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Lettera aperta a Il Gazzettino e Messaggero Veneto
Sul tema dei richiedenti asilo
Pordenone, 17 giugno 2016
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Lettera
aperta a Il Gazzettino e Messaggero Veneto
Sul tema dei richiedenti asilo
Pordenone, 17 giugno 2016
Comunicato stampa
Consegnata oggi alle redazioni locali de Il Gazzettino e Messaggero
Veneto Una Lettera aperta (in allegato con tutte le adesioni) sul tema
dei richiedenti asilo, molto discusso e dibattuto anche in occasione
dei confronti elettorali sui ballottaggi a Pordenone, Cordenons e S.
Vito.
In 5 giorni sono state raccolte adesioni di 117 persone della
provincia, più un’altra trentina, in solidarietà, da fuori. Tra queste
presenti volontarie e volontari della Rete Solidale (purtroppo molte/i
sono fuori), di alcune parrocchie cittadine che hanno in atto progetti
di accoglienza: Vallenoncello, compreso il parroco Giacomo
Tolot, e Rorai Grande (purtroppo parroco assente). Il
testo è stato condiviso da “ Humanitarian Mission in
Europe ”. Segnaliamo, inoltre che l’hanno
condivisa diversi consiglieri comunali o che lo diventeranno tra
pochi giorni (Antonella Del Ben-Pn, Laura Sartori e Natale
Sorrentino-Cordenons, Jessica Alzetta-Monterale V. ,
Michele Ciol-Casarsa, Riccardo Segatti-S. Vito)
nonché tante/i candidate/i in diverse liste. Ci
sono personalità locali della cultura (Carla Manzon ,
Alessandra Gusso), ed esponenti dell’associazionismo locale (Elena
Beltrame-Casa del Popolo, Maria Di Stefano-Voce Donna, Maria Teresa
Grillo-Arci Cordenons, Mattia Segatti-Arci Montereale V., Mauro
Marra-Assoc. Immigrati, Pia Covre-Assoc. Le Lucciole). Tra le adesioni
Gigi Bettoli, per Legacoopsociali. Hanno aderito anche esponenti
politici provinciali di partito: Moreno Puiatti (Pd), Sebastiano Badin
(Sel) e Gianluca Schiavon (RC).
La lettera invita giornaliste e giornalisti, a non evidenziare sempre e
solo i temi della paura e della invivibilità della situazione per la
città (“non si può tollerare di bivaccare nei parchi”),
ma a mettere in evidenza quello che è il nodo centrale della
questione: il rispetto e la piena applicazione della normativa attuale,
il decreto legislativo 142/2015, nonché le direttive europee 32 e 33
del 2013. La legge che assegna competenze principali allo Stato
(Prefettura e Questura) e sussidiarie ai Comuni prevede che alle
persone che si presentano per l’identificazione manifestando la
richiesta di asilo, se non ci sono ben definite ed accertate cause
ostative, venga garantita l’accoglienza, anche minima e straordinaria,
almeno fino all’esame della loro domanda attraverso apposite
Commissioni.
Appare quindi del tutto FUORI LEGGE lasciare diversi di essi vagare per
giorni e settimane , senza un tetto, anche provvisorio, dove dormire,
senza servizi igienici: sono “illegali” le varie
istituzioni preposte non le persone che sono oppresse
e angosciate da questa situazione. Trasformare i
richiedenti asilo in responsabili della mancata accoglienza e chi,
volontariamente, cerca di aiutarli in un fautore dell’immigrazione
clandestina o peggio in uno speculatore è il segno della volontà di
capovolgere la realtà.
RETE SOLIDALE
Pordenone, 17 giugno 2016
LETTERA APERTA ALLE
REDAZIONI di Pn de “Il Gazzettino” e “Messaggero
Veneto”
La “questione” dei richiedenti asilo/profughi rimane
attualissima e diventa così uno dei temi centrali nel
dibattito sul ballottaggio per l’elezione del Sindaco, a Pordenone come
a Cordenons e S. Vito.
L’argomento riguarda soprattutto l’accoglienza o
meglio la NON accoglienza di varie decine di persone che, in
questo momento, da giorni vagano in varie zone senza ricevere alcuna,
neppur provvisoria, risposta a questa prima esigenza. Anzi assistiamo
ad alcune odiose ed intollerabili non/risposte degli organismi
comunali come la chiusura dei bagni pubblici in un parco pubblico
o il sequestro, sottrazione di loro coperte, quasi una sorta di furto,
con disagi che si estendono a tutta la collettività.
Nei confronti di questi esseri umani, perché tali
sono, si sono spesso alzati i muri dell’indifferenza
o peggio della discriminazione e del razzismo. Si è invocata la legge
per chiederne la non accoglienza e l’espulsione definendoli con
disprezzo “clandestini”, anche se non sono mancate
tante dimostrazioni di generosità e disponibilità da
parte di cittadini.
Sembrerà una provocazione, ma quello che Rete Solidale, Associazioni
Immigrati, volontari di alcune parrocchie cittadine e
Humanitarian Mission in Europe
chiedono costantemente da lunghi mesi è
“semplicemente” la piena applicazione della Legge. Il decreto
legislativo 142/95, norma nazionale in applicazione di direttive
europee, prescrive, già all’articolo 1, che <<le misure di
accoglienza si applicano dal momento della
manifestazione della volonta' di chiedere la
protezione internazionale>>. Quindi, se non esistono particolari
e gravi cause ostative, nei confronti di coloro che si recano ai posti
di polizia notificando generalità e richiesta di protezione tale
ospitalità, anche minima, è DOVUTA! In realtà capita, anche da noi come
altrove, che si aspetti “per strada” giorni e settimane, anche con
tempo avverso, prima di entrare nei progetti.
