RIFLESSIONI SULLA VISITA AL CENTRO BALDUCCI
RIFLESSIONI SULLA VISITA AL CENTRO BALDUCCI
SCUOLA MEDIA DI CAMPOFORMIDO
ZUGLIANO 19 MAGGIO 2014
L’iniziativa è stata promossa dal Consiglio Comunale dei Ragazzi della scuola media ed è stata pensata proprio per gli alunni delle classi prime.
…il centro “Balducci” di Zugliano offre e promuove l’accoglienza di famiglie povere ed in difficoltà…
… è costituito da molti appartamenti, e questo è molto bello perché così si possono aiutare tante persone bisognose…
…tanti ospiti, in maggior parte profughi stranieri, sono passati di qui…essi hanno dovuto affrontare situazioni più gravi delle nostre difficoltà: hanno dovuto lasciare i loro paesi di origine, dove ci sono guerra e povertà. Si rifugiano qui e in altri centri di accoglienza, dove vengono curati e aiutati, e ai loro figli è consentito frequentare la scuola…
…il centro “Ernesto Balducci” è un luogo in cui le persone sono accettate, dove non importa il colore della pelle oppure quale religione si professa…
…il centro “Balducci” mi piace, soprattutto perché vi vengono ospitate molte persone che hanno bisogno di una casa…
…il centro è sorto per ispirazione di don Pierluigi Di Piazza, che ha agito come gli avevano insegnato i suoi genitori, due esseri umani molto semplici e buoni…
…don Pierluigi ci ha detto di essere di origini carniche, o onestamente lo si capiva dall’accento di certe parole che diceva.Quando aveva la nostra età la sua famiglia era povera…
…ma ciononostante Pierluigi poté leggere più degli altri bambini: la sua famiglia gli regalò l’abbonamento ad una rivista per ragazzi perché, dicevano i genitori, “leggere fa bene ed è molto importante”…
…suo padre, Tranquillo, era sopravvissuto alla guerra e faceva il calzolaio in paese, lavorando giorno e notte. Faceva dei capolavori e quando, con timidezza, “sparava” una cifra per il suo lavoro, tutti gli dicevano. “Questo lavoro costa troppo…POCO!” …l’esempio del padre a Pierluigi è entrato nel cuore…
…sua madre era una donna molto bella, con due grandi occhi azzurri, “ma di un azzurro intenso”. Era anche molto brava e studiava da sola…
…la madre aveva capito l’importanza di saper leggere e scrivere…
…la madre di Pierluigi aiutava le persone del paese. E quando Pierluigi andò a vivere a Udine non perse i contatti con lei: continuarono a parlarsi per lettera. La madre aveva il dono della scrittura e aveva una bellissima grafia…
……don Pierluigi ci ha raccontato che un giorno un signore anziano del paese di Zugliano morì lasciando la sua casa alla Parrocchia: riflettendo su questo gesto egli capì che quell’uomo aveva voluto dargli coraggio, in modo che le azioni che aveva cominciato continuassero…
…nel grande cortile su cui si affacciano le abitazioni degli ospiti del centro ci sono tre alberi: uno proveniente da un luogo di spiritualità in Italia, un ulivo, in ricordo di San Francesco d’Assisi…
… e “albero della pace” giapponese, che è stato portato qui da Hiroshima da una donna sopravvissuta alla bomba atomica lanciata sulla città il 6 agosto 1945…
…mentre don Pierluigi parlava, un bambino africano che era nel cortile si è avvicinato alla mia amica Sofia e l’ha presa per mano…
…di questo bambino non abbiamo saputo il nome, ma ci ha fatto compagnia…
…il piccolo aveva circa 2 anni e mi ha preso per mano…si è seduto per terra e abbiamo iniziato a giocare con i sassi…
… poi ci siamo recati in una sala grandissima per ascoltare un uomo proveniente dal Niger, di nome Iba, che ci ha dato la testimonianza della sua vita e del modo in cui è scappato dalla Libia ed è riuscito ad arrivare in Italia…
…mi ha colpito il racconto della violenza nel paese di Iba: i soldati entravano nelle case e portavano via tutto quello che trovavano; poi sparavano alle persone che erano lì; se eri in macchina ti raggiungevano, aprivano lo sportello e ti buttavano per terra. Le persone che coltivavano la terra per poter avere di che mangiare venivano derubate dai soldati che portavano via tutto quello che cresceva negli orti…
…per scappare dalla guerra Iba ha usato la furbizia, ma è stato anche aiutato, ad esempio da una donna, che per non farlo trovare dai soldati lo ha nascosto in una carriola…
…nel terribile viaggio per mare dalla Libia hanno dovuto buttare in acqua dei loro compagni vivi e morti per togliere peso alla barca. E se qualcuno non avesse messo in tasca ad Iba un telefono satellitare egli non sarebbe riuscito a salvare le persone che erano rimaste sull’imbarcazione di fortuna…
…Iba ha detto che è stato molto fortunato…ora dà una mano agli ospiti che vivono nel centro…ma il suo sogno è ritornare nel suo paese, in Africa, dove ci sono sua moglie e i suoi figli. Qui vorrebbe lavorare come taxista e don Pierluigi lo sta aiutando a realizzare questo sogno…
…ascoltando la sua testimonianza ho provato dispiacere, perché ho capito che gli uomini possono essere molto cattivi…
…questa uscita didattica mi è piaciuta molto per il fatto che siamo andati in un posto in cui si insegna ad aiutare le persone in difficoltà…
…ho potuto capire che è compito di tutti aiutare le persone, in questo modo si dimostra rispetto nei loro confronti. Di sicuro un giorno verrai ricambiato,anche coloro che hai soccorso ti aiuteranno in qualche modo…
…l’uscita didattica al centro “Balducci” mi ha fatto riflettere su quanto siano importanti l’amore e l’amicizia verso gli altri. Mi sono piaciute molto queste parole di don Pierluigi: “ Mio padre faceva pagare poco quello che faceva”. Queste poche parole mi hanno fatto capire che il denaro non è importante…
…la visita al centro è stata per me molto interessante, è per questo che ho deciso di leggere il libro di Pierluigi e Margherità Hack Io credo.

Le classi 1A, 1B e 1C
della Scuola secondaria di 1° grado “Giuseppe Marchetti” di Campoformido
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