Legge sul welfare, nuova bocciatura per la Regione
Legge sul welfare, nuova bocciatura per la Regione
L'Asgi: «disapplicate i requisiti discriminatori»
ANCORA UNA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI UDINE

Tre lavoratori immigrati, due rumeni e un camerunense, residenti a Majano riceveranno i contributi per l'affitto delle case dell'edilizia pubblica nonostante non abbiano i requisiti minimi imposti dalla legge regionale voluta dal centrodestra. Nel 2010 il comune friulano aveva seguito le indicazioni regionali, che pongono dei paletti per l'accesso ai finanziamenti, ed escluso i tre immigrati dalle graduatorie. Ma poi uno dei tre si e' rivolto al giudice, che gli ha dato ragione. Il Tribunale di Udine ha giudicato la ''natura discriminatoria'' del bando emanato dall'amministrazione comunale seguendo la legge regionale: i requisiti minimi sono la residenza o l'attività lavorativa in Italia per almeno dieci anni di cui cinque in regione. Così, il giudice ha dato ragione all'immigrato, e il comune di Majano ha subito pure la beffa, finendo per essere condannato al pagamento delle spese legali e della pubblicazione sui quotidiani dell'intera ordinanza. Risultato? Circa 40 mila euro da sborsare. L'immigrato romeno riceverà entro la prossima settimana - hanno spiegato a Majano - 1.286,35 euro di contributo che andranno a coprire circa il 29% dell'affitto annuo dell'appartamento, e cifre analoghe andranno ad aiutare gli altri due immigrati, come decine di cittadini italiani. La decisione della giunta comunale di Majano dello scorso primo marzo e il provvedimento amministrativo del 3 marzo hanno riaperto il fuoco delle polemiche sui requisiti, da anni al centro dello scontro politico regionale, e già censurati dalla Corte costituzionale in un'altra recente legge regionale. Il comune di Majano si e' trovato preso in mezzo tra la Regione e gli input del Tribunale, e ha dovuto seguire l'ordinanza del giudice. ''E' una cosa inaudita - ha commentato il sindaco Claudio Zonta, che guida una giunta di centrodestra -, noi non abbiamo fatto altro che applicare una legge regionale, e non possiamo essere chiamati a pagare''. Subito e' arrivato il supporto dell'Anci: ''Non e' giusto - ha detto il presidente regionale Gianfranco Pizzolitto - che paghino i comuni, la responsabilità e' di chi emana la norma, e ricorreremo contro la Regione''. Nonostante lo stop dei giudici la Lega Nord non pare pero' intenzionata a fermarsi. In tanti, dai comuni della regione, hanno telefonato in questi giorni a Majano per sapere come comportarsi. ''Invitiamo i comuni a dare attuazione alla legge, non possiamo scivolare verso l'anarchia'', ha ammonito il capogruppo del Carroccio Danilo Narduzzi, ricordando che il centrodestra punta a creare un fondo di ristoro per le spese legali sostenute dai comuni. Stizzita la replica del segretario del Pd Debora Serracchiani: ''La Lega non ci provi nemmeno - ha sillabato - a far pagare la sua propaganda elettorale, la trappola delle 'leggi padanissime' ai contribuenti, paghi di tasca sua chi ha voluto quella legge''. Per il capogruppo del Pd Gianfranco Moretton, invece, ''Narduzzi istiga i sindaci a disobbedire, siamo arrivati al paradosso''.
L'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immagrazione) intanto ha scritto una lettera all'Anci (associazione nazionale comuni italiani) e agli ambiti socio assistenziali, invitando a non applicare, nei prossimi bandi per le locazioni, il requisito discriminatorio della residenza. (In allegato il testo completo)

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