1° Gennaio 2022: Giornata Mondiale della Pace
1° Gennaio 2022: Giornata Mondiale della Pace
Riflessioni di don Pier Luigi Di Piazza
Il primo gennaio 2022 si celebra la 55a giornata mondiale della pace dalla prima voluta da papa Paolo VI. 
Si tratta di porre attenzione alla più grande e permanente questione dell'umanità sempre auspicata ma di fatto continuamente tradita, sconfitta e ferita.
Dedicarvi il primo giorno dell'anno dovrebbe invitare all'impegno di ogni giorno. 
Gli antichi affermavano: “Se vuoi la pace prepara la guerra" nella concezione di una pace imposta dagli eserciti organizzati e addestrati, con le armi costruite e preparate. 
Quel motto si deve cambiare radicalmente e continuamente: "Se vuoi la pace prepara la pace": infatti è un progetto di umanità fatta di relazioni positive e coinvolge diversi aspetti e ambiti della vita e della società. 
Per l’1 gennaio 2022 papa Francesco ha proposto come temi su cui riflettere: 
- il dialogo fra le generazioni;
- l'istruzione e l'educazione; 
- il lavoro.
Considera l'importanza fondamentale del dialogo fra le generazioni. Si tratta di percorsi di vita caratterizzati da momenti storici ed esperienze diverse. 
Il dialogo e il confronto possono assumere una condivisione di fondo della vita, sentire la comune appartenenza alla storia; esperienze di idealità, di progetti, di lavoro, di resistenza, di dedizione possono
diventare una ricchezza per i giovani che da parte loro possono comunicare sensibilità, idealità, preoccupazione per il futuro, sensibilità e impegno per la grande questione dellasalvezza della nostra casa comune. 
Tutti noi conosciamo alcune persone maestre e maestri di vita: giovani, adulti e anziani. Sarebbe importante indicare i motivi e i contenuti di tali riconoscimenti trovando auspicabilmente sensibilità profonda, giustizia,
uguaglianza, pace, libertà, democrazia, diritti umani: dimensioni e convinzioni di fondo che nelle differenze e nel dialogo possono unire tutti.
"Dialogare", dice papa Francesco, "significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi, camminare insieme. Mentre lo sviluppo tecnologico ed economico ha spesso diviso le generazioni, le crisi contemporanee
rivelano l'urgenza della loro alleanza. 
Da un lato i giovani hanno bisogno dell'esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani; dall'altro gli anziani necessitano del sostegno, dell'affetto, della creatività e del dinamismo dei giovani"
Sarebbe importante andare oltre le iniziative sporadiche e a quel dialogo molto importante che si auspica avvenga nelle famiglie per organizzare in modo istituzionale percorsi significativi ad esempio nelle scuole, nelle esperienze di gruppi culturali perché questo dialogo fra le generazioni possa diventare un percorso di incontro, di scambio esistenziale cultural, spirituale, un contributo alla costruzione della pace. 
Papa Francesco indica ancora l'istruzione e l'educazione come "motori della pace"
Certamente la presenza e la diffusione dei mezzi informatici incide molto sui processi informativi e formativi; alcune questioni decisive però non dovrebbero essere scalfite e tantomeno modificate: prime la
dignità e l'uguaglianza di ogni persona, la giustizia, la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza.
Il processo informativo ed educativo dovrebbero procedere congiunti: l’importanza dell’acquisire informazioni e conoscenze nei vari campi e ambiti da quelli scientifici a quelli artistici dovrebbe sempre essere parte di una visione del mondo a cui educarsi reciprocamente con la convinzione di che cosa significa la cultura nel senso antropologico più profondo.
Il processo educativo dovrebbe condurre a comprendere la vita, il posto che vi teniamo, il nostro rapporto con gli altri, la crescita in consapevolezza e umanità di una coscienza libera, responsabile, critica; non cedere alla pigrizia, al conformismo, all'indifferenza ma invece sentirsi sempre responsabili. 
Nell'attuale situazione il processo educativo può avvalersi della ricchezza delle diversità presenti nella società e nelle scuole, con un'apertura alle diverse culture, lingue e fedi religiose come dialogo che nella reciprocità arricchisce. 
Papa Francesco evidenzia che l’investimento per l'istruzione e l'educazione negli ultimi anni è sensibilmente diminuito a livello mondiale.
"È opportuno e urgente che quanti hanno responsabilità di governo elaborino politiche economiche che prevedono un’inversione del rapporto fra gli investimenti pubblici nell'educazione e i fondi destinati agli armamenti" 
sollecita ad assumere come dimensione educativa fondamentale la cultura della cura: sensibilità, atteggiamento e pratica riconosciuti come
necessari, universali, qualificanti l'autentica umanità. 
Papa Francesco pone attenzione alla grande questione del lavoro da promuovere e assicurare per costruire la pace. È una questione decisiva: non ci può essere pace senza giustizia, non ci può essere giustizia senza un lavoro degno. 
Immediato è il richiamo all'Art. 1 della nostra Costituzione: "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro". Il lavoro è legato inscindibilmente alla dignità della persona. 
La prima considerazione del rapporto fra lavoro e pace è la "distruzione della pace" causata dal numero impressionante di morti sul lavoro, 1100 nel 2021, una media di circa tre al giorno: nomi, volti, familiari, amori, amicizie, conoscenze, competenze. 
Non si può legare lavoro e pace fino a quando si muore così tragicamente e anche in numero elevato ci si ammala lavorando. Nell’animo dei familiari c'è il dramma, non ci può essere la pace così come per partecipazione nessuno di noi può sentirsi in pace. Molto, molto di più si deve operare con urgenza nella prevenzione, nei controlli, nelle sanzioni. 
Il dogma della massimizzazione dei profitti deve essere cancellato per sempre: la sicurezza sul lavoro legato inscindibilmente alla dignità delle persone, gli stipendi adeguati, gli utili distribuiti per favorire altro lavoro degno e per investimenti socialmente importanti. 
Le questioni problematiche sono tante:
- lavoro giovanile; 
- lavoro delle donne; 
- lavoro precario;
- lavoro nero; 
- forme di sfruttamento;
- schiavitù ed altro ancora. 
Così Papa Francesco: "Le realtà imprenditoriali quanto più sono consapevoli del loro ruolo sociale, tanto più diventano luoghi in cui si esercita la dignità umana, partecipando così a loro volta alla costruzione della pace".
Papa Francesco ha scelto tre questioni decisive, dirimenti: doveroso per noi riflettere e agire per tutto quello che ci è possibile.
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