#JusticeForGiulio
Verità sull'uccisione di Giulio
Regeni
L'invito a firmare l'appello
febbraio 2016
Ora tutti conoscono Giulio: aveva 28
anni ed era un dottorando dell’Università di Cambridge. Dal Cairo, dove
si trovava da settembre per condurre la sua ricerca sull’economia
egiziana nell’era post Mubarak, raccontava quello che accadeva in
Egitto.
Il
25 gennaio 2016, giorno
dell’anniversario dell'inizio delle manifestazioni che hanno portato
alla deposizione del presidente Mubarak,
Giulio è scomparso. Il suo corpo è
stato rinvenuto giorni dopo, nei sobborghi del Cairo, con evidenti
segni di tortura.
Giulio rappresenta tutti quei giovani
che hanno scelto di indagare il contesto in cui viviamo, con passione,
curiosità e spirito critico, per comprendere e conoscere ciò che viene
proposto come lontano e diverso. Per questa ragione è nostro
dovere ricordare i motivi che hanno spinto Giulio, come tanti altri, a
mettere a disposizione di tutti una lettura delle dinamiche che
determinano la qualità della nostra convivenza, in un ambiente che si
presuppone essere sicuro - quello accademico. Si tratta degli stessi
motivi che vogliono garantire la crescita e il mantenimento di una
cittadinanza mediterranea e universale, pensata per contribuire alla
pace, alle libertà e allo sviluppo di tutti i popoli del comune mare.
L’omicidio di Giulio vuole scoraggiare ogni possibile relazione tra
donne e uomini che vivono su sponde diverse del Mediterraneo, andando
così ad aumentare il divario tra confini autoimposti, con l’intento di
minacciare la possibilità, per tutti, di calarsi in realtà solo
apparentemente diverse e non collegate fra loro. Con tale azione
violenta si vuole mettere in discussione la libertà di parola, di
pensiero e di movimento: è un deliberato atto di soppressione dello
stupore e della curiosità umane, perché ritenuti dannosi.
In questo contesto è necessario che i governi di appartenenza, così
come le istituzioni accademiche, siano in grado di garantire
l’incolumità di tutti coloro che, per il raggiungimento dei propri
obiettivi umani e professionali, abbiano la necessità di recarsi in
zone a rischio: Giulio ha pagato per aver messo a disposizione la sua
esperienza, raccontando e traducendo da un contesto a un altro. Questo
non deve succedere.
Per tale motivo, pur coscienti dei limiti dell'esercizio di retorica,
chiediamo alle autorità tutte - ai governi egiziano e italiano e
all’Unione Europea - di impiegare ogni possibile mezzo per far luce
sulle circostanze dell’uccisione di Giulio Regeni.
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