Da qualcuno la preghiera è considerata inutile, da altri indispensabile, ma anche per chi prega è sempre importante ricercarne il senso e viverla con profondità.
Si è sempre e diversamente pregato nella storia dell'umanità, nei diversi itinerari spirituali. Per quanto riguarda il nostro mondo si è provato a definire la preghiera, ad esempio con quell'indicazione conosciuta: "è l'elevazione dell'anima a Dio" per cercare di unire la profondità dell'essere umano alla presenza misteriosa di Dio.
I salmi della Bibbia sono un esempio permanente di preghiera (pur con le doverose distinzioni sui contenuti violenti di alcuni di essi) perché la fanno emergere dalle diverse situazioni della storia e dalle condizioni esistenziali della vita: quindi sono di gratitudine, di invocazione, di affidamento, di dolore, di dibattito sofferto con Dio.
Il Vangelo di questa domenica ci aiuta a riflettere sulla preghiera. Gesù si è ritirato a pregare. Quando finisce, uno dei discepoli gli chiede: "Insegnaci a pregare. Anche Giovanni lo ha insegnato ai suoi discepoli".
Ci sono preghiere conosciute che formano un patrimonio a cui il popolo attinge; ogni rabbino (maestro) le caratterizza in modo specifico.
Si avverte che Gesù prega con intensità particolare, data la forza e il dinamismo straordinari: per lui certamente la preghiera è fonte di energia vitale e feconda.
Da questa sua esperienza sgorgano le straordinarie parole del Padre Nostro, che fin da piccoli abbiamo imparato e delle quali sarebbe sempre importante cogliere il senso profondo per evitare la ripetizione scontata. A Dio ci si rivolge come al Padre amorevole che aspetta e accoglie i suoi figli con amore, si invoca la venuta del suo regno di uguaglianza, giustizia, libertà, pace, fratellanza: invocazione a lui è un impegno per noi.
"Dacci il pane quotidiano": una invocazione da parte di tutta l'umanità. Il pane indica tutte le esigenze dell'essere umano per vivere con dignità: il cibo, l'acqua , la salute , l'istruzione, il lavoro, la casa, una condizione di discreta serenità.
È una preghiera anticapitalista alle esigenze fondamentali della vita si dovrebbe rispondere con sobrietà ed efficacia, non è importante la quantità, il benessere materiale, bensì la qualità, il buon vivere con se stessi, con gli altri, con tutto l'ambiente circostante.
“Perdonaci i nostri peccati perché anche noi perdoniamo a chi ci ha offeso”: l'invocazione di Dio misericordia per poter a lui confidare e affidare limiti, egoismi, chiusure, fragilità ed errori e dall'esperienza della sua accoglienza imparare a vivere altrettanta disponibilità nei confronti degli altri.
“Fa’ che non ci diamo in tentazione”: che non perdiamo lo spirito, l'anima, la disponibilità e l'impegno per rendere più umano questo mondo, che non perdiamo la fiducia e la speranza, che non diventiamo conformisti, fatalisti, indifferenti incapaci di reazione, di riflessione, di assunzione di responsabilità.
Una preghiera straordinaria, quella del Padre Nostro, modello per altre possibili preghiere perchè mette in relazione noi e Dio che è Padre, il Mistero e la concretezza del pane quotidiano, le relazioni con Dio e con i fratelli, la fiducia e la speranza indispensabili per il nostro cammino nella storia.