IMMIGRATI
IN ITALIA; IMMIGRATI IN AFGHANISTAN
Le considerazioni di un'insegnante
volontaria del Centro Balducci
Sono arrivati al Centro in tre gruppi: prima sei, poi otto e poi altri
sei provenienti prevalentemente dall’Afghanistan e qualcuno dal
Pakistan.
Sono giovani uomini in fuga dai loro Paesi che, con viaggi e
peregrinazioni complicate e difficili, sono arrivati da noi.
La loro sistemazione al Centro Balducci è “provvisoria” dal punto di
vista burocratico. Ma che cosa non è provvisorio in Italia?
In attesa delle procedure e delle soluzioni relative all’accoglimento
delle loro richieste di rifugiati politici, il Centro ha attivato anche
una scuola per l’insegnamento dell’italiano da tutti molto apprezzata e
seguita.
Loro imparano una lingua e noi insegnanti impariamo tante altre cose.
Un giorno, durante una lezione, si spiegava come dal nome di un
Paese si derivasse l’aggettivo appropriato (es.: Italia-italiano) e i
nomi delle nazioni considerate dalla scheda in esame erano
sostanzialmente quelli dei Paesi di provenienza dei migranti.
Da lì è partita una breve spiegazione e riflessione sui dati delle
migrazioni in Italia.
Sorprendente è stato un commento di uno studente afgano il quale ha
precisato che c’è immigrazione anche nel suo Paese. “In Afghanistan
sono arrivati 100.000 con la NATO. C’è la guerra!”. Così il cerchio si
chiude. Noi spediamo i nostri militari in missioni di pace in
Afghanistan.
Molti afgani scappano a causa della guerra e delle divisioni interne.
Noi accogliamo in Italia i richiedenti asilo. Ma dov’è la logica? Dov’è
il vantaggio? Quali risultati di missioni militari costosissime e con
effetti collaterali contradditori?
I giovani arrivati al Centro si presentano come persone molto cortesi,
gentili e collaborative.
Durante il pranzo comunitario del 22 dicembre a cui hanno partecipato
molti di coloro che vivono e operano nel Centro sono state scattate
alcune foto ricordo.
Quest’anno abbiamo apprezzato i cibi preparati anche da alcuni ospiti: Asghar ed Emen hanno
cucinato un ottimo pollo; Fadumo ha
sfornato i buonissimi sambusa somali per un pranzo di Natale un po’
diverso da altri per il calore, la partecipazione e la serenità che,
almeno per un momento, ha potuto dare a tutti.
Zugliano, 6 gennaio 2014
F. D.