Ci si è chiesti e ci si chiede spesso se e come il messaggio di Gesù di Nazareth avesse potuto e potesse influire maggiormente nella storia dell'umanità, certamente in dialogo e collaborazione con le altre fedi religiose. La risposta si può senz'altro trovare nella mancata coerenza di tante persone, nella costruzione di un sistema religioso che rifacendosi nominalmente a Gesù poi ne ha smentito il suo insegnamento e questo riguarda le persone singole e la Chiesa in quanto tale. La questione decisiva è sempre il rapporto con Gesù di Nazareth, il suo Vangelo, la coerenza o l'incoerenza che ne seguono. Come ci si sente di fronte al Vangelo delle Beatitudini?
L'umiltà, il coraggio nella vita, la nonviolenza attiva e la costruzione della Pace, la giustizia, la misericordia, la trasparenza, la coerenza sono davvero le dimensioni ritenute fondamentali nella vita?
Avviene e come il riconoscimento di Gesù in chi ha fame e sete, in chi è spogliato di dignità e di vestiti, in chi è ammalato, in chi è carcerato, in chi è straniero?
Se non c'è l'incontro con queste persone non c'è l'incontro con Gesù. Nel Vangelo di questa domenica (Luca 10,1-9) Gesù invia altri settantadue discepoli. Il loro compito è di "entrare prima di Gesù nei villaggi o nelle borgate che egli sta per visitare".
Li manda a due a due per condividere la missione, per sostenersi, incoraggiarsi; da soli è più difficile perché delusione scoraggiamento sono sempre in agguato.
Gesù dice loro: "la messe da raccogliere è molta ma gli operai sono pochi. Pregate perciò il padrone del campo perché mandi operai a raccogliere la sua messe".
Portata nell’attualità dei nostri giorni l'opera per affermare la giustizia, per costruire la pace, per vivere l'accoglienza e la cura per le persone e per tutti gli esseri viventi è immane, sono necessarie tante, tante persone disponibili in più, pregare il Signore che susciti una diffusa sensibilità significa avvertire l'importanza della questione, invocare forza interiore per essere disponibili, coinvolgere nella rete della disponibilità persone e comunità, soprattutto con l'esemplarità. E certo ringraziare per le tante persone e tanti segni positivi, invocarne ulteriori, affidarsi.
Dovrebbe essere superata quindi una visione che riguarderebbe solo la carenza di preti e quindi la preghiera per le vocazioni. In una considerazione della Chiesa come popolo di Dio diverse sono le presenze e i ministeri di uomini e di donne; la preghiera riguarda anche donne e uomini di buona volontà che non appartengono alla Chiesa, in modo esplicito. Gesù manda i discepoli "come agnelli in mezzo ai lupi" prefigurando quindi difficoltà e tribolazioni. E poi li esorta a non portare né borsa, né sacco, né sandali. E ancora ad essere essenziali nei rapporti, mirando alla profondità delle esigenze umane.
L'invito è a porre tutta l'attenzione ai vissuti e alle convinzioni del cuore e della coscienza, alla vicinanza a Gesù, alla coerenza delle parole e dei gesti, alle decisioni nella testimonianza perseverante, non alla struttura, non all'organizzazione, non al potere dei mezzi e della ricchezza. È un invio nella credibilità di missionari coinvolti dal Vangelo, semplici, poveri, testimoni riconoscibili. È la Chiesa povera e dei poveri, aperta a tutti in entrata, sempre in uscita, non composta da funzionari della religione, da burocrati del sacro, bensì da persone sensibili, profonde, accoglienti, profondamente umane.