Anche il Vangelo di questa domenica (Giovanni 14,7-14) ci accompagna nelle domande fondamentali della nostra vita, ad esempio nella ricerca di punti di riferimento significativi per il suo senso ultimo, a Dio stesso e alla fede in lui. Così si può percepire la richiesta rivolta a Gesù da Filippo, uno dei discepoli: “Signore, mostraci il Padre e questo ci basta”.
La ricerca di incontrare Dio.
Un accostamento che potrebbe sembrare azzardato, fra padre Ernesto Balducci e papa Francesco. Il primo ci parla del “Deus absconditus”, del Dio sempre da scoprire, non identificabile con le nostre idee su di Lui, con le nostre teologie e liturgie, anche quando sono serie e rispettabili. Dio intuito, creduto, dubitato, ancora e sempre cercato, perché nascosto, da scoprire.
E papa Francesco: “In tutte le cose resta sempre una zona di incertezza. Se una persona dice che ha incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da un margine di incertezza allora non va bene. Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non è con lui: Vuol dire che è un falso profeta, che usa la religione per se stesso. Cercare Dio per trovarlo e trovarlo per cercarlo sempre. E spesso si cerca a tentoni, come si legge nella Bibbia. Dio lo si incontra camminando, nel cammino. Dio è sempre una sorpresa, dunque non sai mai some e dove lo trovi, non sei tu a fissare i tempi e i luoghi dell’incontro con lui… Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia”.
Gesù risponde a questa esigenza profonda, esistenziale di incontrare Dio: “Sono stato con voi per tanto tempo e non mi conosci ancora? Chi ha visto me ha visto il Padre”…Abbiate fede in me perché io sono nel Padre e il Padre è in me ed è lui che agisce…se non altro credete almeno per le opere che vedete”. Gesù ci rivela il “Deus absconditus”, il Mistero di Dio, con la sua persona, le sue parole e i suoi gesti…E qual è la dimensione profonda, costitutiva di questa rivelazione? E’ l’amore incondizionato, è la compassione, l’attenzione, l’accoglienza, la premura, la cura, la guarigione, il perdono, la fiducia, l’incoraggiamento alle persone…
L’incontro con Gesù di Nazaret è l’incontro con Dio, un incontro da riscoprire e vivere in continuità, perché non diventi statico, istituzionale, definito in schemi religiosi; un incontro che coinvolge nell’attuare le parole e i gesti di Gesù nella nostra vita, nella storia, soprattutto nell'incontro con le persone, a cominciare da quelle da lui stesso indicate come sua incarnazione permanente nella storia: quelle che hanno fame e sete; che sono denudate di vestiti e di dignità; quelle ammalate e quelle carcerate, quelle immigrate…
Noi, il Dio nascosto, la rivelazione di Gesù di Nazaret, l’incontro con le persone: la fede vive in contemporaneità queste dimensioni che sono inseparabili. Non si può credere nel Dio che non si vede quando si è indifferenti nei confronti dei fratelli che si incontrano. Mistero e concretezza, terra e cielo, silenzio e parola, preghiera e azione, dubbio e affidamento, soprattutto affidamento: pare siano queste non solo le strade, ma i contenuti di una fede umile e sempre in ricerca.