La stessa norma assegna allo Stato, tramite i suoi organismi locali, le
modalità di identificazione e controllo nonché l’esame delle richieste
di asilo (casomai le autorità locali possono chiedere tempi più celeri
e assegnazioni di maggiori unità per tali funzioni). Ai Comuni la legge
assegna un compito primario di supporto allo Stato sia nell’attivazione
dei “progetti” di accoglienza/formazione/impegno civico sia
nell’attivazione di centri di prima accoglienza che può essere affidata
a comuni singoli o associati (art. 9).
Detto questo, è così impossibile/ insolito chiedere un impegno affinchè
anche sul nostro territorio si applichi pienamente la legge al
riguardo? Possono terminare le azioni, stupide, messe in atto da
funzionari pubblici (sotto quali direttive e con quale legittimità?)
che, invece, tendono ad esasperare una situazione difficile sottraendo
coperte e indumenti o impendendo l’accesso ai bagni pubblici, con
effetti facilmente immaginabili?
Chiedere ad associazioni e cittadini di offrire collaborazione e
partecipazione ad azioni/iniziative di supporto predisposte dalle
amministrazioni pubbliche in tal senso è così irrealizzabile come
affermato, proprio mentre invece spontaneamente è più volte accaduto?
Chiedere ed organizzare servizi, anche nelle forme sopra indicate, di
conoscenza linguistica e territoriale nonché programmi d’impegno civico
come fatto in altri piccoli Comuni della nostra provincia (anche di
diverso orientamento politico) è davvero un’impresa impossibile per le
prossime Amministrazioni di Pordenone, Cordenons e San Vito?
Ci piacerebbe che sulle pagine dei vostri giornali, dentro i dibattiti
che vorrete organizzare o a cui parteciperete ci fossero queste
semplici, chiare domande e non solo ripetitive affermazioni su pericoli
e rischi, reali o semplicemente percepiti, di questa presenza che non è
un’eccezione, ma sarà per cause sociali, economiche e geopolitiche una
costante anche nel prossimo futuro.
È inammissibile e insensato chiedere una risposta e un impegno ?
Infine, la richiesta di un centro di primissima accoglienza che accolga
provvisoriamente chiunque, italiano o straniero, si ritrovi a vivere
per strada è così fuori luogo?
- Adelina Zanella,
- Alessandra Gusso,
- Alessandro Sperotto,
- Andrea Bortolin,
- Andrea Franchi,
- Andrea Romano,
- Anna Comerci,
- Anna Dazzan,
- Antonella Del Ben,
- Barbara Giannelli,
- Biancarosa Minigutti,
- Bruno Tassan Viol,
- Carla Manzon,
- Carla Padovan,
- Carmen Barro,
- Carlo Mayer,
- Carolina Farinaro,
- Cinzia Villa,
- Claudia Canzi,
- Clementina Pace,
- Cristina Campanerut,
- Dafne Malinverno,
- Daniela Dose,
- Daniela Filipozzi,
- Daniela Galeota,
- Daniela Pillon,
- Daniele De Piero,
- Danilo De Vittor,
- Dario Marini,
- Duriziana Del Puppo,
- Jessica Alzetta,
- Elda De Pin,
- Elena Beltrame,
- Elisabetta Michielin,
- Elisa Bertali,
- Elvira Ebraico,
- Emiliana Moro,
- Erik Ivan Montagner,
- Ester Flora,
- Fabio Coden,
- Fabio Passador,
- Fabio Valeri,
- Fernand Didier Manga,
- Francesco De Rosa,
- Giacomo Antonioli,
- Giacomo Bet,
- Gianfranco Cozzi,
- Giacomo don Tolot,
- Gianluca Giannetto,
- Gianluca Schiavon,
- Gigi Bettoli,
- Gigliola Saponello,
- Gino Genovesi,
- Gino Segatti,
- Giovanni Vallin,
- Giuseppe Vespo,
- Gloria Raffin,
- Laura Sartori,
- Lorena Fornasir,
- Lidia Torrente,
- Luca Pecoraro,
- Lucia Bravo,
- Lucia Gucciardo,
- Lucia Menotto,
- Lucina Pase,
- Luigi Bevilacqua,
- Luigi Simonetti,
- Luigina Perosa,
- Luisa Blarasin,
- Maddalena Fasser,
- Maria Di Stefano,
- Maria Laura Di Fabio,
- Maria Pia Martin,
- Maria Teresa Grillo,
- Maristella Zeni,
- Martina Tescari,
- Mattia Di Pauli,
- Mattia Segatti,
- Mauro Marra,
- Michele Ciol,
- Michele Negro,
- Miriam Malizia,
- Moreno Puiatti,
- Natale Sorrentino,
- Nicola Lazzarin,
- Nicoletta De Bellis,
- Paola Marzinotto,
- Paolo Giacomello,
- Pia Covre,
- Patrizia Crismani,
- Patrizia Santarossa,
- Raffaella Lavia,
- Raffaella Muzzo,
- Renata Novaretti,
- Renzo Shtylla,
- Riccardo Segatti,
- Rita Rigo,
- Rita Sclippa,
- Roberta Mantovani,
- Roberta Miotto,
- Roberto Barbisin,
- Rossana Casadio,
- Sabrina Giontella,
- Sandro Rinaldini,
- Sebastiano Badin,
- Silvana Chiaradia,
- Silvia Facchin,
- Sofia Solarino,
- Sonia Nadalin
- Speranza Coccoli,
- Stefano Barazza,
- Stefano Miniutti,
- Stefano Truccolo,
- Tiziana Marchese,
- Valeria Dirani,
- Vincenzo Piccinato,
- Viviana Castellarin.
… più un’altra trentina di persone fuori provincia in
solidarietà.
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