Indispensabile memoria
di Pierluigi Di Piazza
29 gennaio 2022
Il 27 gennaio 1945 i soldati russi entrarono nel campo di Auschwitz: la
giornata della memoria proposta dal 2005 è legata a questo evento di
liberazione e di constatazione della totale negazione e distruzione di
milioni di vite annientate nella loro umanità, torturate, usate, a
centinaia di migliaia uccise con il gas e poi bruciate nei forni
crematori, diventate cenere dispersa dal vento.
Sei milioni di ebrei vittime, altrettanti e più milioni di oppositori
politici, disabili, omosessuali, nomadi, testimoni di Geova. Non si
tratta di fare la memoria come rituale legato ad una data pure
importante, ma invece di vivere la memoria, di diventare ed essere noi
memoria nel ricordo vivo delle vittime e del loro dolore e su un piano
diverso di indagare sui carnefici per cercare di capire motivazioni,
pianificazione e organizzazione della morte, eliminazione di milioni di
persone; e ancora su un altro piano contiguo di indagare sul perché
milioni e milioni di persone hanno aderito e sono state complici per
ignoranza, conformismo, inettitudine, progressiva diminuzione fino
all'azzeramento della coscienza etica con l'accettazione della totale
disumanità, con l’identificazione nel demone assoluto del nazismo in
stretta alleanza e collaborazione col fascismo.
Poco tempo fa servizi televisivi hanno mostrato piazze e strade di
Varsavia affollate in modo impressionante da persone neonaziste e
neofasciste con simboli, labari, slogan inequivocabili, fra loro anche
cattolici estremisti negatori del Vangelo di Gesù. Questo purtroppo
avviene in tutta Europa e anche nel nostro Paese. Questa identità
nazionalista, assoluta, violenta avverte come nemici da individuare,
attaccare, rifiutare tutte le persone considerate altre, diverse,
inferiori, inaccettabili in quel sistema.
Il monito di Giuseppe Dossetti, Padre Costituente all'impegno per una
lucida coscienza storica e all'attenzione non solo ad essere vigili ma
ad opporsi ad ogni inizio del sistema del male è sempre molto
attuale.
Il 12 luglio 2021 si è celebrato a Fossoli il 77° anniversario delle 67
vittime già recluse nel campo e sterminate dai nazisti. Il compianto
Davide Sassoli ha invitato la presidente Ursula Von Der Leyen.
Sassoli ha concentrato nel suo intervento dimensioni umane e situazioni
storiche. Ha invitato ad ascoltare la voce degli uccisi, "a
guardare gli occhi delle vittime dell'umanità, private di umanità"
affermando che quegli sguardi si assomigliano e si ripropongono sempre
e dovunque: dolore, disperazione di essere ridotti a numeri, a cose, di
non poter riconoscere più i tratti dell'umanità in quell’annientamento
totale.
Com'è stato possibile che nell'Europa di allora in cui c’erano anche
insigni pensatori, filosofi letterati, teologi, artisti, chiese
cattoliche e protestanti si sia preparato e poi scatenato l'orrore
pianificato? Com'è stato possibile realizzare un potere assoluto, un
delirio di onnipotenza che decide di schiacciare tutto e tutti gli
indesiderati, con la finalità di dominio assoluto, di esaltazione di
una parte, di un “unicum” come si trattasse di un assurdo potere
divino? Da dove tanta crudele disumanità?
I volti, i nomi delle vittime, le loro storie umane spogliate per
ridurle a numeri, a pezzi da sfruttare e utilizzare e poi da buttare
continuano a parlarci.
Dalla condivisione dell'immensità del dolore è spuntato il progetto di
una Europa completamente altra: il manifesto di Ventotene di Altiero
Spinelli ha prospettato un'Europa libera e unita.
Poi i passaggi storici significativi ci sono stati, i documenti solenni
pure ma oggi si avverte profondamente e con urgenza la necessità della
ricostruzione dell'Europa dei popoli, dei diritti umani, della libertà,
e della democrazia, dell'accoglienza, dell’autentica solidarietà.
La questione dei migranti è rivelatrice di quali ideali e di quale
organizzazione siano oggi necessari per l'Europa dei popoli in rapporto
di dialogo e cooperazione con il mondo.
Davide Maria Sassoli (significativo che porti il nome di Padre Davide
Maria Turoldo) prima di Natale ha comunicato un messaggio: in esso ci
parla di paura dentro alla pandemia e di nuova solidarietà, e della
convinzione che nessuno è sicuro da solo. Denuncia i nuovi muri contro
le persone, contro i bambini costretti a scappare da povertà e guerre,
evidenzia i confini che demarcano ciò che è morale da ciò che è
immorale, ciò che è umano da ciò che è disumano.
Dice che la disuguaglianza non è più tollerabile né accettabile e che
la povertà va combattuta e sconfitta, che è doveroso proteggere i più
deboli e non essere mai indifferenti. Indica un mondo nuovo basato sul
bene comune, sul buon vivere di tutti. E ancora che la speranza siamo
noi quando non chiudiamo gli occhi di fronte al bisogno degli altri;
formula gli auguri a noi e alla nostra speranza.
Padre Ernesto Balducci ha ricordato il momento terribile dell'arrivo
nel loro paese di Santa Fiora delle 25 bare di giovani del paese uccisi
dai nazisti mentre stavano difendendo una miniera. Anni dopo la sua
riflessione lo porta a considerare come quei paesani, alcuni "compagni
di scuola" avevano pagato con la vita "la fedeltà al vero".
È un'espressione molto forte, densa di significato: il vero è la
dignità di ogni persona, la libertà, l'uguaglianza, la giustizia, la
democrazia, l’autentica solidarietà. E si chiede se noi, rispetto a
loro, facciamo una celebrazione esteriore con il rischio di tradire
questa fedeltà al vero perché accettiamo troppo facilmente
aggressività, ingiustizie, violenze, armi (l’investimento dell'Italia
per il 2022 raggiungere il record di 25 miliardi), guerre,
discriminazioni nazionalismi e razzismi. Vivere oggi la memoria delle
vittime del nazismo e del fascismo, dell'olocausto significa impegnarsi
in tutte le situazioni in cui la dignità delle persone e i diritti
umani sono calpestati.
C'è anche ed è importante la questione religiosa; i nazisti sono
arrivati ad affermare che "Dio è con noi", un assurdo, la
bestemmia più grave che viene ripetuta ogni qualvolta c'è una qualche
copertura religiosa a mentalità e azioni disumane come le
discriminazioni è il razzismo appunto.
Quest’anno a Zugliano vivremo la giornata della memoria domenica 30
gennaio durante la celebrazione dell’Eucarestia anticipata alle ore
10.00.