"Siria:
l'ultimo genocidio"
Aspettando Vicino/Lontano
Udine, Sala Corgnali, Biblioteca Civica, Sezione Moderna, via Bartolini 5
Venerdì 5 maggio 2017, ore 18.00-19.30
Dopo le recenti violazioni del diritto internazionale in Siria, con
l’uso di armi chimiche a Idlib il 4 aprile, nomi eccellenti si
confrontano durante la serata che è un’occasione di approfondimento e
di conoscenza della situazione siriana.
L’analisi tiene conto delle complessità legate alla questione
religiosa, geopolitica e alla presa di posizione della sinistra siriana.
Attraverso un sottile ed efficace parallelismo Riccardo Cristiano
descrive e racconta il genocidio siriano paragonandolo in maniera
puntuale al Grande Male, il genocidio degli armeni nel 1915.
All’incontro interverranno diverse personalità:
- Nader Akkad, Imam di
Trieste, nato ad Aleppo, e presidente della comunità arabo-siriana in
Italia. Ingegnere, è ricercatore all’Ictp di Trieste.
- Riccardo Cristiano,
giornalista vaticanista del Giornale Radio Rai, si occupa da tempo di
Medio Oriente. Tra le sue ultime pubblicazioni: “Medio Oriente senza
cristiani? Dalla fine dell’impero Ottomano ai nuovi fondamentalismi”
(Castelvecchi 2014); “Siria. L’ultimo genocidio” (Castelvecchi 2017).
- Alberto Savioli,
archeologo dell’Università di Udine, con decennale esperienza in Siria
e in Iraq.
Aggiornamenti
sull'evento alla pagina FB
Sei anni dopo la rivolta contro Bashar al-Asad, repressa nel sangue dal
regime, stime conservative contano oltre 400 mila morti e 11.5 milioni
di sfollati, ovvero più della metà della popolazione. La Siria non
esiste più né potrà tornare ad essere ciò che fu. I suoi territori sono
contesi tra gruppi ribelli, milizie, eserciti (ir)regolari e bande
criminali, mentre il clan degli Asad mantiene la presa su Damasco e
sulla regione occidentale. Dopo l’ennesima violazione del diritto
internazionale, con l’uso di armi chimiche a Khan Sheikun, nomi
eccellenti si confrontano su tematiche nodali del conflitto siriano. Ad
un secolo di distanza dal “Grande Male”, il genocidio degli armeni del
1915, si fa strada in Siria l’idea di un “genocidio difensivo” per
mantenere il potere. La negazione dell’identità, di minoranze o di
maggioranze religiose o etniche, è un fatto pianificato a tavolino, una
sorta di altro genocidio culturale, etnico e religioso. La ricetta
degli intellettuali siriani come Yassin al-Haj Saleh, o dei musulmani
di al-Azhar, sembra essere l’unica soluzione per uscire dalle sabbie
mobili dei conflitti orientali: rispetto dei diritti e diritto di
cittadinanza per tutti.