Il 10 aprile u.s. è stato approvato dal Parlamento Europeo la Legge che
sancisce il nuovo Patto UE sulle migrazioni e l’asilo. Proponiamo uno
stralcio dell’intervento di Redattore Sociale su quello che possiamo
certamente definire “il fallimento della solidarietà europea”, perché
Patto che si configura come un ulteriore attacco ai diritti umani,
prefigurando l’Europa come fortezza e non come luogo dei diritti e del
dialogo tra diversi.
“Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati, approvato
al Parlamento europeo a Bruxelles, avrebbe dovuto modificare le regole
di Dublino, favorire la protezione internazionale in Europa di persone
in fuga da disastri ambientali, guerre, vittime di tratta e di
sfruttamento, persone schiacciate dalla miseria, con un impegno
solidale di tutti i Paesi membri dell’Unione Europea nell’accoglienza,
il ritorno alla protezione temporanea come si era visto con gli 8
milioni di migranti in fuga dall’Ucraina, un monitoraggio condiviso tra
società civili e Istituzioni del Mar Mediterraneo per salvare vite nel
Mediterraneo. Invece l’Europa – mentre continuano le tragedie nel
Mediterraneo – a maggioranza di voti si chiude in sé stessa, trascura i
drammi dei migranti in fuga, sostituisce la vera accoglienza con un
pagamento in denaro”. Ad affermarlo è mons. Gian Carlo Perego,
presidente della Fondazione Migrantes della Cei.
Per mons. Perego l’Europa, “pretende ancora di più dai Paesi di
frontiera, come l’Italia: controlli più veloci, ritorni nel primo Paese
di sbarco di chi si muove in Europa senza un titolo di protezione
internazionale, rimpatri facilitati in Paesi terzi non sicuri,
chiudendo gli occhi su esternalizzazioni dei migranti. Indebolendo, non
da ultimo, la tutela delle famiglie e dei minori”.
“Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati segna così
una deriva nella politica europea dell’asilo e il fallimento della
solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i
barconi della speranza–sottolinea il presidente della Fondazione
Migrantes –. Confidiamo che l’art. 10 della nostra Costituzione rimanga
come presidio sicuro per tutelare i richiedenti asilo. Le prossime
elezioni europee saranno un banco di prova importante per rigenerare
l’Europa a partire dalle sue radici solidali e non piegarla a
nazionalismi e populismi che rischiano di dimenticare la nostra comune
storia europea”.