Semi
di nonviolenza nel Servizio Civile
Storie di un obiettore
Centro Balducci, lunedì 5 dicembre 2022, ore 20.30
Presentazione del libro di Giovanni Ghiani con la presenza dell'autore.
Perché tornare oggi con la memoria ad anni lontani, i “novanta” del
servizio civile nella Caritas concordiese?
E’ stata una scelta decisamente politica dell’autore, quella di
ritornare a quell’esperienza, narrandola con stile narrativo
leggero, a fronte del riesplodere in questi anni non solo della guerra
– ché, dal 1989, ci siamo abituati di nuovo anche in Europa a questo
fenomeno, che non era mai smesso nel resto del Pianeta – ma soprattutto
alla constatazione di come un intero patrimonio, quello del pacifismo
nonviolento, sembri del tutto scomparso dall’orizzonte politico.
Insomma: questi anni sono stati non solo quelli dell’atomizzazione
dell’azione umana e della s/connessione di fronte al pensiero unico ed
alla sua strumentazione comunicativa, ma anche del venir meno di ogni
“alfabetizzazione” a prassi di cambiamento, volte a contrastare la
violenza ed il potere, attraverso forme di molecolare ma radicale
cambiamento democratico. Non solo i grandi della nonviolenza (Gandhi e
M.L. King) appaiono dimenticati, ma anche il pacifismo degli anni ’80
contro gli euromissili nucleari ed il grande movimento nonviolento
delle “rivoluzioni di velluto”, che nel 1989 rovesciò il blocco
sovietico prevalentemente senza spargimenti di sangue; una vittoria di
civiltà che fu cancellata dalla violenza scientifica affermatasi
dapprima in Romania, e poi in quelle che furono la Jugoslavia e
l’Unione Sovietica.
Ed allora è necessario ritornare a quell’esperienza ed a quel
patrimonio teorico, che portarono dapprima poche decine di obiettori di
coscienza a scegliere la galera al posto del servizio militare
obbligatorio, fino alla legge del 1972 (la 772) che, dapprima in
sordina, e poi con un’evoluzione geometrica dell’adesione, portò a
svuotare l’istituzione militare dall’interno, facendole mancare
progressivamente l’adesione della maggioranza dei potenziali coscritti.
Fino a che il presidente della repubblica Francesco Cossiga (non a caso
un politico che non ha mai nascosto le sue simpatie per militari ed
apparati spionistici) nel 1992, alla fine del mandato suo e del
parlamento, affossò con una manovra di palazzo la nuova legge. E
proprio alla protesta organizzata dal pacifismo pordenonese contro quel
presidente militarista è dedicato uno dei primi passaggi del libro.
Dopo l’abolizione della leva nel 2004 (governo Berlusconi) ed il
definitivo via libera all’esercito professionale – impegnato in giro
per il mondo in “missioni di pace” che ben poco hanno a che fare con
l’art. 11 della Costituzione – ormai di obiezione di coscienza si parla
solo a sproposito, come con l’assurdo fenomeno della “obiezione
corporativa obbligatoria” dei medici all’interruzione volontaria di
gravidanza (la stessa campagna di obiezione di coscienza alle spese
militari, la c.d. “obiezione fiscale”, è stata confusa e sminuzzata dai
tanti tentativi di lotta contro il sistema fiscale di matrice
neoliberista/leghista). E lo stesso servizio civile appare ormai, più
che un atto di antimilitarismo cosciente, una delle tantissime forme di
occupazione/formazione deregolamentata, alternative alla
contrattualizzazione sindacalizzata del lavoro.
E’ quindi più che opportuno tornare alle radici dell’esperienza degli
obiettori di coscienza, narrandone le vicende di vita, come ha fatto
Giovanni Ghiani. Tra l’altro, ricordando come proprio la Caritas
cattolica fosse un luogo dove, in attesa che lo facessero le
istituzioni repubblicane, si parificava la condizione di genere,
affiancando agli obiettori maschi le obiettrici donne dell’Anno di
Volontariato Sociale.
L’Autore
Giovanni Ghiani (Pordenone, 1966) si è laureato in Filosofia a Venezia
con una tesi su “Lo stato sovrano e l’autorità mondiale. Weber, Kelsen,
Maritain” (premio “Giorgio La Pira” 1991).
Nel 1992-1993 ha svolto il servizio civile con la Caritas Diocesana di
Concordia-Pordenone.
Dal 1993 al 1995 ha partecipato alla stesura dei tre volumi collettanei
editi dalla Fondazione “Emanuela Zancan” di Padova su “Il ruolo degli
obiettori di coscienza”. È stato presidente dell’associazione di
volontariato per la pace Tonino Bello di Pordenone dal 1993 al 1997.
In Azione Cattolica è stato educatore e animatore di ragazzi e giovani,
nonché responsabile associativo per molti anni e presidente diocesano.
Fa attività politica come amministratore locale dal 2006.
Professionalmente, da molti anni si occupa di formazione come
progettista e project manager.