“Trasformeranno
le loro spade in aratri e le loro lance in falci”
(Isaia 2,4)
Beati i costruttori di pace di Pordenone e Padova • Centro di
accoglienza “E. Balducci” Zugliano (UD) • Comunità “S. Martino al
campo” Trieste • Emergency • Pax Christi Italia • Comboniani Padova •
ACLI Regionale FVG • Casa di accoglienza Oasi 2 Pordenone invitano a
partecipare alla
22a VIA CRUCIS PORDENONE - BASE USAF
DI AVIANO
I CARE
Motivi per cui Gesù è finito in
croce, è risorto, ci aiuta a camminare
Pordenone - domenica 18 marzo 2018
Partenza ore 13.30 dalla piazzetta S. Marco davanti alla cattedrale
Arrivo davanti alla base Usaf di Aviano ore 18.00
un bus-navetta riporterà al punto di partenza.
Le quattro riflessioni con i riferimenti al Vangelo:
- la Costituzione Italiana (Luca 19, 41-44);
- lo Ius soli (Luca 13, 1-5);
- i diritti umani (Matteo 25);
- le atomiche e gli armamenti (Luca 6, 27-36)
Ci prepariamo e invitiamo a vivere la 22a Via Crucis Pordenone-Base
Usaf di Aviano: non si tratta, infatti, di adempiere a una ritualità. È
fondamentale vivere la Via Crucis coinvolti con le persone e i popoli
crocifissi, sgomenti e addolorati per i motivi delle loro
crocifissioni: di potere, dominio, violenza, arroganza, falsità,
interesse, gli stessi per cui Gesù di Nazareth è stato crocifisso.
Il motivo di fondo di questo cammino di pace è scritto sulla parete
della scuola di Barbiana da don Lorenzo Milani e dai suoi alunni: I
care, mi sta a cuore, ci sta a cuore, anche noi ci sentiamo coinvolti,
partecipiamo; non diciamo mai: “Non ci riguarda, non ci interessa,
ognuno pensi a se stesso, si arrangino, prima noi e i nostri e dopo gli
altri”. Don Lorenzo e i suoi alunni commentano che questa dichiarazione
di coinvolgimento è contraria al motto fascista “Me ne frego”. Perché
il fascismo e il sorgente neofascismo sono negazioni della libertà,
oppressione, esaltazione di una parte e discriminazione e disprezzo
dell’altra parte, in particolare di chi è debole, fragile, etichettato
per la sua diversità, ai margini, fino alla sua eliminazione.
Gesù di Nazareth è reso vittima dai poteri di questo mondo, primo
quello della religione del tempio, a causa del suo amore rivoluzionario
che pretende uguale attenzione alla dignità di ogni persona; che
abbatte i muri di discriminazione, separazione ed esclusione; che
provoca alla disponibilità e all’impegno per contribuire all’umanità
della giustizia, della pace e della fraternità.
Il messaggio di Gesù di Nazareth è di straordinaria umanità e può
essere condiviso da tante persone che non vivono una fede religiosa
esplicita, ma di fatto con il loro modo di vivere seguono il Vangelo. I
segni della sua luce profetica nella laicità della storia si leggono
nella Costituzione Italiana, ad esempio nell’articolo 11, nel quale si
afferma che “L’Italia ripudia la guerra”: con questo termine si
esprimono condanna e lontananza totali. Ci uniamo al pianto di Gesù di
Nazareth che guarda desolato alla città di
Gerusalemme che non ha voluto ascoltare l’insegnamento di pace e per
questo si avvia alla distruzione.
Piangiamo di fronte all’insensatezza, alla follia, alla scelleratezza
di ogni guerra; all’aumento della fabbricazione e della vendita delle
armi; di fronte alle vittime, alle distruzioni. Un pianto da
trasformare in sensibilità, disponibilità e impegno ulteriori per
vivere e diffondere sensibilità, cultura e pratica attiva della
nonviolenza e della costruzione della pace.
Il messaggio di Gesù di Nazareth ci sollecita ad assumere le nostre
responsabilità personali e comunitarie, sociali, culturali, politiche,
ecclesiali; a schierarci, a prendere posizione. La grande questione dei
migranti, la più importante per le sue caratteristiche planetarie, ci
rivela come sta il mondo, chi sono loro e chi siamo noi.
Una parte considerevole della nostra società identifica le questioni
aperte che chiedono risposte, con le persone in esse coinvolte, e così
pretende di non riconoscere i migranti, di non accoglierli, di
respingerli, di eliminarli nella logica perversa e totalmente disumana
che eliminando le persone si risolvano gli aspetti problematici. Alla
questione decisiva e dirimente dei migranti si affianca quella
dell’economia e del lavoro per l’intreccio malignio che le vede
vicendevolmente causa - effetto.
Il Vangelo di Gesù di Nazareth propone la verifica della nostra
credibilità di donne e uomini, umili credenti in ricerca nella
disponibilità a vivere la compassione e l’autentica solidarietà con le
persone che fanno più fatica a vivere perché affamate, assetate,
denudate di dignità e di vestiti, ammalate, carcerate, forestiere. La
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la nostra Costituzione
ci impegnano nella laicità della storia ad affermare attivamente la
dignità di ogni persona, comunità e popolo, i diritti umani uguali per
tutti o non più tali e ci coinvolgono in uno spirito di fratellanza.
L’amore rivoluzionario di Gesù di Nazareth promuovere, afferma,
custodisce la vita e libera dalle motivazioni dell’inimicizia, della
violenza, delle azioni di morte di cui le armi tutte, e in modo del
tutto concentrato e distruttivo quelle atomiche, sono devastanti e
terribili espressioni. Nella Base Usaf di Aviano la Madre Terra è
violentata e costretta a custodire le armi della morte,
dell’annientamento, della distruzione.
Concludiamo il cammino di pace, di riflessione, di preghiera davanti
alla Base Usaf di Aviano e meditiamo su Gesù di Nazareth ucciso e
risorto, Vivente oltre la morte. Da lui e dall’innumerevole popolo di
donne e uomini appartenenti a tutte le culture, fedi religiose, diversi
itinerari umani, attingiamo luce, forza interiore, coraggio per
rinnovare disponibilità e impegno per contribuire alla giustizia, alla
pace, alla salvaguardia del creato, nell’ I care quotidiano.
Vi invitiamo a camminare insieme
Per informazioni: tel. 0434/578140 - 335 5423423 - 049/8070522