L’iniziativa è stata promossa dal
Consiglio Comunale dei Ragazzi della
scuola media ed è stata pensata proprio per gli alunni delle classi
prime.
…il centro “Balducci” di Zugliano offre e promuove l’accoglienza di
famiglie povere ed in difficoltà…
… è costituito da molti appartamenti, e questo è molto bello perché
così si possono aiutare tante persone bisognose…
…tanti ospiti, in maggior parte profughi stranieri, sono passati di
qui…essi hanno dovuto affrontare situazioni più gravi delle nostre
difficoltà: hanno dovuto lasciare i loro paesi di origine, dove ci sono
guerra e povertà. Si rifugiano qui e in altri centri di accoglienza,
dove vengono curati e aiutati, e ai loro figli è consentito frequentare
la scuola…
…il centro “Ernesto Balducci” è un luogo in cui le persone sono
accettate, dove non importa il colore della pelle oppure quale
religione si professa…
…il centro “Balducci” mi piace, soprattutto perché vi vengono ospitate
molte persone che hanno bisogno di una casa…
…il centro è sorto per ispirazione di don Pierluigi Di Piazza, che ha
agito come gli avevano insegnato i suoi genitori, due esseri umani
molto semplici e buoni…
…don Pierluigi ci ha detto di essere di origini carniche, o onestamente
lo si capiva dall’accento di certe parole che diceva.Quando aveva la
nostra età la sua famiglia era povera…
…ma ciononostante Pierluigi poté leggere più degli altri bambini: la
sua famiglia gli regalò l’abbonamento ad una rivista per ragazzi
perché, dicevano i genitori, “leggere fa bene ed è molto importante”…
…suo padre, Tranquillo, era sopravvissuto alla guerra e faceva il
calzolaio in paese, lavorando giorno e notte. Faceva dei capolavori e
quando, con timidezza, “sparava” una cifra per il suo lavoro, tutti gli
dicevano. “Questo lavoro costa troppo…POCO!” …l’esempio del padre a
Pierluigi è entrato nel cuore…
…sua madre era una donna molto bella, con due grandi occhi azzurri, “ma
di un azzurro intenso”. Era anche molto brava e studiava da sola…
…la madre aveva capito l’importanza di saper leggere e scrivere…
…la madre di Pierluigi aiutava le persone del paese. E quando Pierluigi
andò a vivere a Udine non perse i contatti con lei: continuarono a
parlarsi per lettera. La madre aveva il dono della scrittura e aveva
una bellissima grafia…
……don Pierluigi ci ha raccontato che un giorno un signore anziano del
paese di Zugliano morì lasciando la sua casa alla Parrocchia:
riflettendo su questo gesto egli capì che quell’uomo aveva voluto
dargli coraggio, in modo che le azioni che aveva cominciato
continuassero…
…nel grande cortile su cui si affacciano le abitazioni degli ospiti del
centro ci sono tre alberi: uno proveniente da un luogo di spiritualità
in Italia, un ulivo, in ricordo di San Francesco d’Assisi…
… e “albero della pace” giapponese, che è stato portato qui da
Hiroshima da una donna sopravvissuta alla bomba atomica lanciata sulla
città il 6 agosto 1945…
…mentre don Pierluigi parlava, un bambino africano che era nel cortile
si è avvicinato alla mia amica Sofia e l’ha presa per mano…
…di questo bambino non abbiamo saputo il nome, ma ci ha fatto compagnia…
…il piccolo aveva circa 2 anni e mi ha preso per mano…si è seduto per
terra e abbiamo iniziato a giocare con i sassi…
… poi ci siamo recati in una sala grandissima per ascoltare un uomo
proveniente dal Niger, di nome Iba, che ci ha dato la testimonianza
della sua vita e del modo in cui è scappato dalla Libia ed è riuscito
ad arrivare in Italia…
…mi ha colpito il racconto della violenza nel paese di Iba: i soldati
entravano nelle case e portavano via tutto quello che trovavano; poi
sparavano alle persone che erano lì; se eri in macchina ti
raggiungevano, aprivano lo sportello e ti buttavano per terra. Le
persone che coltivavano la terra per poter avere di che mangiare
venivano derubate dai soldati che portavano via tutto quello che
cresceva negli orti…
…per scappare dalla guerra Iba ha usato la furbizia, ma è stato anche
aiutato, ad esempio da una donna, che per non farlo trovare dai soldati
lo ha nascosto in una carriola…
…nel terribile viaggio per mare dalla Libia hanno dovuto buttare in
acqua dei loro compagni vivi e morti per togliere peso alla barca. E se
qualcuno non avesse messo in tasca ad Iba un telefono satellitare egli
non sarebbe riuscito a salvare le persone che erano rimaste
sull’imbarcazione di fortuna…
…Iba ha detto che è stato molto fortunato…ora dà una mano agli ospiti
che vivono nel centro…ma il suo sogno è ritornare nel suo paese, in
Africa, dove ci sono sua moglie e i suoi figli. Qui vorrebbe lavorare
come taxista e don Pierluigi lo sta aiutando a realizzare questo sogno…
…ascoltando la sua testimonianza ho provato dispiacere, perché ho
capito che gli uomini possono essere molto cattivi…
…questa uscita didattica mi è piaciuta molto per il fatto che siamo
andati in un posto in cui si insegna ad aiutare le persone in
difficoltà…
…ho potuto capire che è compito di tutti aiutare le persone, in questo
modo si dimostra rispetto nei loro confronti. Di sicuro un giorno
verrai ricambiato,anche coloro che hai soccorso ti aiuteranno in
qualche modo…
…l’uscita didattica al centro “Balducci” mi ha fatto riflettere su
quanto siano importanti l’amore e l’amicizia verso gli altri. Mi sono
piaciute molto queste parole di don Pierluigi: “ Mio padre faceva
pagare poco quello che faceva”. Queste poche parole mi hanno fatto
capire che il denaro non è importante…
…la visita al centro è stata per me molto interessante, è per questo
che ho deciso di leggere il libro di Pierluigi e Margherità Hack Io
credo.
Le classi 1A, 1B e 1C
della Scuola secondaria di 1° grado “Giuseppe Marchetti” di Campoformido