Delle regole, del regolarsi e regolare
Delle regole, del regolarsi e regolare
Convegno sulla convivenza civile
Centro Balducci, sabato 10 giugno, ore 9.00 - 13.00
Delle regole, del regolarsi e regolare
Convegno sulla convivenza
Sabato 10 giugno 2017
Zugliano, ore 9.00 - 13.00

Intervengono: Alessandro Di Grazia, Pierluigi Di Piazza e Pier Aldo Rovatti

Il convegno sulla questione Delle regole, del regolarsi e del regolare giunge a completamento di una speciale trilogia iniziata con le questioni Dell’Altro e dello stare e vivere nella differenza (2015) e Del gioco, del giocare e del mettersi in gioco (2016) e al termine dei seminari per educatrici, insegnanti e genitori su: Il tempo: sul tempo e del tempo di crescita educativo e di vita.

Il tema delle regole, in un tempo in cui le regole sono molto esposte al “fai da te” e alla loro messa in discussione “per principio”, si crede possa sollecitare riflessioni e ragionamenti sull’adiacenza di queste con il regolar-si (regolare se stessi) e il regolare (regolare gli altri). Dannazione o delizia di uomini e donne, educatori-insegnanti e bambini-scolari, genitori e figli.

In altro modo prendendo anche a prestito le parole di chi ci ha preceduto…

Delle regole 
[…] la civiltà umana […] mostra notoriamente, a chi voglia osservarla, due differenti aspetti: da un lato essa comprende tutto il sapere e il potere che gli uomini hanno acquisito, dall’altro tutti gli ordinamenti che sono necessari al fine di regolare le relazioni degli uomini tra loro. (in: L’avvenire di un’illusione, da S. Freud, Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti, in Opere, Bollati Boringhieri, Torino, 1992, p. 436) 

Conosciute o sconosciute, accettate o non accettate, indirettamente o direttamente sono le regole che ci consentono di essere in vita non tenendo in nessun conto o, ignorando allegramente, il nostro libero arbitrio o la nostra possibilità di scelta. Questione complessa e contraddittoria la Regola e la funzione che porta con sé: fare, come fare o non fare. Ed è forse per questo che si taglia corto associando al termine regola l’imposizione del dover fare e il suo contrario poter non fare. In altro modo credo che, così facendo gli umani cerchino di restituirle la rigidità, che tutte le regole prevedono, e di ricordarle che c’è la facoltà del “poter non” e la tenacia della “non osservanza”. 

Ma anche […] regole che nascono per poter fare …sempre meglio, per ritrovarsi giocatori in giochi che corrono il rischio di riuscire a trasformare un sogno, un desiderio, un’aspirazione in realtà migliori per sé e per gli altri. 
Forse è questa la ragion d’essere della regola visto che da sempre gli umani imparano sbagliando e la regola, nel suo esserci, potrebbe ricordarci che è nata perché è lì che qualcuno ha sbagliato, o abbiamo sbagliato, e che di lì non dovremmo più passare. 
Ma anche regole che inducono in tentazione, che nella loro trasgressione costringono ad attraversar conflitti, aiutano ad andare al di là… di un fare, credere, pensare conosciuto e rassicurante. Regole che favoriscono una certa libertà di circolazione di idee e pratiche differenti. 
Interessante la trasgressione e quell’andare al di là che porta con sé. La radice latina tras la rende parente stretta di altre parole come: trasformare, trasporre, trascrivere ma anche …tradurre e tradire!

Del regolarsi
[…] quel che è oggi impedimento interiore, era una volta soltanto impedimento esteriore, imposto forse dalla necessità dei tempi; allo stesso modo, quel che oggi ancora si presenta ad ogni individuo che cresce come esigenza che la civiltà ci impone dall’esterno, diventerà forse un giorno un’intima inclinazione. (in: L’interesse della sociologia, da S. Freud, Totem e Tabù, in Opere, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, p. 270) 

Credo che la nostra storia con le regole sia iniziata con la nostra nascita …nascerà quando si saranno completate le nove lune ed è lui/lei che ha iniziato a contare… Credo che queste nostre e individuali storie con le regole possano raccontare di guerre e di battaglie, di vinti e di vincitori, di vittime e di carnefici, di andate e ritorni storici salvifici o infermali. Ma questo è noto, è il politicamente corretto, il comune pensiero di molti e sono tanti che credono e sono pronti a dimostrare che le regole sono fatte per impaurire, castigare e sanzionare, per essere ignorate o prese alla lettera, aggirate o per raggirare ma in ogni caso oggi come nei tempi antichi …chi non le rispetta è un furbo, chi le fa cambiare è un potente, chi le rispetta è un ingenuo, chi esige il loro rispetto un saccente violentatore … della sacra e inviolabile individuale libertà.

Del regolare
…ma se ci sono le regole di chi …regola sovrano la barra dello stato con lo scopo di renderci tutti uguali per opportunità e possibilità, ci sono altre regole non scritte che gli uomini sanno “senza sapere di sapere” e che rispettando, insegnano a rispettare. Per via di rigore e fedeltà, per via di etica vengono perseguite e difese con la certezza che siano le sole in grado di resistere al tempo e agli umori degli uomini, forse nate con l’uomo quando …alzando gli occhi, ha visto il cielo.

Questa una possibile cornice ma, come per i convegni precedenti, sarà interessante ciò che interverrà nell’inedito dialogo, nelle pieghe che ciascun relatore, accanto e ad integrazione uno all’altro, contribuirà ad offrire ai partecipanti che, ci auguriamo abbiano conservato un orecchio acerbo.

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