La memoria è la festa dell'Ascensione del Signore ci coinvolge in una riflessione profonda sulla direzione e sul senso del nostro camminare nella storia; su quale sia il significato del nostro vivere, relazionarci, amare, dedicarci, attenuare e poi riprendere la speranza, soffrire e morire nel modo più umano possibile.
La questione di fondo, dirimente ogni altra è questa: qual è il nostro progetto di umanità, l'ideale, il sogno per il futuro?
Le risposte veramente umane riguardano: giustizia, diritti umani uguali per tutti, democrazia, libertà, possibilità di istruirsi, di curarsi, non violenza attiva, costruzione della pace, accoglienza, convivenza delle diversità, salvaguardia dell'ambiente vitale.
Gesù di Nazaret è venuto e si è incarnato nella storia per annunciare e praticare questa nuova umanità: il suo messaggio è sempre rivoluzionario e comunica la forza per partecipare attivamente a questo grande progetto.
Gesù di Nazareth dopo la sua morte violenta e la sua risurrezione è "rientrato", per così dire, nel Mistero di Dio. Per descrivere questo evento reale e misterioso gli Atti degli Apostoli e i Vangeli si rifanno al linguaggio e ai simboli propri del tempo e quindi descrivono l'ascensione al cielo, la nube, gli angeli e, un momento prima, le parole di commiato di Gesù che di fatto comportano l'invio per l'annuncio e la testimonianza della buona notizia del Vangelo a tutta l'umanità.
Ora l'impresa è immensa per la vastità, i tempi lunghi, le situazioni drammatiche che si ripresentano in continuità, basti pensare alle guerre.
Pare si possano registrare questi atteggiamenti, dato anche che le vicende personali si intrecciano con quelle globali e che le nostre storie personali sono inserite, sono parte della storia di tutta l'umanità (Vangelo di Luca 24, 46-53) .
C'è la posizione di chi non si lascia coinvolgere dalla disponibilità e dall'impegno, preoccupandosi solo della sua vicenda personale, familiare, di piccolo gruppo dentro alla storia ma di fatto estraniandosi da essa.
C'è chi si coinvolge profondamente, s'impegna, lotta con forza e coraggio per tutta la vita e diventa esemplare.
C'è chi profonde un grande impegno e sogna che i risultati si concretizzino in tempi brevi e in modo evidente; la sconferma e la delusione diventano un freno e alle volte anche un ritiro e un abbandono.
Pare di capire che con l'esplicita ispirazione al Vangelo di Gesù o senza un riferimento diretto ad essa l'atteggiamento più maturo e sapiente sia quello di chi vive la pazienza attiva come virtù della rivoluzione quotidiana: la presenza e il nutrimento dell'ideale fanno sì che anche dentro alla complessità intensa, di fronte a sconferme e delusioni si continui ad agire con resistenza e perseveranza.
Certo pare davvero fondamentale ispirarsi, guardare in alto, al cielo per trovare la forza di camminare con i piedi ben piantati sulla terra. Si può ridire questa affermazione così significativa: "Non c'è cielo senza terra" perché si tratterebbe di una fuga dalla realtà, ma ugualmente: "Non c'è terra senza cielo", cioè non può esserci terra umana senza ispirazione e frequentazione della profondità.