Sostegno
a Papa Francesco
I tanti interventi dopo l'articolo di
Messori
2 gennaio 2015
Dopo
l'articolo di Vittorio Messori apparso sul Corriere
della Sera, sono state tante le voci che si sono alzate a sostenere
papa Francesco. La lettera di Pierluigi Di Piazza è stata pubblicata
sul Messaggero Veneto del 2 gennaio.
Un inizio dell’anno con attenzione a ogni persona, dai bambini agli
anziani, di tutti i popoli e culture, le fedi religiose nelle posizioni
e condizioni più diverse. Un’attenzione che viene dal profondo e ci
chiede la cura dello spirito perché poi si esprima nel prendersi a
cuore, nel prenderci cura, nell’accompagnarci nel cammino della vita.
Un inizio dell’anno per esprimere tutta la stima e gratitudine profonde
a papa Francesco, sperando di rappresentare tante, davvero tante
persone che vivono in Friuli, in Italia e su tutto il Pianeta non solo
nella Chiesa, ma nell’intera società. E per fargli sentire tutta la
vicinanza in un momento nel quale le critiche nei suoi confronti stanno
diventando più esplicite e pubbliche, come ad esempio l’articolo di
Vittorio Messori su “Il Corriere della Sera” del 24 dicembre scorso.
Una sua frase può comunque diventare chiave interpretativa: “Papa
Bergoglio è imprevedibile per il cattolico medio. Suscita un interesse
vasto, ma quanto sincero?”.
A mio avviso è del tutto improprio parlare di “cattolico medio”: chi
vive il riferimento al Vangelo di Gesù di Nazaret cerca di
testimoniarlo con fedeltà e coerenza nella storia, con le ombre e luci
di ogni storia umana, con il proposito continuo di conversione.
Chi sarebbe quindi il “cattolico medio”, forse colui che accetta la
mediocrità sociale, culturale, politica e religiosa, la rassegnazione,
la ripetitività, una religione di occasione e di consenso che smentisce
la fede che invece provoca, sostiene e consola, che chiede di
essere incarnata nella storia, nell’impegno per la giustizia, la pace,
la protezione della Terra e di tutti i viventi?
Che papa Francesco sia imprevedibile è una grazia, è un dono dello
Spirito, è seguire con fedeltà Gesù di Nazaret, completamente
imprevedibile nella storia per le sue parole straordinarie e i suoi
gesti sorprendenti, tanto da entrare in conflitto con i poteri, primo
fra tutti quello religioso che ne ha decretato l’uccisione, non
immaginando l’imprevedibilità più sorprendente che l’amore vive oltre
la morte e che Gesù di Nazaret continua a vivere con la sua
imprevedibilità rivoluzionaria, e a provocarci a costruire un mondo di
giustizia e di fraternità, con l’accoglienza di tutte le persone con le
loro diversità.
Per come percepisco, papa Francesco intercetta le esigenze profonde di
una moltitudine di persone: di umanità autentica, di semplicità di
vita, di spiritualità incarnata nella storia, di coerenza fra il dire e
l’operare. Suscita perplessità e critiche a cominciare dalla Chiesa in
coloro che non si aprono alla novità e intendono preservare
l’istituzione per garantire l’identità, i ruoli, le posizioni proprie;
la dottrina e l’ortodossia fine a se stessa; l’istituzione e la
disciplina a garanzia della verità; la distinzione e la separazione
come certezze; l’autorità che sta al di sopra con i titoli, le
onorificenze, i privilegi, come se la distanza e la separatezza ne
garantissero il compito.
Sono critici naturalmente gli “atei devoti” perché hanno stabilito
sempre e solo rapporti con la Chiesa del potere, guardando con distanza
e sufficienza il popolo credente, impegnato con i poveri, gli ultimi,
coloro che fanno fatica.
Papa Francesco ha avviato un processo di liberazione della Chiesa e, di
riflesso, dell’umanità dal potere concentrato, supponente, altezzoso,
corrotto. Liberazione dal potere dottrinale: la dottrina e l’ortodossia
sono importanti, ma solo se al servizio della vita delle persone; Dio
si cerca, si incontra e si cerca ancora; non è cattolico. E’ Dio. E
Gesù è la sua rivelazione nella storia, è il riferimento continuo della
fede. Non esistono verità assolute neanche per i credenti: l’assoluto è
slegato, la verità è l’amore che si vive con Dio e con gli altri nella
storia. La coscienza per il credente e il non credente è il santuario
delle decisioni personali. Non ci sono valori non negoziabili, ma
valori su cui riflettere e impegnarci sempre in rapporto con le storie
delle persone.
Liberazione dal potere della Chiesa concentrato, in particolare della
Curia romana: la Chiesa è formata dalle Chiese sparse in tutto il mondo
con teologie e liturgie diverse. La Chiesa deve essere sinodale e
collegiale, partecipata. Liberazione dalla Chiesa come istituzione
dogmatica, sicura, giudice. La Chiesa è quella delle periferie non solo
geografiche, bensì esistenziali dell’umanità; è quella accogliente,
senza pregiudizi e separazioni; è la Chiesa povera e dei poveri, è la
Chiesa della misericordia e della tenerezza. Non di funzionari, di
burocrati, di ambiziosi. Liberazione dal potere economico, dal
concentrato oscuro, inquietante, sconsiderato e inaccettabile dello
IOR, con scelte decise, con il rinnovamento degli incarichi, con una
progressiva trasparenza. Papa Francesco ha espresso in continuità
parole severe e inequivocabili contro la corruzione e le organizzazioni
mafiose. Liberazione dal potere liturgico perché la liturgia non
diventi celebrazione di solennità fine a se stesse, staccate dalla
vita, ma perché celebri la vita con i suoi drammi e le sue speranze,
nel rapporto fra storia e mistero, terra e cielo, uomo e Dio.
Soprattutto per questi motivi e ancora per altri papa Francesco è
criticato. E le critiche confermano la novità della sua presenza attesa
da tanti di noi.
ATTACCO AL PAPA:
VERGOGNA. “PER AMORE NON TACERO’!” di don Nandino
Appoggio al Papa Francesco contro uno
scrittore nostalgico, di Leonardo Boff, teologo brasiliano
Vittorio Messori e il
cattolicesimo anacronistico di Andrea Filloramo
La riflessione di Salvatore Della Monica-Saronno(Va)
Sono un cristiano convinto d'un Cristo radice dell'uomo, ma non sono cattolico secondo Sua Eccellenza Bertoni e il nobel Messori. Ho letto della prevedibile, anche se ritardata reazione di quest'ultimo all'illuminazione storica di Ratzinger- Francesco I (II ). Finalmente non e' riuscito a nascondersi ancora una volta. Come figura non mi e' mai piaciuto. Sul piano della relazione, anche se "a distanza" non ho mai apprezzato quel suo far cascare parole dall'alto, certo, tronco e distante. Mi addolora che sia morto Pannikar: gli avrebbe fatto dono di una sintesi particolare. Missori non ha mai capito il rapporto tra Chiesa, Storia e attesa della stessa Storia. Capiva d'altro! Altro che gli ha dato e garantito per una vita un'ottima prebenda per il suo servizio continuo, particolare e fedele. E l'Italia e buona parte degli italiani sono votati a questo tipo di fedeltà.Se andrà' bene a Ratzinger e a Francesco, la Storia farà posto a questa Chiesa finalmente dell'Uomo.
In allegato l'appello di varie comunità