DOMENICA 16 Ottobre 2016 Vangelo Giovanni 6,1-15
16/10/2016

DOMENICA 16 OTTOBRE 2016
Condivisione e comunione
Vangelo di Giovanni 6,1-15

Il Vangelo di questa domenica è stato cambiato rispetto al calendario liturgico per la celebrazioni delle Comunioni.
Sotto trovate, oltre al foglio della liturgia delle Comunioni, anche il Foglio della domenica liturgica con il Vangelo di Luca 18, 1-8 e la riflessione di Pierluigi.

Dopo un po' di tempo, Gesù attraversò il lago di Galilea, detto anche di Tiberìade. Molta gente gli andava dietro, perché vedevano i segni miracolosi che faceva guarendo i malati. Mancavano pochi giorni alla festa ebraica della Pasqua. Gesù salì sulla montagna, e si sedette lì con i suoi discepoli. Poi si guardò attorno, e vide tutta la gente che era venuta. Allora disse a Filippo: - Dove potremo comprare il pane necessario per sfamare questa gente? Gesù sapeva benissimo quello che avrebbe fatto, ma diceva così per mettere alla prova Filippo. Filippo rispose: - Duecento monete d'argento non basterebbero neppure per dare un pezzo di pane a tutti. Un altro discepolo, Andrea che era fratello di Simon Pietro, disse: - C'è qui un ragazzo che ha cinque pagnotte d'orzo e due pesci arrostiti. Ma non è nulla, per tanta gente! Gesù ordinò: - Dite alla gente di sedersi per terra. Il terreno era erboso, e tutti si sedettero in terra. Erano circa cinquemila. Gesù prese il pane, fece una preghiera di ringraziamento, poi cominciò a distribuire a tutti pane e pesce a volontà. Quando tutti ebbero mangiato a sufficienza, Gesù disse ai suoi discepoli: 'Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto'. Essi li raccolsero, e riempirono dodici cesti con gli avanzi delle cinque pagnotte. La gente, vedendo il segno miracoloso che Gesù aveva fatto, diceva: 'Questo è veramente il profeta che deve venire nel mondo'. Gesù allora, sapendo che volevano prenderlo per farlo diventare re, se ne andò di nuovo verso la montagna, tutto solo.

Sinceramente è difficile celebrare la Prima Comunione nel suo significato più profondo: vivere la memoria della presenza di Gesù di Nazaret, incontrarci con lui nella Parola, nel Pane e nel Vino dell’Eucarestia per ricevere luce, forza, coraggio per incontrarlo nei fratelli e nelle sorelle: affamati, assetati, denudati di dignità e di vestiti, ammalati, carcerati, stranieri… .
Basterebbe riferirsi con partecipazione e commozione, dato che a celebrare la Prima Comunione sono un gruppo di ragazzine e ragazzini, agli 800 bambini che ogni ora muoiono, più veritiero dire che vengono uccisi dalla povertà, dalla fame, dalla sete, da malattie endemiche curabili; dall’essere migranti con le loro famiglie o con i soli papà o le sole mamme.
E ancora ai bambini e bambine del Pianeta, a cominciare da quelli di questa nostra società che vivono, per diversi motivi, situazioni di dolore e di tristezza, che non possono frequentare le scuole, né vivere momenti di amicizia e di discreta serenità.
Si rischia, nella Prima Comunione, di sbrigare un rito previsto di passaggio che poi “lascia il tempo che trova”, di assecondare quella religione sociale che conferma gli animi delle persone e i meccanismi sociali così come sono, senza indicare un progetto di umanità, senza coinvolgere nella disponibilità e nell’impegno per  contribuirvi, di fare solo una festa in più.
Celebrare la Prima Comunione seriamente significherebbe altro.
Il riferimento indispensabile è a Gesù di Nazaret e al suo Vangelo, buona notizia per l’umanità.
E’ necessario il ritorno necessario e autentico al Vangelo nella sua forza profetica.
Gesù annuncia e inizia a praticare un mondo diverso e di giustizia, verità, pace, accoglienza,. perdono, fratellanza; a condividere il pane e i beni, a mettersi al servizio; a vivere l’amore profondo che fa vibrare di compassione e sollecita alla prossimità senza pregiudizi e distinzioni, con apertura, umiltà decisione, con fedeltà, coerenza, perseveranza.
Il Vangelo scelto per l’Eucarestia della Prima Comunione (Giovanni 6, 1-15) ci racconta come Gesù è attento alle esigenze delle persone e cerca di dare risposte concrete, in quella situazione a poter condividere il pane e ai pesci.
L’atteggiamento e le parole dei discepoli ci rappresentano quando noi esprimiamo senso di impotenza, scetticismo, sfiducia nel poter contribuire a una risposta che ci apre impossibile. “Dove potremo comprare il pane per sfamare questa gente?” Come potremo noi contribuire in modo positivo per liberare il mondo dalla fame, dalle violenze, dalle armi, dalle guerre, dalla distruzione dell’ambiente, dal rifiuto dell’altro, del diverso, dalle diverse forme di razzismo?
Noi pensiamo di potere ben poco: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pagnotte d’orzo e due pesci arrostiti. Ma non è nulla per tanta gente!”.
Gesù prega e fa sì che quella folla possa condividere il pane della giustizia e della fraternità. Alla fine avanzano dodici cesti. Gesù per il suo amore incondizionato e rivoluzionario è stato ucciso dai poteri, primi responsabile quello religioso; è Vivente dopo la morte e ci accompagna comunicandoci luce, forza, coraggio per seguire la sua persona e il suo insegnamento. La comunione con Gesù presente nell’Eucarestia diventa impegno a costruire giorno dopo giorno la comunione nella storia fra le persone con le loro diversità.
La comunione dell’Eucarestia e quella con i fratelli sono inscindibilmente unite.


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