L'isola
infelice
Viaggio alla fine del mondo nella
terra violata dagli abusi e dalla rassegnazione… ma non solo
Centro Balducci, venerdì 16 giugno 2023, ore 20.30
Presentazione del libro di Aldevis Tibaldi che parla di abusi e
distruzione del territorio friulano, ma non solo.
L'autore dialoga con don Paolo
Iannaccone, Fernando Ceschia
e Roberto Muradore.
È una lettura di fatti articolata, questa che ci offre Aldevis Tibaldi, frutto della sua
esperienza e del suo impegno personale nelle lotte degli ultimi decenni
a difesa dell'ambiente e dei diritti sociali. Si parla di inquinamento,
di distruzione del territorio e del paesaggio, dalla Carnia alla
pianura friulana, dal Carso alla laguna maranese, ma anche della
solidarietà dimostrata alle lotte in altre regioni, come quelle contro
la TAV in Val di Susa. Sono storie di un degrado ambientale che poteva
essere evitato, perché qui si documenta non una “sterile” opposizione,
ma un impegno di cittadini, comitati e associazioni a trovare soluzioni
ai problemi, una partecipazione sociale cosciente e collettiva che
invece è stata oscurata, marginalizzata, derisa e in molti casi
perseguitata e repressa dai “poteri forti” trasversali che hanno
imposto le scelte alle forze politiche al governo della Regione e del
Paese. La minuziosa ricostruzione dei fatti attraverso l'ampia
citazione di documenti rende conto non solo della gravità della
situazione ambientale creatasi nel corso dei decenni, ma del degrado
della stessa democrazia, e giustifica l'enfasi del racconto e del
linguaggio, nella convinzione che solo una presa di coscienza e un
impegno di massa potranno salvarci.
Friulano di origine e triestino di adozione, Aldevis Tibaldi da subito partecipa
alle lotte politiche sino a quelle del '68 presso l'ateneo giuliano.
Dirigente nello Studio Geotecnico Italiano e poi nell'IRI, partecipa
alla realizzazione delle maggiori opere e infrastrutture in Italia e
soprattutto all'estero. Negli anni Novanta presta la sua opera
volontaria quale Curatore agli Usi Civici nel Basso Lazio infestato
dalla camorra e da ogni sorta di abusi. Al tempo stesso istituisce il
primo museo al mondo dedicato al "brigantaggio" nella sua versione
sociale. Nel 2003 rientra nella sua terra di origine dove non tarda a
gettarsi in ogni lotta ambientale volta a difendere i diritti alla
salute e alla partecipazione popolare. Fonda e presiede il Comitato per
la Vita Rurale con il quale partecipa a centinaia di eventi e
manifestazioni di protesta.