Negli
occhi dei ribelli
Fotografie di Danilo De Marco
venerdì 19 aprile 2019 ore 18.30
MAKE Spazio espositivo
Palazzo Manin, via D. Manin 6/A
Udine
La mostra fotografica di Danilo De Marco, con la quale l'autore,
attraverso gli occhi dei ribelli, intende costruire una memoria
collettiva della Resistenza. Resistere
significa esistere.
Il programma dell'inaugurazione prevede:
Ouverture per faccioni
Danilo De Marco (testo)
Massimo Somaglino (voce)
Daniele D’Agaro (sax tenore)
Mirko Cisilino (tromba)
Grave
Antonella Lestani (Anpi)
Andante con moto
Jasmine Luminoso (Collettivo Korov’ev)
Vivacissimo
Angelo Floramo (voce)
Daniele D’Agaro (sax tenore)
Mirko Cisilino (tromba)
segue
musica a discrezione ...ma non troppo
R-esistete “…qui resistere
significa esistere”
Qui, dove?
Resistere a chi e a che cosa?
E chi dà nome a ciò che le persone scelgono di essere, quando rifiutano
il conformismo e lo stato di fatto (partigiani o banditi, resistenti o
terroristi, patrioti o criminali)? Chi definisce, dove sta il confine,
chi lo fissa e difende, come muta?
Che struttura di memoria, che ‘monumento alla resistenza’ (sia pure
effimero e fatto solo di immagini, come questo) costruire oggi? Ho
scelto un ‘monumento’ che faccia discutere, senza timore per una
memoria selettiva; una costruzione che richiami la necessità rinnovata
di una scelta di campo non effimera.
Salvaguardare una memoria capace di distinzioni; preservare il
carattere fondativo della Resistenza, per la storia e la democrazia
italiana ed europea. Contro l’immagine di una equivalenza indistinta di
fascismo e antifascismo. Contro una memoria commemorativa che resti
cronaca e sottovaluti le contraddizioni di allora e le rimozioni del
dopo e dell’oggi.
Non isolare l’episodio storico che si chiuse oltre settant’anni fa;
inserirlo invece nel quadro più ampio fondato su quel principio di
resistenza che donne e uomini di ogni tempo e in ogni dove, hanno avuto
e hanno, la forza di reinventare e alimentare, in mille contesti,
contro la sopraffazione, l’ingiustizia, la rapina della libertà e della
dignità, e drammaticamente nell’attuale, banale smemoratezza.
Mi domando se sia possibile che la memoria possa scorrere anche in un
sistema di piani-sequenza di fermo-immagine di una singola fotografia.
Faccia in ebraico, lingua della rivelazione, è plurale. Ogni volto è
multiplo. Queste facce si possono tradurre in altrettanti capitoli
narrativi cercando di raccogliere la storia latente, tutto quello che
gli esseri umani provano, senza sapere che i loro dolori, il loro
lavoro e il loro riposo sono storia. Ma la memoria sembra scivolare,
scappare da quegli occhi sui piani del volto che via via si sfuocano, e
lo spazio, quello spazio della vita per cui avevano combattuto,
incerto, irresoluto. Volti che ci guardano e ricordano a noi non solo
la nostra propria vecchiaia ma, con quella e attraverso quella, la fine
di un grande mito rivoluzionario, forse di una speranza non ancora
svanita. Quella di una Resistenza incompiuta.
Con il patrocinio di: ANPI, ARCIMISSKAPPA, ARCI UDINE PORDENONE,
ASSOCIAZION CULTURÂL COLONOS, CENTRO BALDUCCI, CeVI, CIRCOLO CULTURALE
MENOCCHIO, COLLETTIVO KOROV’EV, COORDINAMENTO 25 APRILE, DAMATRÀ,
FONDAZIONE ZANOLIN, FORUM, HYBRIDA, ISTITUTO FRIULANO PER LA STORIA DEL
MOVIMENTO DI LIBERAZIONE, LIBERA UDINE, OIKOS, OSPITI IN ARRIVO
In allegato il volantino in pdf