settore”, conclude il rapporto.
Fonte:
http://www.internazionale.it/news/economia/2013/02/18/lindustria-delle-armi-e-in-difficolta/