Udine, venerdì 31 maggio 2024
Questa mattina, presso l’Aula Magna del Liceo C. Percoto di Udine,
siamo stati invitati all’evento conclusivo del PCTO (percorso per le
competenze trasversali e l’orientamento) “
Nel nome di Lea, nel cuore di Denise”.
Il progetto, nato dalla collaborazione del Liceo "Percoto" con Libera
Udine, ha ricostruito la storia di
#LeaGarofalo,
vittima nel 2009 della ’ndrangheta, e di sua figlia
Denise: la decisione di testimoniare
sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno
Carlo Cosco portò lei e sua figlia a un periodo in regime di protezione
e a vivere sotto falso nome, per un anno – dal dicembre 2006
all’ottobre 2007 – nel quartiere di Chiavris a Udine, dove Denise
frequentava la classe prima del “Percoto”.
Nell'anno scolastico 2022-23 è stata svolta da parte di una ventina di
allieve e allievi del “Percoto”, oltre a un’approfondita ricerca
documentale, un’attività di formazione con i docenti e referenti locali
di “Libera”, che ha portato a intervistare gli ex insegnanti di Denise
e a incontrare
Enza Rando,
avvocata di Denise durante il processo svoltosi a Milano,
Stefano Floreani, del Servizio di
Protezione di Denise e Lea quando erano a Udine, le ex compagne di
Liceo di
Denise, il presidio
di Libera Milano.
Dopo i saluti istituzionali, tra i quali quello significativo del
prefetto
Domenico Lione, i
ragazzi hanno presentato la storia di Lea e Daenise attraverso
racconti, testimonianze e immagini.
È stata data la parola a
Vincenza
Rando che, a partire dal processo di Milano, ha dato
testimonianza della vita di Lea, sottolineando l’importanza di donne
come lei che sono “resistenti” perché capaci di ribellarsi al potere
mafioso: «
Lea non era una
“collaboratrice” di giustizia, parola riservata a chi, da pentito di un
crimine commesso, comincia a collaborare con gli inquirenti; se le
parole hanno significato, bisogna riconoscerle il ruolo di “testimone”
di giustizia e grazie anche al suo coraggio, oggi sono 40 le donne
innocenti che sono impegnate affinché i loro figli non continuino a
vivere di mafia sulle orme dei loro padri».
Infine la parola è passata ai
ragazzi
del Liceo Artistico "Sello", coinvolti durante quest’ultimo anno
scolastico per un intervento artistico nell’aula del “Percoto”
frequentata da Denise, tre opere che resteranno a perenne memoria di
questa storia drammatica ma al medesimo tempo foriera di grandi valori:
due murales all’interno della classe, attualmente work in progress, e
una composizione tridimensionale in plexiglas all’esterno, inaugurata
al termine della mattinata, rappresentante due volti sfumati, quelli di
madre e figlia, racchiusi da un fiore, quel garofano rosso che richiama
in qualche modo il cognome della madre.
La Rando ha voluto concludere l’incontro sottolineando l’importanza di
questo progetto e di avere insegnanti che ci appassionino alla vita,
permettendoci di approfondire i valori fondanti la convivenza civile: «
La mafia ha paura della cultura e della
scuola che incuriosisce e che approfondisce, perché sa che forma
persone capaci di dire dei sonori “no” all’ingiustizia e all’illegalità».
I testimoni di giustizia e questi ragazzi ci hanno trasmesso il
“testimone”, sta ora a noi nel nostro piccolo continuare su questa
strada.